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Giovedì, 12 Settembre 2024

ATTUALITA' NEWS

«Il Comitato per la Provincia della Magna Graecia – informa una nota – esprime tutta la sua indignazione per l’ennesimo atto di vero e proprio sciacallaggio perpetrato ai danni dell’arco jonico magnogreco».

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«Esprimiamo soddisfazione – è scritto in una nota – per la bella e gioiosa partecipazione di studenti e cittadini che nella mattina di sabato 11 gennaio hanno preso parte all'iniziativa pubblica "Ora basta – Vogliamo Crotone pulita"».

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«Il Comitato "Piscina, bene comune", nato – spiega una nota – con l'unico e solo fine di fare da sentinella su un bene pubblico di rilevante importanza per la città, sia dal punto di vista sportivo che sociale, insieme agli enti del terzo settore che sottoscrivono questo comunicato, ritiene che le vicende che stanno interessando la Piscina Olimpionica di Crotone non possano rimanere circoscritte agli utenti dell'impianto, ma debbano interessare tutta la collettività crotonese».

A sostegno del comitato, intervengono anche altre 35 fra associazioni e organizzazioni aderenti al Forum del Terzo settore. «Un bene comune – puntualizza il comunicato – non è prerogativa di chi lo utilizza, ma di un'intera collettività quale strumento di crescita comune. Si tratta di una infrastruttura utilizzabile tutto l'anno che consente la pratica di una disciplina sportiva particolarmente apprezzata e trasversale alle diverse fasce d'età, che funge anche da spazio aggregativo e formativo e, considerata la sua collocazione, riconnette il tessuto urbano attraverso la riqualificazione delle aree più periferiche».

«Gli avvenimenti – ricorda la nota – che hanno caratterizzato le ultime settimane hanno confermato il rischio concreto di perdere questa fondamentale infrastruttura.  Infatti, la determina dirigenziale con la quale è stata annullato l'Avviso pubblico per l'assegnazione degli spazi d'acqua dell'impianto natatorio, ma soprattutto quella successiva con la quale è stata revocata l'espletamento dei servizi di pulizia, di guardiania e di manutenzione degli impianti per il trattamento dell'acqua e fornitura di prodotti disinfettanti, hanno segnato un percorso ben preciso da parte dell'Amministrazione comunale, che porterà inevitabilmente all'abbandono definitivo del bene pubblico».

«Il rischio che i beni mobili (motori, centraline, impianto di allarme) contenuti nell'impianto sportivo vengano disinstallati è concreto con la conseguenza immediata, determinata anche dalla mancanza del servizio di guardiania e di manutenzione, di esporre il bene non solo ad auna rapida fatiscenza ma anche e soprattutto ad essere oggetto di saccheggio e vandalizzazione. Insomma – stigmatizza il comunicato – la semplicistica chiusura della struttura sportiva non soltanto non è la soluzione dei problemi ma, anzi, li moltiplicherà in quanto imporrà all'impianto la stessa fine già subita dall'altra storica struttura natatoria ubicata sul lungomare della città. Crotone non può permettersi un altro scempio!».

«Gli incontri richiesti sia al prefetto di Crotone che al commissario prefettizio, quelli che si intendono promuovere presso gli enti (locali e nazionali) di governo dello sport,  mirano ad un confronto franco con tutti i soggetti istituzionali che hanno responsabilità di gestione della “res publica”, al fine di elaborare soluzioni virtuose che possano garantire in una prima fase la conservazione dell'impianto per assicurare successivamente, si spera,  lunga vita al bene comune – risorsa della città - nell'interesse dell'intera collettività crotonese».

«A tal riguardo, l'ente – suggerisce la nota – proprietario del bene pubblico dovrà provvedere subito: a ripristinare i servizi di manutenzione dell'impianto natatorio e della sua guardiania, magari anche predisponendo adeguati e frequenti servizi di sorveglianza; assicurare il mantenimento delle utenze, in particolare quella elettrica, al fine di consentire il funzionamento dei motori, delle centraline e dell'impianto di allarme. Mentre – aggiunge il comunicato – nel tempo: a garantire la sua gestione mediante una procedura ad evidenza pubblica (altre soluzioni ricalcherebbero le strade intraprese in passato), che possa consentire la riapertura dell'impianto».

