La decisone è avvenuta dopo una lunga riflessione nonostante fosse sostenuto dalla segreteria e direzione del partito
Il ministro aveva dato il via libera alla realizzazione di una pavimentazione nell'area del sito archeologico.
Sorical si è detta pronta a "cristallizzare" il debito di circa 29 milioni di euro maturati nei confronti di Soakro; mentre quest'ultima, dal suo, si è impegnata a corrispondere entro la fine del mese di aprile gli emolumenti arretrati ai lavoratori. Nella prima decade di maggio, inoltre, sarà convocata una riunione dell'Assemblea dei sindaci per assumere la migliore decisione in ordine ad un percorso virtuoso da individuare per la gestione del servizio idrico. Questi gli esiti della riunione tenutasi in mattinata presso la Prefettura di Crotone presieduta dal prefetto Vincenzo De Vivo. Il vertice è stato dedicato alla trattazione di problematiche inerenti al sistema idrico integrato provinciale. All'incontro, richiesto dal sindaco di Crotone, Vallone, hanno partecipato i soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nella tematica e, in particolare, come detto, il sindaco e presidente della provincia di Crotone; i sindaci di Cotronei, Strongoli e Verzino; il direttore generale del dipartimento regionale Lavori Pubblici, Pallaria, in rappresentanza del presidente della regione Calabria, Oliverio; i commissari liquidatori ed i rappresentanti di Sorical; il presidente e il direttore generale di Soakro; i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali Filctem -Cgil e Fp-Cgil, oltre al aappresentante aziendale Uil-Tec. Il Sindaco di Crotone - si legge in una nota diramata dalla Prefettura - attesa la gravissima situazione in cui versa Soakro, ha dato atto della incondizionata assunzione di responsabilita' da parte dell'assemblea dei Sindaci sulla problematica del servizio idrico integrato e, segnatamente, in ordine all'assoluta consapevolezza che occorre che tutti i sindaci della provincia si riuniscano nell'ambito di Soakro. Sara' indetta, entro fine mese, per essere espletata entro la prima decade di maggio, una riunione della stessa Assemblea dei sindaci, affinche', intanto, si assuma la migliore decisione in ordine ad un percorso virtuoso da individuare per la gestione del servizio idrico; inoltre, tra l'altro, al fine di operare ogni opportuna valutazione per la sorte di Soakro, se cioe', vi siano estremi affinche' la societa' possa continuare ad operare, dettagliando un piano di gestione realizzabile. A tale riunione partecipera' anche Pallaria, nonche' una rappresentanza di Sorical. Peraltro, lo stesso Pallaria ha rammentato che, ai sensi dell'art. 7 della Legge cosiddetta "Sblocca Italia", i sindaci sono normativamente obbligati ad entrare tutti in un ambito territoriale-unico, pena la possibilita', da parte del presidente della Regione Calabria, di nominare un commissario ad acta per l'esecuzione. La regione medesima, in caso di mancata attuazione di quanto sopra, sarebbe assoggettata a procedura d'infrazione comunitaria da parte della Commissione Europea. Nell'ambito di questa prossima riunione, dovra' essere trattato il tema dell'individuazione delle risorse per corrispondere a Sorical il pagamento del "corrente", in quanto la medesima societa' ha comunque confermato la disponibilita' a "cristallizzare" il pregresso debito, che ammonta a circa 29 milioni di euro. Soakro si e' altresi' impegnata, entro la fine del mese di aprile, a corrispondere gli emolumenti stipendiali ai lavoratori.
