Un comunicato fatto pervenire dalla società Fc Crotone informa della scomparsa di Sergio Mascheroni, preparatore atletico, vittima di un tragico incidente avvenuto questa mattina in montagna (alta Valle Antrona in Piemonte). Il 43enne, durante una battuta di caccia col padre, si sarebbe separato da lui e poi sarebbe fatalmente scivolato in un dirupo che non gli ha lasciato scampo. “Con il cuore pieno di dolore – ha dichiarato la società – siamo costretti a dare una notizia che non avremmo mai voluto apprendere. Il nostro preparatore atletico, Sergio Mascheroni, ci ha lasciati improvvisamente a seguito di una tragica fatalità questa mattina a Como”. “Non riusciamo a credere a quanto accaduto – dice il residente Gianni Vrenna – non ci sono parole, proviamo tanto dolore e sgomento. In un momento così triste il nostro pensiero va alla famiglia di Sergio”. Siamo attoniti, senza parole e non riusciamo ad esprimere tutto il nostro dolore. Ci stringiamo tutti alla famiglia di Sergio. Il presidente, il direttore generale, i calciatori, i dipendenti e tutta la società piangono Sergio, uomo straordinario, professionista eccezionale.
«In occasione dell’incontro – informa una nota – svoltosi con Matteo Salvini al Teatro Morelli di Cosenza, una rappresentanza della Lega Salvini Premier di Crotone, accompagnata dal suo leader, Giancarlo Cerrelli, ha regalato una maglia con i colori della città di Crotone a Matteo Salvini, su cui nella parte anteriore campeggia la scritta “Lega Crotone” e sul retro “M. Salvini”. Il segretario federale della Lega ha gradito il regalo, promettendo di essere presto a Crotone e invitando i militanti leghisti crotonesi a “prepararsi a far fare le valige a quelli della sinistra” che hanno tenuto Crotone e la Calabria ai margini della Nazione. La Lega di Crotone, tuttavia, rimane perplessa in ordine alla presa di posizione della Fv Crotone, per i seguenti motivi: la Lega di Crotone, donando al senatore Salvini la maglia con i colori rossoblù ha inteso regalare un simbolo che avesse i colori della Città di Crotone; la Lega di Crotone tiene a precisare che ha comprato, pagato e personalizzato a proprie spese la maglia rossoblù presso l’official merchandising del Crotone, che presume abbia tratto anche un utile da tale acquisto; che è da evidenziare che una volta acquistato un prodotto il compratore può decidere di farne l’uso che più gli aggrada e che ritiene più congruo, anche regalarlo come è avvenuto in questo caso; che i colori rossoblù non sono un’esclusiva della squadra di calcio del Crotone, ma prima ancora sono i colori della Città di Crotone, pertanto nessuna strumentalizzazione può essere addebitata alla Lega di Crotone; che ci sono giunti da tanti tifosi e cittadini crotonesi sentimenti di plauso per aver messo al centro dell’attenzione di un politico noto e amato a livello nazionale come Salvini la città di Crotone; che, è da evidenziare, comunque, che tra i tifosi del Crotone Calcio, sono in tanti ad essere leghisti e che questa presa di posizione della società F.C. Crotone li fa apparire e sentire come tifosi di “serie b”; che, la Lega di Crotone tiene a precisare, infine, che la scritta Lega Crotone sulla parte anteriore della maglia è un auspicio affinché presto la Lega, anche a Crotone, possa prendere il posto di quella classe politica che ha portato Crotone alla povertà e all’emarginazione».
In occasione dell’incontro di calcio Crotone - Perugia, i baschi verdi del Gruppo di Crotone hanno controllato a tappeto dinanzi allo stadio “Ezio Scida” di Crotone gli stand e le bancarelle allestite con i gadget delle squadre di calcio. L’attività delle Fiamme gialle, che ha visto impiegate 6 unità della componente specialistica Antiterrorismo – Pronto Impiego ha consentito di individuare e sottoporre a sequestro circa 200 prodotti posti in vendita tra bandiere, sciarpe, cappellini, t-shirt e guanti riproducenti i marchi contraffatti della società del Crotone calcio e denunciare alla locale Procura della Repubblica il responsabile. L’attività si è inserita nell’ambito dell’operazione “Offside counterfeiting 2”, ideata dalla Guardia di Finanza, con finalità di prevenire e contrastare tutte le forme di produzione e commercio di prodotti falsi o insicuri e di diffusione di contenuti illeciti.