«Un percorso diverso – avverte il comunicato – darebbe, invece, la conferma della volontà di abbandonare definitivamente l'impianto sportivo, con un conseguente ed evidente danno erariale da parte dell'Amministrazione, oltre che la perdita di un altro pezzo importante della città, a discapito di un'intera collettività. Dunque, ben consci delle difficoltà che la situazione pone, auspichiamo che le Istituzioni di questo martoriato territorio possano assumere decisioni lungimiranti che mettano al riparo da qualsiasi rischio un bene comune, punto di riferimento non solo di numerosi sportivi, ma soprattutto di quelle fasce più deboli, che si vedrebbero sottratte uno strumento fondamentale per la loro crescita», conclude il comunicato.

Firmatari del comunicato

  1. Comitato "Piscina, Bene Comune"
  2. Centro Servizi per il Volontariato "Aurora" – Crotone
  3. Forum Terzo Settore – Provincia di Crotone
  4. Comitato "Crotone Pulita"
  5. Società Dante Alighieri di Crotone
  6. Arci Crotone
  7. Cooperativa "Agorà Kroton"
  8. Legacoop Crotone
  9. Codici Calabria
  10. Associazione "Gli Spalatori di Nuvole" Crotone
  11. Gruppo Archeologico Krotoniate
  12. Associazione "Maslow" Crotone
  13. Associazione "Nonostante tutto Resistiamo" Crotone
  14. WWf Crotone
  15. Aido Crotone
  16. Consorzio Jobel
  17. Associazione "Terra e Libertà" Crotone
  18. Associazione Movimento per la Difesa dei Diritti dei Cittadini – Crotone
  19. Italia Nostra - Sezione di Crotone
  20. Sentinelli Crotone
  21. Cooperativa "I tre melograni" Cirò Marina
  22. Associazione "Il Barrio" Crotone
  23. Associazione "Adultiraider" Cirò Marina
  24. Cooperativa "Kroton Community"
  25. Associazione "Crotone vuole volare"
  26. Cooperativa "Access Point" Crotone
  27. Associazione A.F.O.M.A. "Sasso nello stagno" Crotone
  28. S. Acli Crotone
  29. Cooperativa "Dalla parte dei ragazzi" Crotone
  30. Cooperativa "Shalom" Crotone
  31. Associazione "Libere donne" Crotone
  32. Associazione "Scaut Raider Calabri" Cirò Marina
  33. Associazione "Volontari di strada" Crotone
  34. Libera Crotone
  35. Anteas San Paolo Crotone
  36. Associazione "Diversi ma uguali Kr"

 

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«Prosegue a ritmi serrati – informa una nota – la campagna di sensibilizzazione del Comitato Magna Graecia protesa a far conoscere nei dettagli il progetto di nuova provincia nel nord est della Calabria con i suoi circa 420mila abitanti, collocandosi nel caso di attuazione del progetto, tra le prime 46 province d’Italia per dimensione demografica. Una nuova visione territoriale che darebbe valore, prestigio ed autorevolezza ai comuni rivieraschi e pedemontani dell’asse jonico, da sempre tenuto nell’ombra».

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«I poteri centralisti perservano: la Magna Graecia continua a subire colpi mortali al suo patrimonio archeologico-artistico e culturale. Così nel Crotoniatide, altrettanto nell’antica Sibarys».

È quanto scrive in una nota il comitato per la provincia della Magna Graecia. «Bene ha fatto nei giorni scorsi – commentano – la parlamentare del M5s, Margherita Corrado, a richiedere l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta al fine di accertare i danni subiti a causa delle attività di scavo e del traffico di reperti e opere d’arte trafugati dopo l’importante operazione portata a termine dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Crotone. Parimenti, il comitato prende atto, suo malgrado, del rischio di trasferire i beni archeologici custoditi a Palazzo Morelli da Crotone a Lamezia. Un vero ulteriore tentativo di depotenziare l’area del Crotoniatide e verso cui il Comitato si opporrà energicamente.

La linea oscurantista contro l’area della Magna Graecia non muta. Il Comitato sin dalle prossime ore, avvierà una campagna di denuncia contro il modus operandi del Mibac (ministero per i Beni e le attività culturali e turismo) e del Miur (ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca) i cui vertici storicamente non hanno dato il giusto risalto e l’adeguata valorizzazione a quanto Magna Graecia detiene come patrimonio, tra cui tesori riconosciuti dall’Unesco.