Sulla vicenda che ha interessato la societa' di gestione dell'aeroporto Sant'Anna di Crotone, il consigliere regionale Flora Sculco (Calabria in rete) ha depositato una mozione che sara' discussa nella prossima seduta del consiglio regionale. «Premesso che il tribunale di Crotone - si legge nel testo - ha rigettato la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla societa' aeroporto Sant'Anna Spa dichiarandone il fallimento che, qualora non si individuassero soluzioni tempestive, gli effetti economici e sociali per l'intero territorio della provincia di Crotone sarebbero gravissimi; considerato che l'aeroporto Sant'Anna e' stato dichiarato, per ragioni di continuita' territoriale, aeroporto di interesse nazionale; precisato che esso rappresenta un'infrastruttura fondamentale per il sistema produttivo, economico e sociale della citta' e dell'intero territorio, anche alla luce della condizione di particolare isolamento e di marginalita' del comprensorio non adeguatamente servito da infrastrutture alternative sia viarie che ferroviarie; valutato che ove la societa' di gestione fosse azzerata, si penalizzerebbero gli sforzi di riscatto economico, che pure ci sono, in un'area che ancora sta fronteggiando le conseguenze della deindustrializzazione e che registra percentuali di disoccupazione da capogiro ed un impoverimento generalizzato, s'impegna la giunta regionale - prosegue la mozione - ad individuare con immediatezza le soluzioni necessarie per garantire la continuita' dell'infrastruttura, confermando l'impegno di spesa a favore dell'aeroporto Sant'Anna, per una somma di 659 mila euro che in sede di discussione del bilancio il consiglio regionale e' chiamato ad approvare; inoltre, a farsi interprete nei confronti della deputazione parlamentare calabrese ad intervenire con il ministero dei Trasporti e dunque con l'Enac al fine di scongiurare la revoca, da parte della stessa, della licenza per la gestione dei servizi aeroportuali alla societa' Sant'Anna; a riconsiderare la convenzione in capo all'Enac, trasformandola da onerosa a non onerosa, passaggio che consentirebbe di trasferire allo Stato l'onere economico (oggi in capo alla societa' Sant'Anna) di corrispondere mensilmente all'Enac 100mila euro per i servizi di gestione della torre di controllo; onere che in tutti gli altri aeroporti di interesse nazionale e' sostenuto dallo Stato».
La proposta della parlamentare Ncd dopo la dichiarazione di fallimento della Sant'Anna Spa.
«Il fallimento della societa' che gestisce l'aeroporto di Crotone e' il fallimento della politica calabrese che in questi anni non ha saputo guardare lontano lavorando fattivamente all'attuazione di una gestione unica degli scali calabresi». Cosi' la parlamentare Ncd, Dorina Bianchi che gia' nel 2012 aveva lanciato questa proposta al Governo regionale al fine di evitare la perdita di competitivita' dello scalo crotonese. «Un sistema unico di gestione degli aeroporti - con la Regione Calabria azionista di maggioranza - ad oggi e' l'unica strada per garantire un servizio efficiente in un'ottica di gestione efficace delle risorse, evitando che la stessa sorte tocchi allo scalo aeroportuale di Reggio Calabria. Necessitano scelte concrete e coraggiose, marginalizzando visioni campanilistiche. C'e' bisogno di un atto politico del Governo regionale - precisa ancora la parlamentare crotonese - per la costituzione, in tempi brevi, di una societa' per azioni che gestisca complessivamente i tre scali di Lamezia Terme, Crotone e Reggio Calabria. I vantaggi sarebbero molteplici: si potrebbero sviluppare politiche commerciali piu' complesse, incrementare le opportunita' di trasporto rispetto ai diversi target di utenza e rafforzare economicamente le attuali singole societa' aeroportuali. Con un unico piano di investimenti si potra' pensare davvero alla crescita di tutti gli aeroporti calabresi, rispettando i reciproci masterplan, la loro specifica operativita' e guardando ad una mobilita' piu' integrata e strategica. Un'esperienza che sta portando risultati importanti - spiega ancora Dorina Bianchi - in molte altre realta' regionali. A tal riguardo - conclude Dorina Bianchi - sollecito una chiara presa di posizione, un atto di responsabilita' politica e istituzionale al presidente della regione Mario Oliverio, al quale ho chiesto un incontro nell'ottica di assicurare e rafforzare la credibilita' e la competitiva del sistema aeroportuale calabrese».
