L'arte bianca
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CROTONE «Quanto sta accadendo a Crotone è inquietante: apprendiamo che su richiesta del commissario nominato per il risarcimento del danno ambientale compiuto da Eni è arrivato l'esercito. Fermo restando il doveroso rispetto per le forze armate e per l'encomiabile ruolo che svolgono, ci chiediamo perché e a cosa può servire mobilitare le forze armate per la bonifica dell'ex sito industriale?». È il quesito che pone l'ex presidente della giunta regionale della Calabria, Gerardo Mario Oliverio, attraverso un videomessaggio pubblicato sul social.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«Rimuovere i rifiuti altamente pericolosi tossici e nocivi - ribadisce Oliverio - spetta ad Eni, ovvero a chi ha inquinato. Lo Stato e le istituzioni locali devono pretendere da Eni il rispetto delle leggi e la realizzazione del piano di bonifica Pob 2. In data 24 ottobre 2019 è stata conclusa una Conferenza di servizi che ha approvato il piano operativo di bonifica che impone a Eni di portare i veleni fuori dalla Calabria in discariche autorizzate allo scopo e indicate dagli ella stessa in un documento allegato al piano di bonifica. Detta proposta prevede di destinare il 50% dei rifiuti nel nord Italia, il 25 per cento di impianti del centro sud e il restante 25 per cento all'estero».
«A questa decisione - ricorda Oliverio - si è arrivati non per un capriccio nei confronti di Eni, ma a seguito di approfondite analisi, caratterizzazione e studi del suolo e del sottosuolo carotaggi del terreno che hanno fornito dati precisi e inconfutabili sulla presenza di elementi altamente pericolosi e nocivi. Risultati di un approfondito lavoro condotto con rigore scientifico che ha impegnato professionalità, università e strutture di riconosciuta competenza, come Arpacal, Ispra e, internamente, il coinvolgimento del ministero dell'Ambiente. Un lavoro che i dirigenti di Eni conoscono bene, reso possibile dalla dottoressa Elisabetta Belli, commissario della Bonifica, nominata dal ministero dell'Ambiente dopo anni di fermo; dall'allora assessore regionale all'ambiente, Antonella Rizzo, e dal sindaco nonché presidente della provincia di Crotone, Ugo Pugliese».
«Ora si chiamano in causa le forze armate - stigmatizza l'ex presidente della Regione - per fare questo stesso lavoro: ma veramente pensano di prendere in giro la gente? Crotone non è un campo di guerra da sminare, piuttosto il commissario chieda al Ministero che lo ha nominato la documentazione relativa al piano di bonifica approvato nel 2020. Crotone sta già pagando un prezzo troppo alto in termini di patologie oncologiche che hanno un'incidenza molto più elevata rispetto ad altri territori. È evidente la volontà di lasciare i veleni a Crotone col palliativo dello spostamento di poche migliaia di metri».
«È evidente che una rimozione del vincolo (Paur, ndr) a portare i veleni fuori da Crotone - incalza Oliverio - comporterebbe per Eni un risparmio miliardario. Mi auguro che non ci siano altri interessi oltre a quelli di ieri. I veleni da Crotone se ne devono andare. Eni non è lo Stato e il commissario non rappresenta Eni, ma lo Stato e quindi anche i cittadini di Crotone. Crotone ha diritto a essere risarcita e bonificata per costruire il suo futuro. Le rappresentanze politiche, istituzionali, sociali, culturali, i partiti, i sindacati e le associazioni non possono rimanere indifferenti, ma devono scendere in campo a difesa del territorio ed a tutela della salute collettiva», conclude Oliverio.

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