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Giovedì, 12 Settembre 2024

CALABRIA NEWS

Il meetup di Crotone "Amici di Beppe Grillo" annuncia che adirà per vie legali in merito agli accordi stretti tra Comune ed Eni. In una nota gli attivisti scrivono: «Mercoledì sera, 14 maggio 2015, si è assistito inermi ed increduli all'indegna tragica farsa di un consiglio comunale [LEGGI ARTICOLO] che ha seppellito la transazione, con un documento strappa lacrime. "L'Eni è il nemico della città", "l'Eni ha ancora una volta tradito Crotone", "Non un cane, ma una iena a 6 zampe", "Che tutte le forze politiche e tutta la città si ribellino", "Rivolgiamoci al Governo" chiosavano consiglieri, sindaco e giunta. Purtroppo, da tempo si è capito che i veri nemici, le vere iene di Crotone sono questi rappresentanti che hanno sbranato una città intera. Solo ora il sindaco fa appello a tutte le forze sociali per ribellarsi all'Eni. Ma già nel maggio 2014, il Meetup di Crotone chiese un'assemblea aperta ai cittadini sull'ambigua transazione. La richiesta venne sottoscritta da 588 cittadini, così come recita lo Statuto comunale, non ottenne mai una risposta. La transazione con la Ionica gas fu sottoscritta nel 2008, al costo di 255.000 euro per le spese legali (non si sa chi siano stati i veri consulenti a studiare questa "fenomenale" transazione). Sebbene da rinnovare ogni 3 anni, questa, rimase oggetto misterioso per ben 7 (era già sindaco Vallone) e riemerse solo nel 2014 con un'altra controproposta, più indegna della prima, dove al posto dei 6 miliardi di metri cubi di gas devettoriato, la cui stima è di oltre i 100 milioni di euro, si "compensò" con le due fatiscenti palazzine nella zona di Santa Croce. E lì, tutto il consiglio comunale, si elevò "indignato" per poi "adeguarsi" nella seduta del 14. Ma del perché siano passati ben 7 infruttuosi anni dalla firma della transazione del 2008, senza che un solo metrocubo di questo gas devettoriato venisse erogato, senza che fosse predisposto alcun bando pubblico, al fine di verificare una eventuale richiesta da parte di aziende locali (sappiamo che alcune richieste ci sono state), mai nessuna verifica per una finalità pubblica del gas: per il riscaldamento di scuole, uffici comunali, tribunale, ospedali... Niente. Nebbia totale, trasparenza zero. E del gas devettoriato nessuna traccia. Tantomeno del Comitato scientifico per lo studio della subsidenza, anch'esso previsto nella transazione, tanto meno dell'accorto monitoraggio del fenomeno, purchè curato da nostri tecnici. Eppure a leggere le dichiarazioni di illustri scienziati, in merito allo straordinario caso di subsidenza di Crotone, ci sarebbe da evacuare la città. Pare che enormi frane, giganti canyon, si siano creati nel nostro sottosuolo nell'arco dei decenni, e le cause potrebbero essere riconducibili proprio alle costanti estrazioni. Eppure si continua ancora a mungere da questa terra, senza trarne alcun beneficio e sapendo che il rischio aumenta, anzi si autorizzano ulteriori trivelle. L'unica "soddisfazione" è stata veder spendere i 2.100.000 euro, previsti nella convenzione, per le iniziative estive e vedere cantare Raf, mentre assistiamo alla disperazione dei lavoratori delle compartecipate, del loro fallimento, dell'aumento delle tasse sui rifiuti e del trasporto e della mensa scolastica dei nostri figli. I cittadini e gli attivisti crotonesi sono indignati e non ci stanno, non credono ad una sola parola di questa ombrosa disamministrazione comunale e adiranno per le vie legali per far prevalere i propri diritti ai soprusi ed alle strane manovre di palazzo, con la speranza che qualcuno paghi».

 

 

 

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Le precisazioni di Eni al comunicato diramato dal sindaco Vallone sulla convenzione con il Comune.

