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Giovedì, 12 Settembre 2024

ATTUALITA' NEWS

omicidio catizone2Sarebbe Carmine Pullano, di 31 anni, l'autore dell'omicidio del giovane Maycol Catizone. L'uomo è stato fermato dai carabinieri. Il sedicenne era stato ucciso con due coltellate al termine di una lite scoppiata per futili motivi in un bar a Isola Capo Rizzuto, nel corso della quale sono stati feriti in modo lieve anche altri due giovani. L'episodio è accaduto in piazza Roma, davanti al bar Romania Style. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del  Comando provinciale di Crotone, Pullano ha avuto una lite con un ragazzo del gruppo di cui faceva parte Catizone. Ne è nata una rissa nel corso della quale il trentunenne ha ferito con una coltellata un ragazzo. L'uomo è quindi uscito fuori dal locale dove ha sferrato altri fendenti, due dei quali hanno raggiunto Maycol al torace e al fianco, uccidendolo, e ferito un altro ragazzo. Avrebbe festeggiato il suo sedicesimo compleanno tra 9 giorni, Maycol Catizone. Il giovane è però spirato durante il trasporto verso l'ospedale di Crotone per due coltellate subìte, una sul lato destro del petto e l'altra al fianco sinistro. Nessuna conseguenza grave, invece, per i due suoi amici, di 23 e 20 anni. Uno è stato ricoverato nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Crotone mentre l'altro ha rifiutato il ricovero.

 

L'autore si nascondeva sotto una pila di materassi in una casa vuota.

E' stato trovato nascosto sotto una pila di materassi in un'abitazione usata solo d'estate dalla madre, Carmine Pullano, il trentunenne disoccupato sottoposto a fermo dai carabinieri della Compagnia di Crotone e del Reparto operativo per l'omicidio del sedicenne Maycol Catizone ed il tentato omicidio di altri due ragazzi, avvenuto nella tarda serata di ieri a Isola capo Rizzuto. Subito dopo l'accoltellamento, i carabinieri hanno visionato le telecamere di sicurezza del bar davanti al quale è avvenuto l'omicidio ed hanno ascoltato i testimoni presenti al fatto, mentre gli esperti delle investigazioni scientifiche repertavano tutte le possibili fonti di prova. Dalla visione delle immagini della videosorveglianza, gli investigatori hanno subito riconosciuto Pullano, che era già noto alle forze dell'ordine per reati in materia di droga. I carabinieri si sono messi alla sua ricerca effettuando diverse perquisizioni in luoghi e abitazioni riconducibili alla famiglia di Pullano. In uno stabile in cui abitano due dei suoi tre fratelli, in un'abitazione attualmente disabitata ma usata solitamente dalla madre dell'uomo nel periodo estivo, i militari di Isola Capo Rizzuto, dopo aver abbattuto la porta di ingresso, hanno notato la mano di Pullano spuntare da sotto la pila di materassi e lo hanno bloccato alle prime luci dell'alba. L'uomo è stato portato nel carcere di Catanzaro a disposizione dell'autorità giudiziaria.

 

Il responsabile della tragedia: «Non volevo ammazzare nessuno».

«Non volevo ammazzare nessuno, con quel coltellino non capisco come sia stato possibile». A dirlo, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato lo stesso Carmine Pullano, il trentunenne fermato con l'accusa di avere ucciso con due coltellate il sedicenne Maycol Catizone. L'uomo, in un primo momento, avrebbe cercato di negare le proprie responsabilità per poi ammetterle, implicitamente. A lui i carabinieri sono giunti sulla base delle riprese del sistema di videosorveglianza. L'identificazione è stata poi confermata dai due ragazzi rimasti feriti. I carabinieri stanno cercando il coltello usato per il ferimento mortale.

 

Il sindaco Gianluca Bruno: «Serve senso d'appartenenza da parte della comunità».

