Quello calabrese è ritenuto uno dei più potenti gruppi criminali, che da anni ha esteso la propria attività anche nel Nord Italia. L'interdittiva anti-mafia rappresenta la conclusione di accertamenti svolti in queste settimane dal Gruppo interforze composto da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e della Dia, istituito nella Prefettura con la finalità di prevenire il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel tessuto pubblico-economico della provincia di Padova.
I lavori di costruzione del nuovo padiglione pediatrico dell'Azienda ospedaliera universitaria rientrano tra i progetti che hanno ottenuto i finanziamenti del Pnrr. L'interdittiva emessa impedisce all'impresa destinataria di avere rapporti con la pubblica amministrazione e quindi di poter beneficiare di fondi pubblici.
«La presenza di soggetti contigui al potente clan criminale Grande Aracri nella città di Padova - si legge in una nota - conferma, oltremodo, l’azione delle consorterie ‘ndranghetiste tesa a proiettare i propri interessi criminali oltre i confini regionali di riferimento con l’obiettivo di allargare i propri ambiti operativi in aree ad alta vocazione economica, lucrandone gli indebiti profitti. L’azione di prevenzione voluta dal Prefetto ed esercitata dal Gruppo interforze ha la finalità, tra le altre cose, di preservare il tessuto delle strutture pubbliche inibendo alle organizzazioni criminali di condizionarne il buon andamento e la loro efficienza. Salgono a 4, con questo importante provvedimento, le informazioni interdittive antimafia emesse dal Prefetto nel corso di questi mesi».
Sul punto il Prefetto dichiara: «La prevenzione funziona. La misura odierna dimostra come l’azione amministrativa antimafia produca i suoi effetti. Ho più volte segnalato la necessità di prestare la massima attenzione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel Padovano, riconoscendo questo territorio come particolarmente appetibile per la forte capacità di produrre ricchezza, precondizione questa di un’inevitabile interesse dei clan la cui azione è proprio quella di aggredirne i conseguenti profili. Il risultato odierno deve essere letto, non solo come l’esito di un’azione svolta dalle Forze dell’Ordine, ma come il frutto di un lavoro di squadra. È stato istituito a tal riguardo un tavolo permanente con la partecipazione di tutti gli Attori sociali della provincia di Padova con l’obiettivo di fare rete e di sviluppare cultura antimafia – e per questo li ringrazio – coadiuvando l’azione dello Stato. Il provvedimento odierno conferma quanto andiamo sostenendo sulla ineludibile necessità di proseguire su questa strada, facendo tutti muro contro le penetrazioni criminali. Il segnale che oggi intendiamo dare è che le mafie sono dietro l’angolo e se non agiamo assieme va a finire che le cosche mafiose acquisiranno sempre maggiori spazi economici e operativi, generando una ricchezza sporca e puzzolente. Padova deve riconoscere un problema che tutti assieme dobbiamo affrontare. Non deve prevalere la logica del profitto a ogni costo. Bisogna fermarsi a ragionare se sia meglio subire una pressione mafiosa per mandare avanti attività o segnalare alle Autorità competenti situazioni o circostanze che meritano un approfondimento adeguato. Solo con la consapevole opera fornita da tutta la Comunità possiamo impedire che le mafie mangino i territori di questa Provincia. A tutto campo interveniamo assieme per prevenire il pericolo delle infiltrazioni mafiose: Padova resti vigile», conclude il prefetto.