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piattaformeEni scopre in Egitto il più grande giacimento di gas del Mediterraneo. Una capacità di 850 miliardi di metri cubi di gas e un'estensione di 100 chilometri quadrati. Il pozzo è situato ad una profondità marina di 1450 metri. La scoperta potrebbe indurre l'Eni ad abbandonare le trivellazioni marine in Italia? La notizia dell'immenso giacimento di gas sottomarino scoperto dall'Eni in Egitto è di alcun giorni addietro e si continua a parlarne giacché rappresenta un'enorme ricchezza soprattutto per il mondo industrializzato. La grande industria, per continuare a vivere, deve nutrirsi di prodotti energetici e in gran quantità. Metano e petrolio sono i maggiori prodotti che riescono a soddisfare le esigenze dell'elevata richiesta. L'energia da fonti rinnovabili si somma a quella prodotta in maniera coi carbon fossili, ma non si sostituisce. Di fronte a questa esigenze è del tutto giustificato l'entusiasmo che si è creato attorno alla notizia della scoperta del pozzo metanifero in Egitto. L'Eni è una società che conta 84mila dipendenti sparsi in tutto il mondo. In Italia ha 19.656 dipendenti nei vari livelli occupazionali (dirigenti, quadri, impiegati, operai). Un bel numero in considerazione dell'enorme disoccupazione esistente in Italia. Molte unità lavorative dell'Eni sono impiegate sulle piattaforme, addette alle trivellazioni marine. Nelle acque antistanti Crotone ne sono state piazzate quattro. Succhiano metano in gran quantità da più anni. La contropartita che l'Eni riconosce ai paesi rivieraschi per l'estrazione del metano è rappresentata dalle royalties. Non è il massimo del riconoscimento, ma è una somma utile per i vari Comuni che la percepiscono. Tant'è che le varie Amministrazione hanno difficoltà a gestire i bilanci quando la Regione tarda a distribuire le royalties che l'Eni concede. Ma royalties a parte, nei confronti dell'Eni è in atto un moto di contestazione per eventuale altre trivellazioni che la compagnia petrolifera vorrebbe effettuare e non solo al largo di Crotone. E se l'Eni spiazzasse tutti gli ambientalisti (sempre più numerosi) e togliesse il disturbo a Crotone dopo la scoperta fatta in Egitto? Di sicuro si ripeterebbe un altro caso Pertusola e Montedison. Quando le fabbriche esistevano tutti gridavano al fatto che erano inutili perché inquinavano e producevano morti, cosa vera. Sono state chiuse, ma non c'è stata nessuna alternativa alle fabbriche per mantenere i livelli occupazionali. Oggi, di fronte all'enorme crisi che sta attraversando Crotone tutti gridano alla mancanza del lavoro. Aggredire l'Eni è condivisibile per ciò che sta facendo, o che vorrebbe ancora fare nel mare antistante Crotone. Estremizzare la questione, però, potrebbe portare ad una soluzione che di seguito sarebbe ancora più critica per l'economia della città. L'Eni deve essere portata al tavolo di una serie e approfondita discussione insieme alle parti sociali, imprenditori, politici, per la creazione di posti di lavoro. Metterla in condizioni di lasciare l'attività estrattiva nel nostro mare potrebbe significare la definitiva morte di Crotone.

 

 

 

 

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turino gianfranco«Che fine hanno fatto i 56 milioni di euro a cui Eni è stata condannata a pagare dal tribunale di Milano per il danno ambientale procurato con le fabbriche di Crotone?». A porre la domanda è il dirigente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Gianfranco Turino (foto). «Il 24 febbraio 2012 - scrive Turino - il Tribunale ordinario di Milano ha pronunciato, nella causa civile di primo grado per danno ambientale iscritta al numero registro 67662/2004, la sentenza che ha condannato la società Syndial a pagare alla Presidenza del Consiglio, al ministero dell'Ambiente e al Commissario delegato per l'emergenza ambientale Calabria, la somma di 56.200.000,00 oltre gli interessi. Il 12 febbraio 2014, il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, assicurava la città che questi soldi sarebbero arrivati tutti nelle casse del comune. L'assicurazione del primo cittadino è arrivata dopo un incontro a Roma con l'allora ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando. Dove sono finiti questi soldi? - chiede ancora Turino - Sono stati almeno incassati oppure il Governo ha voluto fare un nuovo regalo ai poteri forti e in questo caso all'Eni? – incalza Turino – E soprattutto mi chiedo perché questo silenzio da Crotone? Possibile che nessuno avverte la necessità di questi soldi? Ma soprattutto qualcuno potrebbe spiegare alla città perché ad oggi il consiglio comunale di Crotone non ha mai discusso dell'argomento, ne tantomeno deciso di "suggerire" al ministero come utilizzare questi soldi?». Sull'argomento Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale ha predisposto una interrogazione parlamentare per chiedere direttamente al ministro chiarezza su questa situazione che mostra troppe ombre e pochissime luci. «È giunto il momento – conclude Turino – che a Roma si sappia che su questo territorio non ci sono più silenzi complici, ma anzi che da oggi in poi siamo pronti a tutto pur di far valere i nostri diritti. E il diritto alla salute, il diritto ad un futuro, e il diritto ad un ambiente sano sono battaglie epocali per la nostra città».

 

 

 

 

 

 

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no eni2Sette band si avvicenderanno sul palco che verrà allestito in piazza alla Resistenza. Gli organizzatori: «Sensibilizzare su ambiente e territorio».

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