«Mettiamoci assieme per evitare che episodi del genere possano ripetersi in futuro. Serve il senso di appartenenza ad un territorio, il dovere civico di progredire per lasciare un futuro migliore a chi vivrà dopo di noi». Lo afferma il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno, che, sul suo profilo Facebook, si stringe "alla famiglia del giovane Maycol". «La degenerazione - ha detto il sindaco Bruno - sta nel fatto che si è perso il dialogo nelle famiglie, si è smarrito 'lo stare insieme e socializzare', si è perso il senso di appartenenza ad una comunità, essere di Isola Capo Rizzuto! Bisogna fare tutti mea culpa per quanto accaduto. E non pensiamo che non riguardando direttamente noi, possiamo stare tranquilli».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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cane interna«Quando lo guardi ti chiedi come fa ad avere ancora fiducia nell'essere umano dopo quello che gli hanno fatto e poi ti domandi quale mente malata possa aver agito su un animale indifeso con tanta brutalità e ferocia». A raccontare la storia di questo cane sono i volontari dell'Anta onlus Capo Rizzuto, Associazione nazionale tutela animali, che hanno trovato l'animale di notte, buttato in un fosso. «Come fosse un gioco rotto - commentano i volontari dell'Anta - che non può più divertire i suoi crudeli aguzzini». I volontari hanno portato il cane al comando di Polizia municipale di Isola dove sta ricevendo le cure necessarie. «Le ferite riportate dall'animale sono molteplici – spiegano i volontari che se ne prendono cura – e da trascinamento, quindi possiamo immaginare che la povera bestia sia stata sottoposta ad un gioco perverso magari trascinato da un'autovettura. Il recupero è lento e doloroso ma lui non si arrende, lui vuole vivere. I cani - prosegue il comunicato - vengono spesso presi per compagnia o per i bambini, poi crescono, cambiano, magari si interpongono tra i propri padroni ed una vacanza o impegni vari e allora vengono "scaricati", abbandonati, vagano senza meta alla ricerca di cibo e non capiscono cosa abbiano fatto di male per meritarsi questa punizione. Nero, questo il nome che gli hanno dato i volontari è stato tradito due volte, prima dai suoi padroni che lo hanno considerato un peso e lo hanno abbandonato, e poi da chi considera torturare un animale come un divertimento. A tal proposito - conclude il comunicato - l'associazione Anta onlus Capo Rizzuto sta portando avanti un'opera di sensibilizzazione verso i giovani, attraverso eventi che hanno coinvolto i ragazzi dalle scuole elementari alle scuole medie, al fine di isolare gli episodi di violenza verso gli animali ed arginare il fenomeno dilagante del randagismo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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gianluca bruno«Importante successo - informa una nota - in chiave turistica ottenuto dal comune di Isola Capo Rizzuto che, nei giorni scorsi, è stato premiato con la Bandiera Verde. Riconoscimento assegnato dall'associazione dei Pediatri italiani che individua le spiagge a misura di bambino. Ovvero: acqua cristallina e bassa vicino la riva; sabbia pulita dove i bambini possono divertirsi e giocare serenamente; bagnini e mezzi per la sicurezza; aree di ristoro nei pressi della spiaggia. In Italia - specifica la nota - sono solo 100 le località che possono fregiare questo particolare riconoscimento, 12 in Calabria, tra cui appunto l'intera area del comune di Isola di Capo Rizzuto. Ciò grazie soprattutto al lavoro svolto nell'estate precedente dall'amministrazione comunale, con la costante ed efficiente pulizia delle spiagge, controlli mirati delle acque e sicurezza in generale. Un traguardo molto importante - commenta il comunicato - che arriva in un particolare periodo dell'anno con la stagione estiva alle porte, un traguardo che per una località ad alta vocazione turistica come la nostra assume un valore ancora più importante. Sin dall'insediamento - ircorda la nota - quest'amministrazione ha mirato la valorizzazione delle coste e delle spiagge, per far tornare il turismo ai fasti di un tempo. Grazie ad un lavoro - conclude - meticoloso e ben organizzato della giunta guidata da Gianluca Bruno (foto), si iniziano a vedere i primi frutti».

