Dal comitato "Noi vogliamo il Marrelli hospital" parte una petizione per la richiesta di un tavolo urgente con il ministero della Salute e governo regionale sulla vicenda del Marrelli hospital che chiede un budget di gran lunga superiore ai 2,9 milioni di euro assegnati dai commissari Scura e Urbani nell'ambito dell'accredimento al sistema sanitario regionale per le chliniche private. «Da cittadini di Crotone e della Calabria - è scritto nella petizione - chiediamo che il governo nazionale convochi con urgenza un tavolo per affrontare quello che è diventato un vero e proprio scandalo nazionale ed una "vergogna" per la Calabria intera: esiste a Crotone una struttura che rappresenta un vero e proprio polo oncologico, l'unico polo oncologico della regione, una struttura completa, altamente qualificata e con le migliori tecnologie esistenti sul panorama internazionale, ma che i commissari inviati dal ministero della Salute, vogliono tenere chiusa, o più precisamente vorrebbero farla funzionare con soli 3 milioni di euro, la somma sufficiente a tenerla aperta per pochi mesi ed a coprire appena 10 posti letto rispetto ai 60 posti letto accreditati. Un contentino - commentano quelli del comitato - che offende, non solo quello che la struttura rappresenta nel panorama nazionale, ma soprattutto i crotonesi ed i calabresi che con i risparmi di famiglia sono costretti a emigrare in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, pur avendo vicino casa un ospedale che potrebbe soddisfare la loro esigenze di salute ma che per scelta i commissari Scura ed Urbani tengono frenato. La storia del Marrelli Hospital è emblematica e ci fa percepire chiaramente qual è il clima e gli interessi che si muovono intorno al tema della mobilità sanitaria. Gli ultimi dati pubblicati dal ministero e riferiti all’anno 2015 (Pne Esiti 2016) sono gravi ed evidenziano come la migrazione sanitaria dalla Calabria non si arresta e addirittura aumenta, con una situazione che risulta essere molto, anzi troppo preoccupante. Qualche esempio: nel 2014 l’80.6% dei calabresi emigrava per tumore del polmone, nel 2015 diventano il 92,7%. Nel 2014 il 41,1% delle donne calabresi con cancro del seno vanno fuori Regione, mentre nel 2015 il dato cresce al 45,6%.
Complessivamente, considerando la chirurgia per le neoplasie più importanti (polmone, seno, colon retto, prostata, vescica e tumori ginecologici), la migrazione sanitaria oncologica in Calabria nel 2015 supera il 40% ed a Crotone, nel 2015, addirittura il 51%. Un dato sconcertante, grave e che non può essere ignorato. Il valore economico annuo delle migrazioni sanitarie è pari a circa 300milioni di euro ed investe 60.000 famiglie di calabresi. Nel 2016 solo in Calabria sono stimati 10.400 nuovi casi di tumore. Il governo nazionale - esorta il comitato - deve prenderne atto e deve affrontare seriamente il problema perché come se non bastasse la devastazione fisica e psicologica che implica ricevere una diagnosi di cancro, essere costretti a frequenti e costosissimi “viaggi della speranza” per curarsi è una vera è propria disgrazia, non più sopportabile. Chiaramente la struttura crotonese non risolve in toto il problema della mobilità sanitaria, ma rappresenta il primo vero tentativo di emarginarla. Diversi i professionisti che hanno sposato il progetto e tanti i collegamenti funzionali con le realtà mediche dove abitualmente si rivolgono gli emigranti. È alquanto palese che ignorarla sarebbe un vero e proprio schiaffo alla nostra regione. Ecco perché, come Comitato - conclude la petizione - nato a favore e supporto del Marrelli Hospital, chiediamo che finalmente il governo nazionale si faccia carico di questo problema, e convochi un tavolo serio ed urgente per quello che tra i tanti problemi è diventato quello principale per i calabresi: la salute ed il diritto di potersi curare nella propria regione».
