I contenuti del report sono stati illustrati ai giornalisti dal direttore della filiale di Catanzaro Marcello Malamisura, dal dirigente Riziero Bruno, e dai componenti del Nucleo di ricerca Giuseppe Albanese (coordinatore), Antonio Covelli, Graziella Mendicino e Iconio Garrì.
In base all'indicatore Iter, elaborato da Banca d'Italia, nel primo semestre l'attività economica nella regione è aumentata dell'1,1% in linea con quanto osservato nel Paese.
In questo quadro dal sondaggio condotto tra settembre e ottobre è emerso che il fatturato delle imprese nei primi 9 mesi dell'anno ha registrato in media un moderato incremento, ancora sostenuto dall'aumento dei prezzi di vendita.
Migliorata la situazione reddituale grazie anche della riduzione dei prezzi energetici; gli investimenti sono rimasti su livelli contenuti a causa del clima di incertezza sull'evoluzione del quadro macroeconomico e dell'innalzamento del costo del credito.
A livello settoriale, ha rallentato l'industria in senso stretto. Le costruzioni hanno ancora in parte beneficiato del completamento del Superbonus, mentre in prospettiva potrebbe incidere di più il contributo dei lavori pubblici finanziati dal Pnrr, che è stato finora inferiore alle attese.
Congiuntura positiva nel terziario malgrado la frenata nel commercio e la debole crescita delle presenze turistiche. «Registriamo un rallentamento, un indebolimento dell'economia calabrese - ha detto il direttore Malamisura - in linea con quanto rilevato a livello nazionale. Le nostre stime segnano per questo primo semestre una crescita dell'1,1%, la fine dello scorso anno eravamo al 3%. L'indebolimento ha caratterizzato un po' tutti i settori seppure con intensità differenziata. Più significativo il rallentamento nel manifatturiero. Tengono a ritmi meno elevati le costruzioni e un un buon andamento,a anche se in indebolimento, anche nel comparto dei servizi».
Perde colpi il mercato del lavoro in Calabria. Dopo la sensibile ripresa del biennio precedente - segnala la nota congiunturale di Bankitalia - gli andamenti occupazionali hanno mostrato segnali di indebolimento, che hanno riguardato soprattutto i contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato e la componente femminile. Il tasso di disoccupazione è tornato a crescere, alimentato però essenzialmente da una maggiore intensità nella ricerca di lavoro.
I consumi delle famiglie calabresi hanno risentito del forte calo del potere di acquisto, accompagnato da un deterioramento del clima di fiducia. L'inflazione, dopo aver raggiunto un picco a fine 2022, ha iniziato gradualmente a ridursi nei primi mesi dell'anno in corso, pur restando ancora su livelli elevati.
Le famiglie in difficoltà economica hanno continuato a beneficiare di misure straordinarie volte a limitare l'impatto dei rincari dei prezzi di energia e gas. Al contempo, a seguito delle recenti modifiche normative, ha iniziato a ridursi la quota di famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza, che sarà totalmente sostituito a partire dagli inizi del 2024 dall'Assegno di inclusione, destinato a una platea più ristretta di nuclei familiari.
«La crescita dei prestiti bancari alla clientela privata - è detto nella nota - si è indebolita, riflettendo principalmente il calo della domanda connesso con il rialzo dei tassi. La dinamica dei prestiti è risultata peggiore per le imprese, soprattutto per quelle di minore dimensione; per le famiglie il ricorso al credito al consumo è rimasto sostenuto, mentre le nuove erogazioni di mutui residenziali sono scese. Nonostante il peggioramento congiunturale, il tasso di deterioramento del credito è rimasto costante . I depositi bancari delle famiglie e delle imprese si sono lievemente ridotti, anche in conseguenza della ricomposizione, rispettop al periodo della pandemia, del risparmio verso strumenti con rendimenti più elevati».