«Con lo slogan #loriginalevince – informa una nota – in straordinaria strategia tra la Direzione generale per la lotta alla contraffazione-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico, Guardia di Finanza, Lega Serie A e B, in occasione della 30a giornata del campionato di Serie A e della 31a di Serie B è stata richiamata, su tutti i campi di calcio, l’importanza della proprietà intellettuale, quale asset strategico per le imprese e strumento di tutela per il consumatore. L’iniziativa è stata attuata in prosecuzione dell’operazione “Offside counterfeiting” avviata lo scorso anno dal nucleo speciale Tutela proprietà intellettuale della Guardia di finanza, con un piano di interventi a livello nazionale che ha evidenziato come i contraffattori siano particolarmente attivi in tale attività illegale. Contraffazione e pirateria sono solo la punta di un iceberg nella cui parte più nascosta si celano evasione fiscale e contributiva, sfruttamento di manodopera in nero e clandestina, inquinamento ambientale, minaccia alla salute e riciclaggio. In questo scenario, l’operazione “Offside counterfeiting 2”, ideata dalla Guardia di Finanza, ha la finalità di prevenire e contrastare tutte le forme di produzione e commercio di prodotti falsi o insicuri e di diffusione di contenuti illeciti».
Nel ricordo di Renato Punzo, figura storica del calcio crotonese, a un anno dalla sua scomparsa. Per parlare di Renato e descrivere la sua passione per il calcio crotonese occorrerebbero pagine di giornali o diverse puntate televisive. Ma a volte bastano poche righe per tratteggiare una figura da sempre nota nell’ambiente calcistico.
Fin dalla giovane età, Renato, oltre ad essere un tifosissimo del Crotone, ha sempre vissuto il calcio provinciale in maniera diretta. Talent scout di molti giovani calciatori poi affermatesi in serie C e B. Renato se ne andava in giro per Crotone osservando qualche ragazzo nei campetti improvvisati della città (per molto tempo l’unica struttura calcistica a Crotone era l’Ezio Scida), poi lo inseriva nella sua squadra (Italia) e li plasmava per affrontare i campionati dilettanti. Da “Italia” sono usciti giocatori quali Gustino Geremicca, Mimmo Pulvirenti, Leonida, tanto per fare alcuni nomi ancora oggi conosciuti dall’intera tifoseria pitagorica. Da allenatore Renato Punzo ha gestito anche il Crimisa e altre squadre dilettantistiche. Non solo come allenatore, Renato è ricordato maggiormente per ciò che ha dato al calcio crotonese in qualità di dirigente nel lungo percorso quarantennale nella società rossoblù.
Nel Crotone come direttore sportivo sotto l’egida del presidente Francesco Pizzuti in serie C e successivamente con i presidenti Mimmo Campagna e Mimmo Merigliano. Un lungo percorso che ha visto Renato “ingoiare” come tutti i tifosi crotonesi, l’amaro di alcuni fallimenti insieme a qualche ottimo campionato di serie C: famoso quello in cui il Crotone ha lottato fino all’ultima partita contro il Bari per la promozione in serie B. Dai dilettanti fino alla serie B, un altro brillante percorso fatto da Renato come segretario nella società dei fratelli Raffaele e Gianni Vrenna.
La grande gioia di Renato, in quest’ultimo viatico durato oltre un ventennio, è quella di aver coronato il sogno di vedere il suo Crotone arrivare in serie B. Ma come si afferma a proposito dei sogni, esiste sempre quello ancora più gratificante. Ed il sogno più gratificante per Renato è stato vedere il Crotone promosso nella massima serie. Con questa gioia, con il Crotone in serie A, all’età di 87 anni, Renato ci ha lasciato i primi giorni del 2018. Se nell’aldilà esiste un’altra vita, Renato di sicuro continuerà a interessarsi di calcio per centrare altri successi.