«È Un Natale amaro - scrive Comitato cittadino aeroporto Crotone -, un Natale senza la classica letterina (siamo troppo grandi e troppo poco innocenti per scriverla). Sarà un Natale di rabbia e tristezza, di sgomento e spallucce all'insù. Questo Natale - sottolinea il comitato - chiude in pompa magna l'intero anno, segnato da mesi di campagna elettorale amministrative allo stremo delle forze in cui ha prevalso la vecchia politica dello scambio travestita da nuova politica del fare, la chiusura di un aeroporto virtuoso (dati Enac), mesi di programmi televisivi, giornali tempestati di notizie e presenze "illustri" in città per parlare del Referendum, scandalo dei Comuni di Roma e Milano ecc ecc. Un anno ordinario diremmo. Nulla di nuovo! Ormai è abitudine pronunciare la frase: sono tutti uguali! Viene eletta sempre la stessa gente! Ma c'è una cosa a cui non ci abitueremo mai, all'immobilismo della gente! Da cui ne scaturisce menefreghismo, incuranza per le cose importanti, disinformazione, riluttanza e ignoranza. Tutte dinamiche che fanno sprofondare una città e una nazione intera in uno stato di caos e negatività inimmaginabile! Sembriamo tutti dei disagiati politici. Siamo talmente avversi a questa parola, politica, che attribuiamo ad essa anche il guasto della nostra auto. Il problema non risiede nella politica, bensì in chi ne fa uso in maniera impropria e sbagliata. L'errore è insito nell'uomo, non nella politica. La politica è uno strumento messo a nostra disposizione per regolamentare la vita economica e sociale di un Paese. Questa viene sporcata al solo pensiero di usarla per tornaconti personali, giochi di potere o semplicemente in maniera non competente. Questo è accaduto ieri per l'emendamento a firma dei consiglieri regionali Graziano-Guccione. Emendamento che reintroduce l'aeroporto di Sibari nel Prt (Piano regionale trasporti). Presente-assente a questo consiglio la consigliera Flora Sculco. La stessa Flora Sculco che circa un mese fa al consiglio regionale, in cui vennero discusse le linee del Prt, non fece alcuna osservazione a sostegno all'aeroporto di Crotone e nessuna obiezione riguardo al progetto di apertura dell'aeroporto di Sibari. Disse la consigliera: vista la mancata approvazione definitiva, al momento opportuno saranno presentati degli emendamenti a favore dello scalo crotonese. Ieri è stato approvato il Piano regionale dei trasporti e di emendamenti della Sculco neanche a pagarli! Nemmeno uno a scongiurare quell'emendamento puntualmente arrivato a firma di Graziano e Guccione per affermare il progetto dello scalo di Sibari, e nemmeno un voto contrario, bensì l'astensione. La scelta di votare contro avrebbe salvato almeno la faccia ma le strette di mano tra loro evidentemente sono più forti! L'ennesimo schiaffo all'intera città di Crotone, specialmente a chi l'ha votata e soprattutto all'intera fascia Jonica. Inevitabilmente, come un boomerang, ritorniamo sulle parole scritte poco fa. La colpa non sta nella politica ma in chi ne fa uso e in chi permette a personaggi grotteschi e senza argomentazioni di rappresentare la collettività. Personaggi più attenti ai meccanismi politici che non al bene di migliaia di abitanti. Personaggi che credono di svolgere un lavoro ordinario, le cui responsabilità sono limitate a se stessi dimenticando il peso che comporta rappresentare la vita, il benessere e la speranza di ogni singolo cittadino. Buon Natale!»
«In una partecipata assemblea – informa un comunciato del comitato provinciale di Sinistra italiana – tenutasi presso la sede Arci di Crotone, alla presenza di Angelo Broccolo coordinatore regionale di Si, è stato formalizzato l'avvio del comitato promotore di Sinistra italiana nel Crotonese. Militanti di differente provenienza politica organizzata che, tuttavia, si riconoscono nel tentativo di mettere in opera una forza autenticamente di sinistra in Italia, si sono ritrovati ad avviare i percorsi di adesione che condurranno al congresso nazionale entro il prossimo febbraio 2017. Nel corso dell'assemblea – spiega la nota – si è analizzata la straordinaria portata politica del voto referendario il cui esisto positivo ha respinto il piu' audace e pericoloso tentativo di modifica della Carta costituzionale repubblicana. Le ragioni sociali del no vanno ricercati nel crescente impoverimento della popolazione italiana. I dati impietosi pubblicati in questi giorni dall'Istat consegnano un Paese con 19 milioni di persone a richio povertà o di incipiente esclusione sociale. Dati che in calabria si moltiplicano con particolare riflesso sulle fasce giovanili e sulle donne. Molti interventi hanno posto l'attenzione sui problemi della sanità, dei trasporti e della precarietà lavorativa soprattutto giovanile. Nel prendere atto positivamente – puntuallizza il comunicato – della posizione espressa da alcuni sindaci in merito al ricorso al Tar per quanto attiene il problema delle trivellazioni sul nostro mare, è opportuno ricordare che una delle motivazioni del No trovava fondamento proprio nel tentativo di modifica del titolo V che prevedeva un accentramento dei poteri decisionali proprio per quanto riguarda problematiche simili. Appena pochi mesi orsono il conformismo politico di alcuni sindaci del PD ha portato alla diserzione delle urne durante il referendum sulle trivelle.Le trivellazioni dei nostri mari sono frutto delle scelte precise degli ultimi governi a guida Pd.Si traggano – conclusioni – le dovute conseguenze in questo senso».
