Bolzano, seguita da Milano e Bologna, guadagna il podio della classifica annuale nell'Indagine sulla qualità della vita del 2023 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma, giunta alla 25ª edizione. In fondo alla classifica, come nel 2022, c'è Crotone (107a), insieme alle province siciliane Messina e Caltanissetta (105a e 106a).
Ci sarebbero evidenti discrepanze con i dati in possesso della Camera di commercio di Crotone rispetto a quelli contenuti nell’indagine Qualità della vita 2016 pubblicato giorni fa dal quotidiano economico Italia Oggi. È il presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese a intervenire in merito alla discussa indagine che vede Crotone in ultima posizione tra le 110 province italiane. «Guardiamo con perplessità all’esito dell’indagine di Italia Oggi – è il commento del presidente dell’Ente camerale – perché da un rapido confronto con i dati in nostro possesso, emergono numerose discrepanze che sicuramente non basterebbero per portare Crotone ai primi posti della classifica ma, certamente, la scalzerebbero dall’ultima posizione. Si prenda ad esempio – scrive Pugliese – la dimensione del tempo libero, che vede la provincia di Crotone collocata all’ultimo posto con un punteggio pari a zero determinato dal dato ottenuto sui singoli aspetti. Senza volersi addentrare in discorsi metodologici circa codici attività difformi dalla realtà, volendo considerare solo i dati circa le imprese attive iscritte ad oggi presso il Registro imprese della Camera di commercio di Crotone, non si comprende bene la metodologia relativa ai dati su Agriturismi, Alberghi, Ristoranti e Bar e caffetterie ma se si intende il numero delle attività operanti in provincia, i dati in possesso della Camera sono di gran lunga maggiori. Sempre in relazione al tempo libero – riferisce il presidente Pugliese –: in Camera di commercio risultano 2 sale cinematografiche attive in provincia, ossia 1,14 sale ogni 100.000 abitanti a fronte di nessuna sala risultante dall’indagine di Italia oggi. Analogamente per le palestre, dall’indagine ne risultano 0,57 ogni 100.000 abitanti quando il dato camerale è pari a 5,72. Ancora più sconvolgente il dato sulle librerie, pari a 2,29 per ogni 100.000 abitanti secondo Italia Oggi, mentre in Camera di commercio se ne rilevano 23,47 ogni 100.000 abitanti. Anche con riferimento alla dimensione del tenore di vita – passa in rassegna il presidente Pugliese – si rilevano alcune difformità, sebbene su tale dimensione Crotone sia alla 38esima posizione e non nelle retrovie. Ad esempio la spesa media mensile pro capite per consumi risulta essere pari a 678,41 euro, mentre l’ultimo dato disponibile (relativo al 2012) risulta 1.056 euro. I depositi sarebbero 5.175 secondo l’indagine, mentre secondo l’Osservatorio economico provinciale Polos, che prende a riferimento dati della Banca di Italia, ammontano a 8.493 euro (anno 2014). Infine, con riferimento alla dimensione Affari&Lavoro, relativamente al dato sul valore medio dei protesti per abitante, il dato disponibile ad oggi in Camera di commercio è pari a 17,13 euro e non a 61,17 e, come negli altri casi, sembra improbabile una differenza così elevata tra l’anno in corso e l’anno preso a riferimento dall’indagine. E’ innegabile – ammette Pugliese – che vi siano dei deficit strutturali nel sistema socio-economico crotonese da colmare senza indugi e con determinazione; stiamo parlando ad esempio di infrastrutture, legalità, accesso al credito, occupazione. Tuttavia, da un Osservatorio istituzionale privilegiato come quello del sistema camerale, possiamo affermare con certezza che non spetta sicuramente alla nostra provincia la maglia nera per la qualità della vita. Per lo sviluppo economico e l’incremento degli investimenti su un territorio occorre creare le condizioni strutturali ma anche un clima di fiducia nel futuro; indagini catastrofiche come quella di Italia Oggi non contribuiscono a migliorare le condizioni del nostro territorio – conclude il presidente Pugliese –. Pertanto, siamo disponibili a mettere a disposizione del prestigioso quotidiano economico i nostri dati e le nostre competenze per approfondire, come già l’Ente camerale fa con i propri studi, l’analisi socio-economica della provincia affinché emerga una situazione più conforme al dato reale».
Non c’è futuro per Crotone e la sua provincia. Lo dicono tutti gli indicatori che vengono utilizzati per misurare i livelli di vivibilità e benessere. L’ultima indagine, in ordine di tempo, che pone la provincia di Crotone all’ultimo posto della classifica è quella condotta da Italia oggi-Università La Sapienza di Roma sulla qualità della vita. Siamo ultimi e resteremo ultimi perché sulla terra non vale quello che si dice nelle Sacre scritture dove gli ultimi, quando si passa nel regno dei cieli, sono destinati a diventare primi. Siamo ultimi e non per responsabilità del fato, come dicevano gli antichi. Le responsabilità sono da attribuire ad una classe politica e dirigente che non ha dimostrato e non sta dimostrando capacità progettuali. Dopo la crisi del sistema industriale e la conseguente dismissione delle fabbriche a Crotone non c’è stato un solo politico che ha presentato un nuovo progetto di sviluppo. La politica, del passato e quella attuale, è stata impegnata esclusivamente nella gestione delle emergenze e delle clientele e la città e il suo territorio stanno morendo. A preoccupare non sono solo i dati negativi delle indagini, ma soprattutto lo spopolamento del territorio. A dir poco allarmante, a questo proposito, è il dato sulla popolazione trasferita all’estero emerso dal lavoro effettuato dall’Ufficio elettorale del comune di Crotone, che ha preparato gli elenchi per le elezioni referendarie del prossimo 4 dicembre. L’Ufficio elettorale ha proceduto a cancellare dagli elenchi, così come prevede la legge, i cittadini trasferiti all’estero. A Crotone sono stati cancellati 2.400 cittadini, di cui solo 15 risultano trasferimenti provvisori e il resto definitivi. Ai trasferimento all’estero bisogna aggiungere quelli che sono avvenuti nel territorio nazionale, al momento non disponibili. C’è da immaginare che i trasferimenti in Italia siano superiori di quelli all’estero. Il quadro non è rassicurante e stiamo parlando di dati riferiti alla sola città di Crotone. L’ultimo posto è una conseguenza naturale se la gente va via per sempre e quelli che lasciano la città di Pitagora sono i più giovani. Qui da noi il futuro è negato e vanno da altre parti dove si vive meglio, c’è il lavoro e non c’è la ‘ndrangheta. Il paradosso è che in tema di sicurezza Crotone è tra le prime in Italia. Questo dato emerge anche nell’ultima indagine che ci vede ultimi per livello di vivibilità. Evidentemente l’indagine tiene conto delle denunce effettuate dai cittadini. Si denunciano i furti, gli scippi e le rapine non la grande delinquenza che pesa e vessa le popolazioni. Il paradosso è che l’indicatore sulla piccola delinquenza dice che il Crotonese è da considerare ai primi posti per sicurezza e non si tiene conto che abbiamo le organizzazioni ‘ndranghetiste che fanno scuola in tutta Italia. Sicuramente siamo ai primi posti per ‘ndrangheta e ultimi per lavoro e benessere e i giovani onesti vanno a vivere in realtà normali.