La riduzione più significativa si registra in provincia di Vibo Valentia (-7,3%) e in provincia di Cosenza (-5,5%). Il calo rispetto al 2020 si deve alla dinamica naturale e ad un saldo migratorio non compensato, mentre il tasso di mortalità è aumentato, passando dall'11,2 per mille del 2020 al 12,2 per mille del 2021, con un picco del 12,5 per mille nella provincia di Cosenza. Gli stranieri censiti sono 93.257 (+261 rispetto al 2020), cinque cittadini ogni 100 e provengono da 157 Paesi: in prevalenza da Romania (28,4%), Marocco (16,1%) e Ucraina (5,8%).
Le donne in Calabria sono il 51% della popolazione residente, superando gli uomini di 39mila unità, ciò molto probabilmente per la maggiore longevità femminile. Cresce l'età media che, rispetto al 2020, si è innalzata da 45,2 a 45,5 anni. Crotone e Reggio sono le province più giovani (rispettivamente 44 e 45 anni in media), mentre Cosenza e Catanzaro quelle più anziane (circa 46).
Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio sono il 6,4% dei residenti. Poco meno del 30% ( il 27,9) ha conseguito il diploma di licenza media, il 35,1% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 14,8% possiede un titolo accademico.
Diminuiscono le persone in cerca di occupazione rispetto al 2011 (55mila persone in meno, -37,1%), soprattutto fra le donne (-38,3%), e gli occupati (-3,2%), in particolare per la componente maschile (circa 14mila unità in meno, pari al -3,6%).
Nel decennio 2011-2021, registra l'Istat, per via delle variazioni amministrative intervenute, il numero dei comuni si è ridotto da 409 a 404. In base all'ampiezza demografica 58 sono gli enti transitati nella classe più bassa, mentre Settingiano, Montalto Uffugo e Botricello sono passati in quella superiore.
A livello provinciale Reggio perde 1.664 residenti, seguita da Cosenza (-1.576 residenti), mentre Vibo registra il maggiore decremento relativo (-0,4%).
In Calabria tra il 2020 e il 2021 - sempre secondo quanto riferisce l'Istat - il 34,7% dei comuni non ha subito perdite di popolazione e, tra questi, non è presente alcun capoluogo di provincia.
Invece sono 264 i comuni dove la popolazione diminuisce: in valore assoluto le perdite più consistenti riguardano Crotone (-764), Catanzaro (-574) e Reggio Calabria (-547); in termini relativi nei comuni di Laganadi (-6,9%) e Santo Stefano in Aspromonte (-6,2%), entrambi in provincia di Reggio. Sotto il profilo della dimensione demografica il 34,7% dei comuni non ha perso residenti.
La popolazione risulta invece in calo nel 78,0% dei comuni con popolazione fino a 1.000 residenti e nel 64,7% di quelli con popolazione tra 1.001 e 5.000 residenti.
La diminuzione della popolazione residente della Calabria è frutto di un saldo naturale negativo (-9.413 unità), al quale si somma un saldo migratorio totale negativo (-6.111 unità), nonostante un saldo censuario positivo (+10.377) e un recupero dei movimenti demografici internazionali nel 2021 rispetto al 2020.
La dinamica naturale conferma il trend negativo in corso. La mortalità aumenta: il tasso di mortalità passa dall'11,2 per mille del 2020 al 12,2 per mille del 2021, con un picco del 12,5 per mille della provincia di Cosenza. Tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità è leggermente diminuito, da 7,4 a 7,1 per mille.
A livello provinciale il tasso resta quasi stabile nella provincia di Catanzaro, diminuisce in tutte le altre, principalmente a Vibo e Reggio. I movimenti tra comuni sono rimasti costanti nel secondo anno pandemico: il tasso migratorio interno è passato dal -4,4 per mille del 2020 al -4,3 per mille del 2021, oscillando tra il -3,2 per mille della provincia di Cosenza e il -6,6 di Crotone.
I movimenti migratori internazionali sono in recupero: il tasso migratorio estero, positivo in tutte le province, aumenta rispetto al 2020 (dal 0,7 al 2,7 per mille), soprattutto nella provincia di Cosenza (da 0,9 nel 2020 a 3,2 per mille nel 2021) e Reggio Calabria (da 0,7 a 3,1). (ANSA)