Il sindaco di Scandale Iginio Pingitore e il vicesindaco Salvatore Rota hanno sporto querela contro gli autori della lettera pubblicata ieri dalla ProvinciaKR, inquanto, il suo contenuto è diffamatorio e non risponde al vero e non è riconducibile al comitato "Scandale nel cuore". Ignoti, infatti, si sarebbero firmati in maniera fittizzia col nome del movimento, inviando la missiva al giornale attraverso l'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. In essa, oltre alla richiesta avanzata dalla Ecolsystemi alla Regione per realizzare una discarica di rifiuti speciali in località Corazzo a Scandale, si facevano riferimenti non veritieri sull'attività condotta dalla stessa azienda che ha un impianto a biomasse nella zona. Il sito, illustrato nella mail attraverso 4 foto aeree, è infatti continuamente monitorato e dunque in piena regola. La ProvinciaKR prende le distanze dai diffamatori.
I cittadini del comitato di quartiere "Reggio – Poggioreale" nell'esprimere il proprio apprezzamento per l'inizio dei lavori di riqualificazione di via Tellini (in particolare del tratto sottostante le mura del bastione Don Pedro che costituisce un sito di interesse storico, archeologico e architettonico della città, finora ingiustamente trascurato), «intendono evidenziare che, la zona suddetta, presenta delle vere e proprie emergenze per la vivibilità del quartiere, in particolare riguardo ai servizi fognari e alla rete idrica».
«Come è noto – sottolineano i cittadini – la fognatura è in condizioni di totale degrado, essendo questa obsoleta e danneggiata in più punti, tanto da compromettere le condizioni igienico-sanitarie del quartiere». Pertanto i cittadini chiedono che «si proceda prioritariamente al rifacimento delle reti, in particolare quella fognaria, per evitare ulteriori interventi in futuro, con dispendio di ulteriori risorse pubbliche».
Per quanto riguarda invece la parte in esecuzione del progetto, consistente nella realizzazione di uno spazio attrezzato a verde, i cittadini di Poggio Reale chiedono di «essere sentiti per apportare eventuali aggiustamenti che non modifichino la sostanza del progetto, ma ne consentano una fruizione migliore per residenti ed esercenti». «Tutto ciò – concludono – nello spirito di partecipazione e collaborazione da parte della cittadinanza interessata alla gestione della cosa pubblica».
«C'è voglia di decoro, pulizia e soprattutto sicurezza: i cittadini sono stanchi di vivere nel degrado!». È dietro queste motivazioni che a Crotone è nato il comitato di quartiere "Reggio – Poggioreale". Raccoglie circa un centinaio fra cittadini residenti ed esercenti che vivono e operano tra via Reggio, via Poggioreale, via Tellini e traverse limitrofe. Chiedono alle autorità competenti l'adozione di provvedimenti necessari per migliorare la vivibilità e la sicurezza delle vie in questione. Da poco hanno anche inviato una lettera aperta al sindaco di Crotone, al prefetto e al procuratore della Repubblica per denunciare la situazione di degrado in cui sono costretti a vivere. Si dicono pronti a organizzare un calendario di manifestazioni di sensibilizzazione che si terranno tra le vie del quartiere.
«In particolare – scrive la rappresentante del comitato Alessia Sisca (foto) – si fa notare che i lavori di riqualificazione della via G. Tellini, mai portati a termine, (a causa di problematiche in cui non entriamo nel merito) hanno lasciato la predetta via in uno stato di completo abbandono. La pavimentazione sconnessa – sottolinea Sisca – in seguito alla rimozione delle bancarelle, in un'area non transennata, l'illuminazione scarsa e la caduta di ingente pietrisco dalle pareti del castello, mettono in serio pericolo l'incolumità di chi vi transita».
«Nei pressi della adiacente villetta ex orto botanico– rende noto la rappresentante del Comitato –, sita in via Tellini, e nella villetta vicino l'istituto Guido Donegani, adiacente l'ospedale vecchio (o nuovo teatro), si presenta una situazione di forte degrado. Le due aree versano in condizioni di assoluta pericolosità per i cittadini a causa dalla mancanza totale di illuminazione, che fa sì che siano frequentate da persone dedite a spaccio, prostituzione e malaffare in genere, svolgendo inoltre le loro funzioni organiche a cielo aperto».
