Il comitato "Contrada Margherita unita” nella persona del suo presidente Salvatore Cammariere - è scritto in una nota - vuole denunciare pubblicamente la mancanza di acqua in tutta la periferia nord della città di Crotone. Ormai è diventata veramente una situazione incresciosa quella che si verifica tutti gli anni, specialmente nei mesi più caldi in cui ci lasciano giorni e giorni senza un goccio d’acqua. Dopo una segnalazione a me pervenuta - scrive Cammariere - dal responsabile Arssa di Crotone in cui si rilevava che presso l’acquedotto adduttore a questa zona si è verificata una anomalia molto rilevante. In particolare - scrive ancora il presidente del comitato - mi si informava che l’azienda Sorical, che ha la gestione delle pompe presso l’acquedotto, sostituisce la pompa grande con quella piccola. Questo scambio non permette alle contrade Nord di avere l’acqua che ormai continua a mancare da circa una settimana. Mi chiedo: si può nei termini legali interrompere un bene di prima necessità senza preavviso per tutto questo tempo? Siamo stanchi - prosegue la nota - di essere trattati in malo modo. D’altra parte, come al solito, le cose si fanno a metà o male. Tutta la città deve avere gli stessi diritti. Noi non possiamo essere trattati come cittadini di serie B: l’acqua è di tutti e a nessuno può essere sottratta. Quindi preghiamo i signori responsabili di intervenire immediatamente per evitare che gli abitanti delle contrade Nord subiscano il peggio. Il nostro appello è indirizzato principalmente ai rappresentanti del territorio presso la Regione Calabria, l'assessore Antonella Rizzo e la consigliera Flora Sculco, perché la rete idrica della zona nord di Crotone la gestisce lo stesso ente. Inoltre volevamo indirizzare anche il nostro appello al sindaco Ugo Pugliese poiché gli abitanti delle Contrade nord fanno parte della città di Crotone, quindi lo sensibilizziamo affinché si renda portavoce per instaurare un tavolo di confronto con tutti i soggetti in causa (Regione, Comune, Prefettura, Arssa, Sorical e Comitati) per trovare una soluzione che volga negli interessi dei cittadini. Ritenendo che i Comitati di quartiere siano una realtà importante per la città, ricoprendo il ruolo di portavoce delle problematiche dei cittadini e promotori di iniziative locali, auspichiamo che questa problematica venga ascoltata al più presto possibile nei confronti delle 3.000 presone che, faticosamente, il comitato "Contrada Margherita unita” cerca di rappresentare al meglio».
«Dopo la Conferenza dei sindaci e la delibera dell'Asp di Crotone in cui sono stati individuati come "fabbisogni" le prestazioni di Radioterapia, Pet e Radiologia, con preoccupazione attendiamo l'esito del riscontro da parte dei Commissari Scura e Urbani». A dichiararlo in un comunicato è il comitato “Noi vogliamo il Marrelli hospital”. «A loro è demandata – scrivono quelli del comitato – l'approvazione e la presa d'atto di questo decreto, ma a loro è demandato anche l'accreditamento successivo di queste prestazioni che il Marrelli Hospital potrebbe erogare, oltre che l'assegnazione di un budget adeguato per consentire alla clinica di poter partire con l'attività di ricovero ed arrivare a fine anno. Siamo preoccupati in considerazione della reale volontà dei commissari, ma siamo anche preoccupati per i tempi: le lungaggini purtroppo non giovano e rischiano di vanificare tutti gli sforzi finora profusi da coloro che in questa vicenda si sono impegnati ed hanno dato il loro valido apporto. Ci sono voluti circa due anni per arrivare all'autorizzazione del Marrelli Hospital, pur avendone i requisiti e trascurando, diciamo, inavvertitamente l'istruttoria positiva del dipartimento della Salute e nonostante il decreto del commissario ad acta numero 9 del 2015 portasse con sé una dotazione di 99 posti letto, si è dovuto attendere la predisposizione e la consequenziale approvazione di una nuova rete ospedaliera. Non vorremmo si ripetesse lo stesso film, un film già visto. La richiesta di licenziamento collettivo avanzato dalla proprietà del Marrelli Hospital al tavolo dei sindacati, è ancora in piedi ed i termini (45 giorni) scadono il 31 Gennaio. Purtroppo la vicenda si porta avanti da troppo tempo: sono ormai trascorsi 13 mesi dall'assunzione di tutte le maestranze, e a parte i pochi pazienti che accedono privatamente alla clinica, poco, o quasi nessuna attività lavorativa è stata avviata. A questo si aggiunge che le risorse aziendali sono finite e senza un avvio fattivo dell'attività lavorativa di 80 fra tecnici e professionisti, rischia di concludersi. Per affrontare la questione è stata richiesto dalla proprietà del Marrelli Hospital un incontro urgente con Confindustria e parti sociali. Intanto abbiamo appreso che è stato depositato il ricorso per chiedere la sospensiva del decreto 135/2016, il decreto incriminato che ripartisce i fondi dell'ospedalità privata assegnando un budget irrisorio ed iniquo al Marrelli Hospital. Un atto ritenuto illegittimo e immotivato, e dunque la speranza è che sia presto sospeso dal Tribunale amministrativo di Catanzaro».
