Decisione presa accogliendo la richiesta del pm Rocco Cosentino, che, è scritto in una nota dell'autorità, "ha evidenziato l'insussistenza di fattispecie penalmente rilevanti per l'integrazione dei reati di abuso d'ufficio alla luce della documentazione prodotta e delle dichiarazioni rese dal dirigente Faraone".
Il procedimento ha preso il via da una serie di esposti formulati da un operatore portuale di Crotone riguardanti presunte disparità di trattamento esercitate a suo danno dall'Ente lamentando un danno subito a favore di altri operatori che, a suo dire, sarebbero stati sprovvisti di idonei strumenti ad operare in porto.
In particolare, l'operatore crotonese sosteneva che gli allora segretari generali, il dirigente dell'area lavoro portuale e il funzionario avessero incardinato l'istruttoria degli atti, attestando falsamente che altri operatori avessero i requisiti organizzativi, tecnici ed economici per potere esercitare all'interno dello scalo portuale crotonese, mentre, sempre a parer suo, tali requisiti non sarebbero sussistiti.
Nel corso del procedimento, prosegue la nota dell'Autorità, "è stato dimostrato quanto tali argomentazioni fossero prive di fondamento, evidenziando altresì la piena correttezza e il rispetto della legge dimostrati dall'Ente nell'esercizio della propria funzione amministrativa".
"Nell'esprimere grande soddisfazione per la decisione del Tribunale di Palmi - ha dichiarato il presidente dell'Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli - accolgo con sollievo gli esiti del procedimento, a dimostrazione della fiducia sempre riposta nell'operato amministrativo dei miei dirigenti e dei miei dipendenti, non sottacendo l'amarezza e il disagio provati dagli stessi nell'attesa che fosse fatta piena luce sulla vicenda".