Intervista all’avvocato Guido Del Re, esperto in diritto sportivo e socio dello Studio legale Del Re-Marullo, sulla decisione odierna del Tribunale Federale Nazionale sul “Caso Chievo”.
Avvocato può spiegare meglio cosa ha statuito oggi il Tribunale federale nazionale (Tfn) in merito all’improcedibilità del deferimento?
La vicenda ruota, come spesso accade, attorno alla concezione dei termini all’interno del Diritto sportivo. Con il Collega Casarola mi sono occupato di un caso analogo, non nel merito, ma nell’eccezioni preliminari, nel quale avevamo richiesto l’improcedibilità del deferimento nei confronti di alcuni tesserati in quanto decorsi i termini di cui all’art. 32 ter c.4 che impone espressamente alla Procura Federale il termine di 30 giorni dalla scadenza del termine per l’audizione o della presentazione della memoria per esercitare l’azione disciplinare formulando l’incolpazione mediante atto di deferimento. Il tutto basato sul diritto dell’incolpato a non rimanere nel limbo temporale tra la comunicazione delle conclusioni delle indagini ed il deferimento stesso nonché in ossequio a quanto previsto dall’art. 38 c.6 CGS secondo cui: “Tutti i termini previsti dal presente Codice sono perentori”. Seppur vittoriosi in primo grado, in secondo grado veniva accolta la tesi della Procura Federale secondo cui tali termini dovevano considerarsi come ordinatori e non perentori. Nel “caso Chievo”, il TFN ha accolto le eccezioni preliminari sulla improcedibilità del deferimento per non aver dato la possibilità al sig. Campedelli, nonostante espressa richiesta, di essere ascoltato ai sensi del richiamato art. 32 ter c.4. La Procura Federale, questa volta, ha contestato il fatto che tale richiesta fosse avvenuta oltre il termine di 20 giorni dalla conclusione delle indagini, in quanto termine perentorio.
Alla luce della dichiarazione del TFN dell’improcedibilità del deferimento nei confronto del Chievo di altri tesserati come può agire la Procura Federale?
La situazione è estremamente complessa. Il TFN ha dichiarato difatti il deferimento improcedibile e restituito gli atti alla Procura. Avverso tale decisione la Procura potrà certamente proporre appello, seppur sul diritto alla difesa e sul carattere ordinatorio dei termini, la giurisprudenza sportiva si è espressa più volte in maniera unanime. Sulla possibilità per la Procura di promuovere nuovamente l’azione ho dei dubbi. Difatti, dovrebbe rinnovare l’atto di conclusioni delle indagini preliminari (per poter concedere agli incolpati il diritti ad essere ascoltati) e deferire nuovamente le parti innanzi al Tribunale. Oltre alla problematica relativa ai termini si potrebbe incorrere, a mio modesto parere, nella violazione del principio “ne bis in idem”, in forza del quale un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione, se si è già formata la cosa giudicata. Staremo a vedere.
Il TFN ha ammesso le richieste di intervento del Palermo, della Virtus Entella e del Crotone. La società calabrese ha qualche speranza che il Chievo possa essere condannato con una sanzione applicabile nella stagione 2017/2018 e quindi retrocesso?
Sono simpatizzante del Crotone, ma non penso che la cosa sia auspicabile. Difatti nella decisione odierna il Tribunale Federale Nazionale si è espresso in maniera chiara in merito all’applicazione della sanzione ai sensi dell’art. 18 c.1 lett. g) del Codice di Giustizia Sportiva. Tale articolo prevede infatti che la sanzione dei punti di penalizzazione in classifica, solo quando si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso, può essere fatta scontare nella stagione sportiva successiva. Il punto è che per “stagione sportiva” in corso, il Tribunale Federale Nazionale considera quella 2018/2019 essendo, sia la formalizzazione delle richieste sanzionatorie della Procura Federale che la conseguente decisione, adottate proprio nella stagione 2018/2019.
Il Crotone ha oggi annunciato all’esito della sentenza di volere subito un nuovo processo sottolineando l’errore tecnico commesso dalla Procura Federale in forza del quale il Tribunale federale non avrebbe assolto la società clivense, ma rinviato gli atti alla Procura per rifare tutta la procedura da capo ed in modo corretto.