Il comitato Marrelli hospital sollecita un incontro con i commissari Scura ed Urbani per sbloccare l’accreditamento della struttura col Sistema sanitario regionale. «Vista l'imminente decisione – scrive il comitato – in merito all'assegnazione dei tetti di spesa alle strutture private, il comitato "Noi vogliamo il Marrelli hospital", composto da dipendenti della clinica, pazienti e liberi cittadini che ritengono questa struttura sanitaria importante per tutto il territorio provinciale e regionale, sollecitano un incontro urgente con i commissari Scura ed Urbani. Una struttura sanitaria – commentano – come quella crotonese, che potrà essere un'attrazione non solo per i pazienti calabresi ma anche per tanti fuori regione, merita il giusto riconoscimento e non può essere mortificata da un'ipotesi di budget che basterebbe a tenerla aperta solo per qualche mese. Questo è il momento del coraggio – esorta il comitato –, cari commissari, è il momento di dimostrare se veramente vogliamo e possiamo fare qualcosa per calmierare l'annosa piaga della mobilità sanitaria. Il Marrelli Hospital si è impegnata ad assorbire almeno il 5% dell'attuale mobilità sanitaria, e questa è un'offerta a cui la nostra regione non può rinunciare. Dopo oltre 10 anni, il Marrelli Hospital – puntualizza il comitato – è la prima nuova struttura privata nata in Calabria. E' frutto della caparbia e forse della follia di un imprenditore che ha rischiato tutto per mettere in piedi questo progetto, una struttura desiderata e difesa da tanti sostenitori, ma soprattutto è una struttura che può strategicamente aiutare di molto il pubblico ponendosi ad integrazione e supporto per la cura di tutte quelle patologie per le quali oggi i calabresi scelgono ospedali fuori regione. Gentili commissari – concludono –, disconosciamo le vostre reali intenzioni, ma questa volta oltre che la testa, i numeri e le statistiche, vi chiediamo di metterci il cuore. Ve lo chiedono non solo le famiglie di 300 dipendenti, ma ve lo chiedono soprattutto le famiglie di tanti pazienti e cittadini calabresi che hanno visto in questa struttura una speranza per la fine del loro calvario».
Il Comitato cittadino aeroporto Crotone, dopo aver raccolto tantissime firme, ha deciso di indirizzare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella una richiesta di aiuto per il nostro territorio sul problema dell'Aeroporto chiuso ormai da oltre un mese. «Il Comitato cittadino aeroporto Crotone – si legge nella missiva –, desidera rivolgersi a lei presidente Mattarella nella sua veste di Tutore Istituzionale dei nostri diritti costituzionali; di Rappresentante di tutti i cittadini italiani; di figura di garanzia al di sopra di ogni schieramento politico. Si fa appello a lei affinché venga garantito al territorio crotonese il diritto alla mobilità, come sancito dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti dell’Unione europea. La chiusura dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone, avvenuta in via definitiva, il 31 ottobre 2016, dopo un periodo di attività caratterizzato da dati in incremento record all’interno delle statistiche nazionali relative al trasporto passeggeri, lascia repentinamente il territorio della fascia ionica in grave e pregiudiziale isolamento geografico. Un contesto territoriale dei trasporti locali già penalizzante in riferimento alla riduzione avvenuta per i collegamenti ferroviari, e dai tempi di percorrenza biblici necessari per raggiungere dal territorio crotonese l’autostrada A3 utilizzando la Strada statale 106 denominata tristemente “La strada della morte”, è stato con questo atto di chiusura ulteriormente danneggiato nel proprio diritto alla mobilità. Si evidenzia come la comunità crotonese da decenni soffra la necessità di una forte migrazione sanitaria soprattutto per patologie oncologiche, tanto che i cittadini crotonesi cominciano a credere di vivere in un altro stato che non è Italia ed in un altro continente che non è Europa. Osserviamo, dal nostro punto di vista, un’Italia che viaggia a due velocità e la Calabria la quale a sua volta ha una velocità di sviluppo differente fra fascia tirrenica e fascia ionica. Crotone in questo contesto risulta completamente isolata da un punto di vista infrastrutturale anche tra l’alto e il basso ionio con conseguenze drammatiche sull’economia del territorio. Crotone, ultima in classifica nella recente indagine giornalistica sulla qualità di vita delle province italiane, vive sulla propria pelle