A parere del Comitato il tutto rientra in una logica di pervicace marginalizzazione delle aree rivierasche a totale beneficio dei capoluoghi di provincia. Non è un caso d’altronde, se in alcuni comuni della Sibaritide non si autorizzano alcuni scavi, mentre nel cosentino si continuano a investire somme importanti alla ricerca di reperti mai rinvenuti.

L’area archeologica di Sibari non decolla, gli scavi di Paludi tenuti nell’ombra, il mal riuscito progetto di valorizzazione dell’Antica Kroton e del sistema ambientale turistico e culturale da Crotone a Capo Colonna, sono tutti aspetti che ci riconducono a una visione politica di svilimento delle aree della Sibaritide e del Crotoniatide, il cui potenziale artistico-culturale-archeologico- economico- turistico- imprenditoriale potrebbe assumere una rilevanza straordinaria a tal punto da rientrare legittimamente per importanza ed autorevolezza tra le province più importanti non solo della Calabria, ma d’Italia. Ed è proprio questo che i poteri centralisti storici calabresi temono! Per il comitato Magna Graecia è necessario dire basta a questo stillicidio.

L’appello è rivolto ai sindaci dei comuni ricadenti nell’area della Magna Graecia, affinché accolgano con favore la proposta Magna Graecia al fine di recuperare i valori di pari dignità calpestati. Una nuova provincia di oltre 400mila abitanti che successivamente interagisca con le province storiche in sinergia e con fare collaborativo con l’obiettivo di provare a creare e disegnare una nuova Calabria, più forte ed autorevole. E’ in via di definizione l’elaborazione di un report che il Comitato fornirà a tutte le amministrazioni comunali rientranti nel progetto».

 

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«Cresce l’attenzione – si legge in un comunicato – attorno al comitato “Magna Graecia”. Nella seconda uscita pubblica, ospitata presso la sala delle adunanze del Comune di Crotone, si è registrata una straordinaria cornice di pubblico, qualificato e attento. Più di 50 le adesioni assunte tra amministratori locali, associazioni, persone fisiche. Altrettanto apprezzata dal Comitato la partecipazione massiva dei rappresentanti della carta stampata, dei giornalistici operanti nel settore radiotelevisivo e dei social, che hanno partecipato alla conferenza stampa tenuta per l’occasione un’ora prima dall’inizio della presentazione ufficiale. Un ringraziamento il Comitato lo rivolge al Comune di Crotone per l’ospitalità prestata.

Grande successo di pubblico, dunque, ed entusiasmo per l’iniziativa intrapresa dal Comitato. Ribaditi i punti salienti: riequilibrio del dato demografico delle 5 province esistenti; attuazione dei principi di pari dignità tra aree territoriali calabresi; lotta al centralismo attribuibile alle classi dirigenti espressione dei capoluoghi di provincia e di regione sprovviste di una visione lungimirante dell’intero sistema Calabria; rivendicazione dei diritti costituzionali calpestati, quali il diritto a una giusta ed equa mobilità pubblica, a un più efficiente servizio sanitario, al ripristino di una giustizia di prossimità, al rilancio del sistema produttivo, turistico, agricolo.

Le due aree della Sibaritide e del Crotoniatide sono vittime di un vero e proprio atto di cannibalismo socio-economico-produttivo. Il tracollo di Crotone e di Corigliano Rossano nasce da una cabina di regia ben precisa. Nella città di Pitagora vi erano tutte le condizioni affinché, la stessa, potesse divenire un vero punto di riferimento per l’intero sistema Calabria. E invece, è stata ridotta ad area depressa, fanalino di coda per qualità della vita nella classifica nazionale delle 107 province italiane, per tasso di disoccupazione e per produttività. Dati assurdi determinati da un atteggiamento di vero ostruzionismo perpetrato da una classe dirigente centralista miope, avvitata su sé stessa, e sprovvista di una visione politica di ampio respiro. Tutti fermi di fronte a un atteggiamento dello Stato inqualificabile che propone l’industria pesante, compromettendo le sorti vocazionali dei due territori, da un lato Pertusola (Crotone), dall’altro Enel (Corigliano Rossano), determinando di fatto la morte in eterno di prestigiose aree sulla costa ad alta vocazione turistica. Oggi, in quelle aree, sussiste un ammasso di materiale ferroso e abbandonato, mai rimosso, e senza giungere ad alcuna bonifica.  