E’ certamente errato parlare di errore tecnico in quanto non si è avuto, ad esempio, un errore nella notifica ed una remissione nei termini per poter sanare il tutto. In tale contesto è avvenuta una interpretazione difforme sulla possibilità di assolvere al diritto di audizione. Secondo la Procura il Campedelli era decaduto da tale diritto non avendolo richiesto entro il termine di 20 giorni (considerandolo quale termine perentorio), il Chievo invece, ritenendo tale termine ordinatorio, riteneva che l’audizione poteva avvenire in quanto non ancora notificato il deferimento. Di fatto gli atti non sono stati rinviato alla Procura per “rifare” tutta la procedura da capo ma è stato dichiarato improcedibile il procedimento con tutti le conseguenze, le complicanze ed i dubbi che ho precedentemente illustrato.
ROMA - Giornata "campale" per Parma e Chievo che nel pomeriggio conosceranno quale sara' il loro futuro nel calcio italiano. Il processo sportivo si terra' presso il Tribunale Federale Nazionale della Figc a Roma e la sentenza e' attesa nel pomeriggio. A forte rischio per loro la prossima stagione in serie A, con Palermo e Crotone alla finestra e pronte a subentrare. In tarda mattinata ha preso il via il processo all'attaccante Emanuele Calaio' del Parma, con il club chiamato a rispondere per responsabilita' oggettiva. Il giocatore e' accusato di tentato illecito sportivo per alcuni messaggi spediti via whatsapp all'ex compagno di squadra Filippo De Col. In particolare, quattro giorni prima dell'incontro del 19 maggio scorso valevole per la serie B tra Spezia (societa' nel quale militava fino al 2016) e Parma, il giocatore avrebbe inviato alcuni messaggi con whatsapp a due giocatori dei liguri, Filippo De Col e Claudio Terzi, invitandoli a limitare il loro impegno agonistico. Il tutto era finalizzato alla promozione del Parma in serie A. Fini' 2 a 0 per la squadra parmense e promozione nella massima serie automatica, grazie al pareggio tra Foggia e Frosinone. Il Parma rischia una penalizzazione che potrebbe far sfumare la promozione in Serie A, dopo che la Procura federale ha chiesto 4 anni di squalifica e 50mila euro di ammenda per Calaio' e due punti di penalizzazione per il Parma nel campionato 2017-18 (che lo riporterebbero in B) oppure sei punti nel prossimo campionato. Possibili, ma per il momento abbastanza lontane, le possibilita' di altre sanzioni, a partire da una maxi multa ma permanenza nel massimo campionato nazionale. Il Chievo e' accusato dalla procura federale di aver effettuato scambi di giocatori con il Cesena. A quanto pare, le due societa' si sarebbero scambiate 30 calciatori e da qui sarebbero generate plusvalenze fittizie per oltre 25 milioni di euro, stando all'accusa della procura federale. In attesa di conoscere l'eventuale sanzione nei confronti di veronesi ed emiliani sono Crotone e Palermo. Il club calabrese, retrocesso dalla serie A, si e' detto pronto a subentrare al Chievo Verona in caso venga condannato alla retrocessione. Potrebbe salire in serie A anche la squadra siciliana perche', sconfitta nella finale playoff promozione contro il Frosinone, sarebbe legittimata a fare richiesta. In questo caso, previa retrocessione del Parma. Chiamate in udienza anche le societa' di Cesena e Bari per le quali, per motivi diversi dalle due di serie A, sono a forte rischio le loro permanenze in serie B. Il Cesena ha aderito all'istanza di fallimento avanzata dalla procura della Repubblica di Forli', il Bari non ha la copertura economica e non ha avanzato richiesta di iscrizione alla serie B. Per il club barese si parla di ripartenza dalla serie C se non addirittura serie D. In dubbio la permanenza in serie B anche del Foggia anch'esso alle prese con gravi problemi finanziari. La societa' pugliese puntera' alla riduzione dei punti mentre la procura e' intenzionata a chiederne la retrocessione.