«Il Comitato cittadini aeroporto Crotone - è scritto in una nota stampa -, negli ultimi giorni, in rispettoso silenzio per poter comprendere le volontà politiche e il susseguirsi di incontri e notizie che sono apparsi più surreali che degne di attenzione, sottolinea che, alla luce della conclusione del tavolo in Cittadella, è inaccettabile che si torni a parlare un politichese che è incomprensibile ai comuni mortali. È impensabile - stigmatizza il comitato -, dopo 90 giorni dalla chiusura dello scalo, che al tavolo in Regione si concordi su linee politiche comuni per la risoluzione del problema. Fino ad oggi - chiede il comunicato - queste linee comuni non sono sembrate indispensabili per affrontare in modo concreto la problematica aeroportuale? Nessuno ha pensato che forse un finanziamento regionale prima del 30 ottobre avrebbe scongiurato la chiusura dell’aeroporto di Crotone? Lo stesso finanziamento, fortunatamente, che ha reso possibile la proroga dell'esercizio provvisorio a Reggio Calabria. Ma evidentemente - commenta amaro il comitato - i cittadini calabresi non hanno tutti pari diritti e uguale dignità! La conclusione da trarre, in base a quanto affermato congiuntamente da chi ha presenziato quel tavolo regionale, è la conferma che la chiusura del nostro scalo è stata determinata da sole strategie politiche funzionali ad interessi partitici anzi a lotte partitiche. Avete finito la guerra? Era ora, fermo restando che nessuno ci crede. Dai comunicati - incalza il comitato - si evince la necessità di pareri legali per trovare una soluzione immediata al problema. Benissimo! Ma che non si pensi all’ennesima scappatoia di una società che tuteli, per l’ennesima volta, solo interessi di parte perdendo di vista un piano industriale volto allo sviluppo economico del territorio e alla stabilità dello scalo. Non si pensi che si possa ignorare un ricorso vinto con sentenza espressa dal Tar in data 16 gennaio a meno che non si voglia continuare a fare alchimia politica. Ciò premesso, il Comitato cittadino aeroporto Crotone - propone la nota - invita il governatore Oliverio a chiedere, con determinazione, che Enac, corresponsabile della situazione attuale creatasi, subentri come gestore diretto dello scalo con apertura immediata dell'infrastruttura fino ad espletamento del nuovo bando e assegnazione a Società vincitrice. Si tenga presente che Enac, in altre realtà del paese gestisce direttamente diversi scali aeroportuali, per cui il comitato, vista la criticità del S. Anna, visti i tempi necessari al Consiglio di Stato per esprimersi sull’altrettanto legittima impugnazione della sentenza del Tar, chiede all’Enac che si proceda con la stessa formula di gestione già in corso in altri aeroporti italiani e pertanto attuabile».
«Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. Da giorni ormai stiamo manifestando per chiedere ascolto e sopratutto vicinanza, ma salvo fare eccezioni ci è mancato il supporto di chi ha responsabilità politiche importanti. Ci riferiamo, perché a noi piace fare nomi e cognomi, ai parlamentari Nicodemo Oliverio e Dorina Bianchi». Lo afferma, in un comunicato, il Comitato Marrelli Hospital. «La Bianchi - aggiunge - con responsabilità dirette nel governo nazionale, prima con Renzi oggi con Gentiloni. Siamo dell'avviso che i parlamentari, espressione del territorio, dovrebbero tutelare gli interessi, anche i nostri, che siamo 80 persone a rischio licenziamento. Nonostante i numerosi appelli di queste settimane, gli onorevoli Nicodemo Oliverio e Dorina Bianchi hanno preferito il silenzio totale sulla nostra vicenda. Non hanno, neppure, accolto l'invito formulato dai sindacati due settimane fa a partecipare al tavolo tenutosi alla Cisl e non hanno neanche giustificato o motivato la loro assenza. Forse, perché difendono l'operato di Scura e Urbani e sono d'accordo con loro? O forse perché sono distratti. Un parlamentare, a nostro modesto avviso, dovrebbe partecipare alle problematiche del proprio territorio e magari porsi al servizio dei cittadini in qualità di esponente nazionale. Per Oliverio e Bianchi, probabilmente, sono pochi gli interessi per questa città e se si assentano su questioni importanti, come quelle del Marrelli Hospital, immaginiamo sulle altre di minore importanza». «Fortunatamente, e di questo siamo felicissimi - conclude il Comitato - abbiamo registrato la vicinanza di quasi 15 mila persone che in questi giorni hanno inteso aderire alla petizione per chiedere un tavolo al ministero della Salute». (ANSA)