Una cabina di regia che tende ad uccidere l’economia del versante jonico rivierasco: sono stati citati, non a caso – nel corso dell’incontro - i processi storici ed attuali della rete infrastrutturale. Cenni sullo scempio della tratta ferrata jonica, i cui lavori di elettrificazione Taranto- Metaponto- Sibari- Cosenza si completarono negli anni Ottanta, isolando il tratto Sibari- Crotone. Strategia che, per via della evoluzione tecnologica di Trenitalia, provocava la soppressione di convogli e stazioni ferroviarie. Lo stesso disegno criminale è in atto per la statale 106 jonica: finanziata la tratta Roseto-Sibari a 4 corsie e già pronto il collegamento Sibari – Firmo. Mentre per il segmento Sibari- Crotone è prevista la realizzazione di rotatorie. Tutto questo ha sortito l’effetto di una morìa graduale dei territori del crotoniatide e in larga parte della Sibaritide. Verificando le condizioni dell’arteria è constatabile visibilmente come la vera priorità fosse proprio la tratta Sibari-Crotone.

Occorre, al contrario, accelerare il processo di elettrificazione della tratta ferrata, battersi per un 106 a 4 corsie sulla Sibari-Crotone, dare attuazione alle vie del mare, e consentire il raggiungimento dello scalo aereo di Crotone in poco tempo, così da rilanciare l’importante infrastruttura e garantire un servizio efficiente all’utenza dell’alto jonio.  

Con la costituzione della Provincia della Magna Graecia – a parere del Comitato - sussistono le condizioni per uscire dell’ isolamento. Molto dipende dai cittadini e dalla capacità di far sentire il peso della mobilitazione attorno a questo progetto. Tutti sono chiamati in causa: gli imprenditori, i sindacati,  i professionisti, il mondo della scuola, la Chiesa, la politica, i giovani. Crotone e Corigliano Rossano, due grandi città dalle notevoli potenzialità, si presentano con caratteriste inquietanti: la desertificazione assoluta delle vie principali delle due città, stazioni ferroviarie chiuse, commercianti con l’acqua alla gola, imprese al collasso, ospedali piegati ad offrire i servizi minimi essenziali. Costo della vita per ciascun cittadino alle stelle, per via delle politiche nefaste del centralismo.    

La nuova Provincia della Magna Graecia cambia volto all’esistente! L’introduzione di due “co-capoluoghi” si traduce in maggiore autorevolezza e prestigio nei rapporti di forza con le altre realtà della stessa Calabria.

Il potere decisorio politico-istituzionale non più in mano al centralismo ma alla MAGNA GRAECIA, solo così si potrà combattere la parte culturale di assoggettamento politico abbattendo ogni steccato di tipo localistico e ragionando in ottica di inclusività sussidiaria tra i due “co-capoluoghi” e le loro rispettive aree di pertinenza nella grande e unica area vasta “MAGNA GRAECIA”.  

Disegnare una nuova portualità, immaginare le vie del mare, stipulando convenzioni con compagnie di navigazione per garantire collegamenti Sibari/Corigliano-Rossano/Crotone e viceversa, e avviare rapporti anche commerciali (via mare) con la Puglia mediante l’impiego di aliscafi. E, contestualmente, rendere navigabile il Crati, così da tradurre in indotto politiche turistiche sul fronte Cosenza-jonio. 

Tra i primi risultati immediati un ospedale di eccellenza  HUB (requisito minimo di abitanti 300mila), una direzione sanitaria provinciale autonoma ed azienda ospedaliera, una centrale operativa autonoma del 118. Con questa futura organizzazione cesserebbe lo svilente esercizio di sindaci e parlamentari che mendicano alle istituzioni l’aumento di un singolo medico in pronto soccorso o in altre divisioni.  

L’avvocato Antonio Senatore – amministrativista del Foro di Roma-  ha spiegato come, al fine di raggiungere l’obiettivo, sia necessario pervenire alla deliberazione dei Consigli comunali, seguiti dai pareri non vincolanti di Regione e Parlamento.  Puntare, infine, su un brand turistico che culturalmente ruoti attorno alla storia della Magna Graecia, così da intercettare l’attenzione internazionale.

Prossime tappe: redazione di un progetto illustrativo da consegnare ai sindaci, ai presidenti dei consigli comunali e a tutti i consiglieri comunali; istituzione in ogni comune di singoli presidi di sensibilizzazione. Il tutto accompagnato da una adeguata campagna di promozione dell’idea».

 

 

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