questa tangibile e cruda realtà e non si può permettere la chiusura dell’unica indispensabile infrastruttura di mobilità perché sarebbe l’ulteriore attacco alla dignità ed alle aspirazioni del territorio. L’attuale isolamento sta già generando un danno concreto a tutto il sistema economico locale ed un blocco della crescita in tutti i settori, con particolare riferimento allo sviluppo turistico e culturale causando una progressiva e drammatica migrazione dei nostri giovani, i quali dotati di capacità e menti brillanti, sono costretti ad abbandonare la nostra terra per costruire il proprio futuro. Sigor Presidente Mattarella, come Comitato di cittadini, siamo costretti a prendere atto dell’incapacità delle nostre Istituzioni di tutelare codesto bene comune e del fallimento di tutta la classe dirigente politica locale, pertanto, ci rivolgiamo con fiducia e speranza alla Sua sensibilità di “buon padre di famiglia” affinché Lei possa risollevare i cittadini crotonesi dal gravissimo disagio che stanno vivendo. Presidente Mattarella, con rispetto istituzionale ma anche con profonda consapevolezza civica dei nostri diritti di cittadini italiani ed europei, chiediamo un suo forte intervento sugli organi competenti perché si ottenga l’immediata riapertura dello scalo aeroportuale Sant’Anna di Crotone. Il Comitato, a nome proprio ed in rappresentanza di circa quattromila firme raccolte tra i cittadini a sostegno della riapertura dello scalo aeroporto di Crotone, avendo suscitato anche una forte mobilitazione di tutta la classe studentesca, auspica un Suo urgente interessamento e Le chiede un’udienza per significarLe tutto il nostro disagio ed il rammarico di una terra abbandonata dallo Stato italiano».
«Voterò sì al Referendum perchè è un vero di tentativo di cambiare L'italia, una sfida verso il rinnovamento». Così il rettore dell'Unical Gino Crisci ha motivato la sua adesione, da privato cittadino, al comitato Basta un sì che ieri mattina è stato presentato anche a Crotone. Referente per il territorio pitagorico è Artuto Crugliano Pantisano. Con lui, ieri mattina, hanno presieduto la conferenza stampa di presentazione del comitato anche l'assessore regionale all'Ambiente Antonella Rizzo, il sindaco di Caccuri Marianna Caligiuri, mentre ha moderato Antonella Stefanizzi, già candidata alle elzioni comunali per il Pd alle ultime Amministrative. Secondo quanto riferito nell'incontro, hanno aderito al "Sì" anche i sindaci di Strongoli, Belvedere Spinello, Santa Severina, Roccabernarda ed erano inoltre presenti il sindaco di Melissa Gino Murgi, i consiglieri Pd al comune di Crotone Saverio Flotta, Michele Ambrosio, Giuseppe Fiorino e Mario Megna; così come gli ex consiglieri Osvaldo Scarriglia e Giancarlo Devona, l'ex assessore e consigliere Giovanni Rizzuto, i dirigenti del Pd Pietro Secreti, Maurizio Tricoli e Pino Megna. «È un grosso tentativo - ha detto il magnifico rettore - che l'Italia deve compiere per darsi una spinta che vada verso il rinnovamento. È anche il motivo fondamentale - ha inclazato il professor Crisci - per cui abbiamo il dovere morale e culturale di votare Sì». Il rettore è entrato anche nello specifico della riforma costituzionale che porta la firma del presidente Renzi e del ministro Boschi. «Una cosa fondamentale che viene ripettata in questa proposta di modifica - ha tenuto a sottolineare il rettore - è che non viene toccata la parte prima della Costituzione, quella che è veramente fatta bene ed è un pilastro della società italiana. È la parte seconda della carta fondamentale dello Stato - ha sottolineato - a essere interessate dalla proposta. Il capitolo V della Costituzione - ha ricordato Crisci - molte volte è stato già modificato. Questa parte della Costituzione - ha esorcizzato il rettore dell'Unical - deve essere adeguata in quanto la società non è statica, ma evolve col mondo in maniera molto più veloce di quanto io stesso immaginavo durante la mia giovinezza». A introdurre il dibattito era stato Arturo Crugliano Pantisano che aveva precisato come facciano parte del comitato tanti giovani, ma anche tante persone adulte, comprendendo in esso una fascia che va dai 19 agli 80 anni. «È importante andare in massa a votare - ha spiegato Pantisano - perché si tratta di un Referendum confermativo e quindi non necessita del 50% più uno degli aventi diritti al voto. Non importa schierarsi con le posizioni di un partito politico - ha proseguito - ma con l'idea che ci si è fatti di questa proposta di riforma».