Il Tribunale ha dato parere positivo all'esercizio provvisorio per assicurare la continuità dei voli. L'attività dell'aeroporto andrà quindi avanti anche sotto curatela. Almeno fino a quando si espleteranno le varie procedure fallimentari secondo quanto previsto dal Codice civile. Animi tesi, intanto, e facce tirate nella sala consiliare della Provincia di Crotone, stamattina verso le dieci. Gremita non solo di giornalisti e reporter, ma anche di qualche politico e di molti dipendenti e familiari di dipendenti dello scalo Pitagora. Sedie tutte piene, gente assiepata fino a fuori la porta, sguardi increduli. C’era qualcuno che protestava: «Qui non si sente nulla. Abbiamo il diritto di fare le domande!». La notizia da dare (che già è trapelata da ieri pomeriggio fuori dalle aule della sezione fallimentare del Tribunale di Crotone) è di quelle che non si digeriscono facilmente. Un rospo colossale dall’aspetto di un aeroplano di linea. Quel rospo aveva anche l’aspetto di una frase da sputare il prima possibile. Una frase che nuotava intorno alle sedie piene, ai taccuini stropicciati, alla facce stanche. Nessuno l’ha sentita dire nitidamente dagli astanti, ma la frase c’era tutta e recitava una formula sciagurata e chiara nella sua spietata semplicità: «L’aeroporto Sant’Anna è fallito». “Ma come fallito?”, chiedevano ancora dalla sala. Qualcuno voleva dei dettagli sul decreto, ma in quella bolgia, francamente era una pia illusione riuscire a cavare un ragno dal buco. Ed è stato il sindaco Peppino Vallone (e presidente della Provincia e componente del Cda della società S. Anna spa dell’aeroporto Pitagora) a dare la conferma di quanto decretato dal Tribunale. Da avvocato, qual è ne ha chiarito i termini esatti: «Il Tribunale fallimentare ha dichiarato inammissibile la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla società sant’Anna spa che gestisce lo scalo aeroportuale e contestualmente quindi ne ha decretato il fallimento». Il decreto e' stato depositato ieri pomeriggio insieme alla sentenza che dichiara il fallimento della società di gestione in accoglimento della richiesta che era stata avanzata nelle precedenti udienze dall'ufficio di Procura. «Questo non vuol dire che lo scalo chiude domani», ha chiarito ancora Vallone «Stamattina abbiamo richiesto l’esercizio provvisorio dello scalo e siamo in attesa che il Tribunale lo conceda o meno». L’esercizio provvisorio serve appunto per far continuare l’attività dei voli e per non causare eccessivi disagi all’utenza, fino a quando le procedure fallimentari non si concluderanno. «Cosa succede ora?». Sempre Vallone, reggendo la tensione, ha risposto che l’aeroporto verrà messo in vendita per pagare i debiti e poi, gli enti potranno costituire una nuova società e presentare al tribunale la richiesta di acquistare lo scalo e di gestirlo al posto della società fallita. «Ma la responsabilità – ha chiesto uno dei giornalisti presenti, - la responsabilità di chi è? Dei giudici, dell’Enac, della società? Bisogna capire come mai è andata a finire così!». «E’ inutile andare a cercare lontano – ha ammesso Vallone – i primi responsabili siamo qui. Siamo noi. I componenti del cda. Evidentemente non siamo stati in grado di poter condurre a buon fine la situazione». Su questo si sono trovati tutti d’accordo. Un: «Si…. E’ vero. È vero!», si udiva sorvolare tra un misto di incredulità e soddisfazione tra le pareti della sala. Gianluca Bruno, che i soldi da parte del Comune di Isola li ha già versati e non solo stanziati, però ha protestato: «Il tribunale – ha detto il presidente del Cda della società ed attuale sindaco di Isola Capo Rizzuto - ci ha chiesto una formula fideiussoria a garanzia di somme messe in bilancio. Ma la società è costituita da enti pubblici. Le banche non poteva offrirci questo tipo di copertura e non abbiamo avuto tempo sufficiente. Dieci giorni concessi sono stati troppo pochi. Le Royalties erano stanziate, abbiamo aumentato il capitale sociale, ma ai giudici non è bastato». «La notizia del fallimento è arrivata come un fulmine a ciel sereno», ha anche detto Alessandro Cuomo, in rappresentanza della cordata di imprenditori che per aiutare la società S. Anna aveva sborsato ben 400.000 euro, ed ha aggiunto: «Questo fatto mette in discussione tutto il lavoro che Confindustria sta facendo per promuovere il turismo in questo territorio. Adesso bisogna essere vigili e stare attenti che Enac non ritiri le licenze. I lavoratori e il management tecnico devono continuare ad operare anche meglio di prima». La direttrice Marcella Maggiori intanto è fuori sede, all’estero, ma da qualche tempo era molto preoccupata. A favore dello scalo Pitagora si è spesa ed ha sempre lavorato in maniera encomiabile.