Secondo le indagini svolte dalla Guardia di finanza, i due avrebbero messo in atto, negli anni, un complesso intreccio affaristico e corruttivo che avrebbe agevolato alcune aziende locali a discapito dei diritti dei lavoratori che avevano denunciato soprusi da parte del datore di lavoro.
In alcune controversie, secondo l'accusa, moglie e marito, pur essendo in evidente conflitto d'interesse, svolgevano l'una il ruolo di ispettrice e l'altro quello di medico competente per diverse aziende del territorio, alterando di fatto l'attività ispettiva.
In particolare, la donna, che svolgeva il ruolo di capoarea vigilanza, sarebbe riuscita a intercettare le richieste di intervento che giungevano all'ispettorato, avocando a sé le pratiche riguardanti aziende dove il marito espletava il ruolo di medico competente, organizzava le conciliazioni monocratiche, assumendo "atteggiamenti dissuasivi mirati al raggiungimento dello scopo di archiviare la richiesta di intervento senza mai attivare le fasi ispettive, proponendo soluzioni conciliative economicamente sottodimensionate rispetto alle reali spettanze dei lavoratori". Il processo è stato fissato per il prossimo 20 settembre. (ANSA)