«La via Tommaso Gullo – prosegue la lettera –, chiusa al traffico, a causa della totale mancanza di illuminazione e dell'impossibilità di accedervi da parte delle forze dell'ordine, è diventata punto sicuro per spacciatori di droghe leggere e utilizzatori di queste ultime a tutte le ore del giorno e della notte. Inoltre la continua presenza di persone poco raccomandabili, non consente ai cittadini di condurre una vita serena e di sentirsi sicuri in casa propria. La segnaletica orizzontale – è segnalato dal comitato –, e in alcuni casi anche quella verticale, è totalmente assente nel quartiere, creando disagio alla viabilità soprattutto in prossimità degli incroci, facendo registrare giornalmente numerosi incidenti che si ripercuotono sulla sicurezza cittadina. A rendere ancora più precaria la situazione, la pressoché totale assenza di illuminazione, rappresentata da pochissimi lampioni, il più delle volte malfunzionanti o rotti».
«Nella via Poggioreale – commenta ancora Sisca – le autovetture transitano a notevole velocità, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Sarebbe opportuno trovare un modo per dissuadere da tale comportamento i conducenti di automobili e ciclomotori in modo da salvaguardare la sicurezza dei cittadini ed evitare rumori eccessivi. La viabilità di via Reggio e la sua rivalutazione sono fortemente compromesse dalla circolazione delle autovetture. Sarebbe opportuno il ripristino del doppio senso di circolazione della prima parte di via Poggioreale in modo da riallacciare via Reggio a Piazza Pitagora».
«Tutto ciò premesso – entra nel merito la lettera – si chiede a chi di competenza di voler intervenire nei modi più opportuni al fine di migliorare le condizioni del quartiere e di conseguenza il benessere della collettività. Trattandosi di un quartiere molto popoloso, che con l'approssimarsi della bella stagione sarà centro nevralgico di attività commerciali, religiose, turistiche, di balneazione, si rappresenta la necessità e l'urgenza di intervenire tempestivamente con controlli da parte delle forze dell'ordine più intensivi, installazione di telecamere e dissuasori della velocità».
Il comitato "Marrelli hospital" ha scritto al ministro della Salute, al direttore generale dello stesso dicastero e al responsabile del Tavolo di verifica per il Piano di rientro della Regione Calabria al fine di sollecitare l'apertura della struttura sanitaria di Crotone. «Proprio in queste ore - scrivono i componenti del comitato - abbiamo letto una dichiarazione del ministro Lorenzin circa il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud per quanto riguarda la sanità. Concordiamo pienamente con lei: è un divario ancora troppo forte. A proposito dei Lea gli ospedali italiani nel 2014 hanno raggiunto buoni standard di efficienza; ma si può dire lo stesso per le strutture del Meridione?», chiedono i componenti del comitato. «In più - prosegue la nota -, i dati del programma nazionale Esiti (Pne) presentato a Roma testimoniano che c'è da fare ancora molta strada per un pieno adeguamento delle nostre strutture sanitarie ai valori di "eccellenza" stabiliti dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Per non parlare dell'aumento della mobilità passiva, con un incremento di risorse finanziarie per far curare noi calabresi altrove, con una spesa sostenuta dalla Regione di oltre 250 milioni di euro l'anno, liste di attesa allungate, carenza di personale per il blocco del turnover, soprattutto nei servizi di emergenza-urgenza. Quello che è certo - sottolineano - è che la Calabria non può mantenere questa condizione. Dobbiamo invertire questa tendenza, cosa non impossibile, come insegnano le esperienze di altre realtà.
Da due anni - entrano nel merito - una struttura sanitaria privata, completamente ristrutturata, all'avanguardia nelle strumentazioni tecnologiche, con una organizzazione professionalmente elevata, è ancora ferma a causa del mancato riconoscimento dell'autorizzazione all'esercizio. Un atto burocratico che Corte Europea, Corte di Cassazione, Consiglio di Stato riconoscono a ogni imprenditore privato. Eppure, ad oggi, il Marrelli Hospital non può prestare alcuna attività, non può rispondere ad alcuna domanda dei tanti malati oncologici che si ribellano alla morte lontano dai propri affetti. Dal mese di agosto - stigmatizzano - i Commissari Scura e Urbani, oltre che la Regione Calabria rappresentata dal direttore del dipartimento Salute, si sono attivati per definire un nuovo fabbisogno di posti letto in Calabria, ma ad oggi questo decreto deve avere ancora il via libera da parte del ministero della Salute.