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un uomo con precedenti penali, Fiore Gentile, 54 anni, è stato ucciso acolpi d'arma da fuoco a Isola Capo Rizzuto. Due persone hanno trovato il cadavere in località Sant'Anna, nei pressi dell'aeroporto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini. Dai primi accertamenti l'omicidio sarebbe stato compiuto nelle scorse ore. Fiore era ritenuto dagli inquirenti vicino ad ambienti della criminalità organizzata. Dopo il ritrovamento del cadavere i carabinieri hanno iniziato a sentire i familiari e gli amici di Fiore Gentile. I carabinieri stanno cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti della vittima e verificare se recentemente aveva avuto contrasti con altre persone. Gentile era stato condannato a 22 anni di reclusone per l'omicidio di Pasquale Nicoscia, avvenuto a Isola Capo Rizzuto l'11 dicembre del 2004 nel corso di una guerra di mafia tra i clan Arena e Nicoscia. In appello poi Gentile era stato assolto. L'uomo era stato pure condannato nel processo contro le cosche della 'ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, denominato Ghibli, a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa. Nel processo d'appello era stato poi assolto, ma la Corte di Cassazione, proprio nelle scorse settimane, aveva annullato anche questa sentenza.

 

 

 

 

 

 

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arresto isolaUn giovane, Carmine Rocca, di 22 anni, è stato arrestato dai carabinieri a Isola Capo Rizzuto per detenzione illegale di arma clandestina, ricettazione e spendita di monete false. I militari hanno fermato il ventiduenne per un normale controllo ed all'interno di un borsello hanno trovato una pistola calibro 6,35 con matricola cancellata ed una busta con all'interno 13 banconote da 50 euro false. I carabinieri stavano svolgendo un servizio di controllo in piazza Berlinguer e hanno notato transitare a piedi il 22enne con indosso un borsello di pelle nera. Il ragazzo pare sia apparso subito molto nervoso. Dopo averlo fermato, gli uomini dell'Arma ha rinvenuto all’interno del borsello la pistola del tipo “Astra”, calibro 6,35 con matricola abrasa, oleala e perfettamente funzionante, con inserito un caricatore vuoto, ed la busta contenete 13 banconote da 50 euro che riportavano tutte lo stesso numero seriale. Il giovane, espletate le formalità di rito e su disposizione della Procura crotonese, è stato condotto presso il carcere di Catanzaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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tomabaroli2Sono stati sorpresi mentre stavano facendo scavi abusivi vicino ai resti del tempio di Hera Lacinia a Capocolonna. Cinque persone sono state poste agli arresti domiciliari dai carabinieri di Crotone e Isola Capo Rizzuto dopo essere state sorprese mentre, con metal detector, zappe e pale, effettuavano scavi abusivi nell'area archeologica di Capocolonna, vicino i resti del tempio di Hera Lacinia. I cinque, Giuseppe Geraldi, 28 anni, Francesco Gualtieri (30),
Salvatore Rocca (32) Pasquale Fabiano (44) e Luigi Cristiano (22), sono accusati di danneggiamento al patrimonio archeologico. I militari di Crotone, in collaborazione con i colleghi del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza (grazie anche alla determinante segnalazione giunta da parte della Soprintendenza dei Beni culturali che aveva avvertito della presenza di alcuni soggetti sconosciuti all'interno dell'area archeologica di Capocolonna, in particolare nei pressi della Colonna del tempio di Hera Lacinia) sono intervenuti sorprendendo i cinque che, armati di metal detector, pale e zappe, erano intenti a compiere degli scavi abusivi. Alla vista dei militari i giovani hanno provato a scappare fuggendo verso la vicina scogliera venendo però immediatamente raggiunti e bloccati dai carabinieri accorsi in forze. Sul posto è stato rinvenuto il metal detector, le due zappe e la pala utilizzate negli scavi. I reati per i quali si procede sono violazione in materia di ricerche archeologiche e danneggiamento aggravato. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati posti, su disposizione della Procura della Repubblica di Crotone, al regime degli arresti domiciliari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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