È stato eseguito il taglio a raso delle piante di pino d’Aleppo, di età di circa venti anni, diametro tra 10 e 34 centimetri, su una superficie di circa 3 ettari con contestuale danneggiamento di numerose ceppaie di eucalipto e del sottobosco costituito da arbusti di lentisco.
Le attività hanno causato la modifica permanente dello stato dei luoghi con la trasformazione del bosco in altra qualità di coltura. Il materiale ottenuto è stato successivamente lavorato tramite “cippatura” per essere conferito presso centri di biomasse in violazione della normativa sulla commercializzazione del legno.
Sono state contestate violazioni in materia edilizia, al Codice dei beni culturali e del paesaggio, sulla commercializzazione del legno e dei prodotti da esso derivati, il danneggiamento e il deturpamento di bellezze naturali.