La nostra forte preoccupazione - sottolineano i componenti del comitato - è che altro tempo sarà consumato, altri viaggi saranno affrontati e altre risorse si spenderanno per mantenere funzionanti i macchinari, rinnovando le garanzie nel frattempo scadute, mantenendo fede agli impegni nei riguardi di personale e fornitori; riaffermando le promesse ai tanti malati di cancro che in questi due anni hanno varcato le porte della clinica per rendersi conto se dentro quelle mura ci potesse essere una speranza. Ecco perché chiediamo al ministro Lorenzin e ai tecnici preposti quanto tempo serve ancora per avere questo parere e perché venga completato questo iter? Se adesso siamo tutti d'accordo - concludono - che questa struttura dovrà aprire chiediamo che questo avvenga subito, prima che inizi un nuovo anno, ... prima che sia troppo tardi».
«Siamo venuti a conoscenza dagli organi di stampa - scrivono gli attivisti del comitato "Salviamo Capo Colonna" - che nei giorni scorsi si è tenuto presso il Museo archeologico di Capo Colonna un incontro [LEGGI ARTICOLO] al quale hanno partecipato: il direttore generale del ministero dei Beni culturali Gino Famiglietti, il soprintendente per i Beni archeologici della Puglia Luigi La Rocca, il direttore del Museo archeologico di Crotone Gregorio Aversa, il sindaco Peppino Vallone, gli assessori Antonella Giungata, Michele Marseglia e Sergio Contarino, il consigliere comunale Giancarlo Devona ed il deputato Nicodemo Oliverio. Ovviamente l'argomento era la rimodulazione del progetto sul promontorio di Capo Colonna. Vorremmo far notare - precisano gli attivisti - che alle figure politiche presenti a questo incontro, non è mai importato nulla del cemento a Capo Colonna, anzi, sono anche colpevoli e complici dello scempio. Nei giorni scorsi - proseguono - abbiamo chiesto in tutti i modi alle istituzioni di coinvolgere i cittadini nelle scelte da fare su posti come Capo Colonna, abbiamo cercato in tutti i modi un dialogo con l'amministrazione, pur consapevoli delle sue responsabilità in questa storia, ma evidentemente ha preferito vedersi in gran segreto con i referenti del ministero, non crediamo assolutamente sia stato un incontro casuale, ma è stato certamente un incontro programmato. Con questo gesto hanno dimostrato che non prendono in considerazione nè quello che pensano i cittadini, nè tanto meno il bene del territorio di cui dovrebbero interessarsi. Eppure avevano affermato il contrario. Ci chiediamo, perché non venirlo a dire prima? Di cosa hanno paura? Perché non coinvolgere la società civile? Perché trattarci come dei "nemici"? Se la situazione che si presenta è questa, non abbia paura l'amministrazione Vallone, per noi sarà un "nemico". Errare umanum est, perseverare autem diabolicum, et tertia non datur».
Si chiama "Sos Aeroporto" il nuovo comitato spontaneo nato a Crotone questa mattina con l'obiettivo di salvare lo scalo pitagorico. Da giovedi' partira' una raccolta fondi tra i cittadini che vorranno dare un loro contributo per dare ossigeno alle casse della societa' aeroportuale. I crotonesi non si fermano nonostante l'impegno della Regione Calabria e gli 800mila euro, che dovrebbero essere versati nelle casse della societa' martedi' prossimo, come garantito proprio ieri dal governatore della Calabria Mario Oliverio. C'e' la paura che i tempi burocratici siano piu' lunghi del previsto e che quindi questi soldi non arrivino entro il 30 di aprile prossimo, data in cui scade l'esercizio provvisorio richiesto dal tribunale ed entro cui l'Enac vuole certezza della consistenza economica delle casse dell'aeroporto. "Dobbiamo fare cassa - ha affermato il presidente del comitato, Ugo Pugliese - e visto che abbiamo deciso di bypassare i tempi burocratici gia' da domani apriremo un conto corrente sul quale i cittadini potranno versare il loro contributo. Non c'e' tempo di fare demagogia, dobbiamo spargere la voce anche ai nostri amici lontani e cercare di far versare il piu' possibile".