«Le iniziative del Comitato - precisa la nota -, come è stato preannunciato, al momento della costituzione, hanno l’obiettivo di coinvolgere l’intera popolazione attraverso iniziative volte a fare chiarezza sui pericoli e sulle gravi conseguenze per la salute dei cittadini che comporterebbe una falsa bonifica, con il semplice spostamento dei rifiuti tossici e radioattivi, a pochi chilometri nell’ambito del territorio crotonese».
«Per questo la petizione sulla quale saranno raccolte migliaia di firme online - spiega la nota - costituisce un primo momento di mobilitazione e allo stesso tempo di informazione dell’opinione pubblica sui gravi rischi a cui sarebbe destinato definitivamente un territorio che già sta pagando in modo amaro in termini di malattie oncologiche la cui incidenza è molto più elevata rispetto alla media italiana, proprio in conseguenza dell’inquinamento ambientale determinato dalle attività industriali ancora non bonificate. E in gioco è la salute dei cittadini e delle famiglie crotonesi», avverte il comitato.
«Tutte le aree, comprese le zone limitrofe, con Conglomerato idraulico catalizzato - rende noto il Comitato - hanno il suolo e il sottosuolo stracolmo di veleni pericolosissimi, radioattivi come Tenorm e Norm; cancerogeni come l’Antimonio, l’Arsenico, il Tallio, il Cadmio, il Rame, lo Zinco, il Piombo. Le acque di falda sono avvelenate da Alluminio, Solfati, Nitriti, Antimonio, Arsenico, Ferro, Mercurio e Selenio, etc.. tanto da farne il sito più inquinato d’Europa».
«Non a caso - incalza la nota - nella petizione promossa dal Comitato “Fuori i veleni – Crotone vuole vivere” si evidenzia che a Crotone ”il tasso standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al riferimento regionale, una crescita del +6,7% nei maschi e del +10,8% per le donne. E per i tumori e le malattie degenerative? Questa è solo la punta dell’iceberg».
Il testo della petizione si può trovare facilmente attraverso cellulari, computer, tablet al link: CLICCA QUI