In piazza i lavoratori e le lavoratrici dei settori del pubblico impiego, di comparti come la scuola, i trasporti, la sanita': tutti insieme per protestare contro una manovra che, a parere di Cgil e Uil, non solo non stanzia risorse sufficienti per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici delle Funzioni Centrali, Funzioni locali, Sanita', ma addirittura de-finanzia i fondi necessari alle autonomie locali per sostenere i servizi sociali, i servizi in appalto o in convenzione (Igiene ambientale, Sanita' privata, Terzo settore), che erogano prestazioni ormai fondamentali per i cittadini, con un taglio di 600 milioni di euro che riguardera' Regioni, Province, Citta' Metropolitane e Comuni.
CATANZARO La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo ha scelto come luogo della protesta piazza Prefettura a Catanzaro, una presa di posizione affidata anche ad un documento che e' stato consegnato da una delegazione di Cgil e Uil ricevuta a mezzogiorno dal prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci.
«Siamo qui come in altre 58 piazze d'Italia, con i lavoratori e le lavoratrici del Pubblico impiego, del mondo della sanita', della scuola, degli appalti per dire 'no' a questa manovra finanziaria - ha spiegato il segretario generale della Cgil, Area Vasta Enzo Scalese -. Ma soprattutto per dire che c'e' bisogno di un cambiamento: noi abbiamo fatto delle proposte, abbiamo presentato delle piattaforme per quanto riguarda la previdenza, il fisco le pensioni i giovani, la sicurezza sui posti di lavoro. Questo Governo ancora ad oggi non ha messo in campo nessuna iniziativa per venire incontro alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici che non ce la fanno piu' perche' il potere di acquisto ormai sta erodendo quello no gli stipendi e i salari. Siamo in piazza oggi, e ci saremo anche l'1 dicembre perche' chiedere con forza azioni concrete, visto che al momento abbiamo potuto ascoltare solo proclami: il Governo metta in campo le azioni necessarie a sostenere i lavoratori e le lavoratrici che sono la spina dorsale di questo paese».
Tanti i dirigenti e gli scritti in piazza, che hanno voluto marcare con la propria presenza la condivisione dello Sciopero e la piattaforma rivendicativa sul tavolo del Governo. Presente anche, in rappresentanza della segreteria regionale della Cgil, Luigi Veraldi.
«Rivendichiamo un servizio pubblico che garantisca il diritto di cittadinanza alle persone, investimenti nel mondo del precariato, nel diritto alla salute e nei lavoratori pubblici, valorizzazione del contratto nazionale e della contrattazione decentrata, una norma sul salario minimo», ha detto Veraldi ricordando che la Cgil Calabria ha annunciato che la protesta continuera' nei prossimi giorni, con lo Sciopero generale del 1 dicembre, che coinvolgera' anche le altre categorie.
«Lo Sciopero dei servizi pubblici in Calabria e' un segnale importante del malcontento dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. La manovra finanziaria del governo, infatti, non prevede investimenti sufficienti per garantire la qualita' dei servizi pubblici, ne' per migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti - ha detto ancora -. C'e' la necessita' di investire nel diritto alla salute, che e' stato messo a dura prova dalla pandemia. Il settore sanitario, infatti, e' sottostimato rispetto alla dotazione organica e quotidianamente affronta delle sfide non solo per le cure e le diagnosi, ma anche per il turn over, che non e' stato garantito. Lo Sciopero di oggi e' solo l'inizio».
COSENZA A Cosenza un presidio è stato tenuto davanti la Prefettura "per dire basta a queste politiche economiche e sociali che sta attuando il Governo, in Italia c'è bisogno di un cambio di registro, perché si sta aggravando il contesto socio-economico del Paese, specie in Calabria" ha detto il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato. Sanità, Mezzogiorno, lotta al precariato, salario minimo, contrasto alla criminalità organizzata, sono alcuni dei tempi sui quali si sono focalizzate le due sigle sindacali.
Al presidio ha partecipato anche il Comitato per la stabilizzazione dei tecnici al Sud per esprime il proprio rammarico rispetto all'atteggiamento del Governo nei confronti di 700 funzionari tecnici precari all'interno degli stessi Enti a cui il nuovo cosiddetto Decreto Sud fa riferimento.
«Queste risorse - ha spiegato uno dei rappresentanti del Comitato - ormai da due anni lavorano con abnegazione, promuovendo proprio quel rafforzamento della capacità amministrativa in ambito di politiche di coesione che il Decreto Sud si propone di attuare mediante l'assunzione tempo indeterminato di nuove 2200 unità di personale da formare ex novo. Chiediamo che il governo trovi la necessaria copertura finanziaria e che possa incentivare gli enti di assegnazione a stabilizzare i lavoratori che questo Comitato rappresenta».
REGGIO CALABRIA «Questo sciopero è stato concepito molto tempo fa, quando ancora non c'era la Legge di bilancio definita in modo preciso, quindi ho come la sensazione che sia uno sciopero che abbia un sapore molto politico. Mi dispiace moltissimo che si sia consumata una rottura sul fronte sindacale». Lo ha detto il Ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'Anno accademico 2023/2024 dell'Università degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria.
«Questo governo - ha aggiunto - non si è mai negato dal punto di vista del confronto e del dialogo e ci sarebbe piaciuto, anche in questa occasione, poter continuare il dialogo con il sindacato. Questa Legge di bilancio l'abbiamo costruita cercando di andare incontro alle esigenze delle fasce più deboli. Lo dico con un po' di stupore, questa Legge di bilancio è quasi di sinistra, che dedica gran parte delle sue risorse alle fasce deboli. Abbiamo fatto un passo indietro rispetto a tanti degli obiettivi che, come centrodestra avevamo. Abbiamo rinunciato temporaneamente, perché oggi le condizioni di contesto ci hanno costretto a fare una deviazione rispetto a quello che desideravamo. Viviamo un'epoca di grande complessità, d'emergenza e quindi la Legge di bilancio risente di queste condizioni. Quindi questo fronte sindacale, che in maniera così dura, ha rifiutato il confronto e ha deciso che la soluzione fosse la piazza, è una cosa che ci lascia un po' perplessi».