Una delegazione del Comitato cittadini Aeroporto Crotone e' stata ricevuta dal sindaco Ugo Pugliese, al quale sono state manifestate preoccupazione e dissenso circa il silenzio e l'immobilismo creatosi intorno alla chiusura dello scalo aeroportuale. "Il comitato, non avendo voluto intenzionalmente soffermarsi su tutte le vicende in chiaro-scuro che hanno portato alla chiusura dello scalo - si legge in una nota - ha espresso con determinazione la necessita' immediata di mettere in campo quanto necessario per la riapertura dello stesso. Il primo cittadino, in un clima disteso e cordiale, segno di notevole apertura, ha sottolineato il suo massimo impegno esternando notevoli perplessita' in merito all'atteggiamento di Enac riguardo l'aeroporto Crotone e si e' trovato in piena sintonia con la richiesta della delegazione di indire al piu' presto un tavolo di concertazione che includa tutte le figure istituzionali del territorio, il prefetto, i sindaci dell'intera fascia jonica, le associazioni di categoria, Confcommercio, Confindustria e tutte le realta' associazionistiche del Crotonese. E' corretto e doveroso sottolineare il grande impegno e disponibilita' che il sindaco ha mostrato attivandosi nell'immediatezza. In presenza della stessa delegazione, ha infatti fissato il tavolo di concertazione per lunedi' 16 gennaio alle ore 16 nella sala consiliare. Il Comitato, sicuro che il primo passo si sia fatto, ora ha anche qualche speranza che questo assordante silenzio si rompa". Sempre lo stesso comitato rende noto che questo sabato si terrà: «Un sit-in davanti la Prefettura di Crotone in contemporanea con quello che il Comitato di Reggio farà davanti il rispettivo Utg. Gemellaggio - spiegano gli organizzatori nato per difendere il nostro diritto alla mobilità! Noi crotonesi, noi calabresi vogliamo mandare un messaggio Importante a chi ci amministra, a chi governa la nostra spledida terra: la Calabria è unita! La Calabria esige i propri diritti!».
«Gentilissimo sindaco - scrivono Giuseppe Martino e Ines Maroni del "Comitato cittadini aeroporto Crotone" - è arrivato il momento di decidere cosa si vuol fare del nostro territorio. Si può condividere l’idea che il nostro futuro venga dal mare ma resta solo un’idea, il dato di fatto è che stiamo affogando! Il "Comitato cittadini aeroporto Crotone", in attesa ormai da troppo tempo di risposte in merito alla riapertura dell’aeroporto Sant’Anna, intende investirla formalmente affinché si giunga, nel più breve tempo possibile, alla risoluzione della problematica e alla riapertura della nostra importante infrastruttura. Il silenzio - commentano Martino e Maroni - di tutta la politica locale, regionale e nazionale sulla vicenda è inaccettabile, i cittadini pretendono che i responsabili istituzionali, deputati alla programmazione e sviluppo economico del territorio, debbano farsi carico di un vigile controllo su tutti gli atti che devono condurre alla riattivazione dello scalo e alla tutela del diritto alla mobilità. Il comitato, volendo sollecitare le coscienze di coloro che sono deputati ad agire nell’interesse della comunità, intende affrontare un percorso comune che possa consentire al territorio di avere soddisfatto il suo diritto primario. I cittadini, che fino ad ora hanno improntato ogni azione di protesta in un alveo di legalità, sono ormai stanchi e indirizzati ad azioni forti ed eclatanti di fronte al perdurare di una stagnante inattività da parte di chi persegue solo interessi di parte. Il comitato, in questa fase, si pone per l’ennesima volta in una posizione di collaborazione e confronto, chiedendo il suo intervento e l'intervento di tutti i sindaci della fascia jonica, convinto, ancora, che il buon senso e la tutela del bene comune possano essere messi al di sopra di qualsiasi conflitto partitico o di qualsiasi altro interesse. A chiedere quanto sopra non è il Comitato, che funge solo da trait d’union fra cittadinanza e istituzioni, sono i 4.000 firmatari della petizione, sono i nostri giovani, i nostri figli, i nostri malati, sono tutti coloro ai quali è stato negato il diritto al calore familiare, alle cure che spesso devono essere cercate lontano dalla propria terra, sono tutti quelli ai quali è stato tolto il diritto alla mobilità».