MELISSA Il Comune mette a disposizione del terzo settore e delle associazioni una villa confiscata alla 'ndrangheta.
Un’operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è in corso nella mattinata odierna a Crotone, nel Comune di Rocca di Neto, con l’impiego di duecento poliziotti appartenenti al Servizio centrale operativo, alle Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro, ai Reparti prevenzione crimine, unitamente a personale del Federal bureau of investigation (Fbi) degli Stati uniti d’America.
Condannati per mafia o parenti di esponenti della 'ndrangheta del Crotonese percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. E' quanto ha scoperto la Guardia di finanza di Crotone che ha denunciato 14 persone per l'avvio delle procedure di recupero delle somme intascate dall'Inps.
'Ndrangheta, politica e gestione di attività commerciali attorno all'aeroporto di Malpensa. Sono gli elementi dell'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e condotta dai carabinieri del comando provinciale del capoluogo lombardo, che dalle prime luci dell'alba stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone (32 italiani, un marocchino e una romena) in varie province italiane. Al centro dell'inchiesta ci sono le dinamiche della locale di 'ndrangheta di Legnano (Milano)-Lonate Pozzolo (Varese) riconducibile alla cosca dei Farao-Marincola di Cirò Marina.
Sono 400 i carabinieri impegnati nell'esecuzione dell'ordinanza nelle province di Milano, Ancona, Aosta, Cosenza, Crotone, Firenze, Novara e Varese. I destinatari del provvedimento (27 in carcere e 7 ai domiciliari) sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati perché commessi avvalendosi del metodo mafioso e al fine di agevolare le attività dell'associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. L'indagine è partita nell'aprile 2017 e ha documentato la capacità dell'associazione di infiltrarsi negli apparati istituzionali dell'area di Varese. Gli investigatori hanno inoltre accertato che dalla seconda metà del 2016 era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di 'ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due boss in contrasto tra loro.
L'indagine dei Carabinieri e della Dda di Milano avrebbe accertato un legame tra l'ex sindaco di Lonate Pozzolo (Varese), Danilo Rivolta, e alcuni esponenti del locale di 'ndrangheta. L'elezione di Rivolta sarebbe stata appoggiata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 a Ferno (Varese). Tra gli indagati anche un consigliere di Fratelli d'Italia e un perito che lavorava per la Procura di Busto Arsizio (Varese): avrebbe fatto da 'talpa' su alcune indagini.
Le cosche puntavano ai parcheggi attorno all'aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attività commerciali in aree nei comuni adiacenti. E' uno degli aspetti che emergono dall'inchiesta "Krimisa" che questa mattina ha portato all'arresto di 34 persone accusate a vario titolo di reati commessi con l'aggravante del metodo mafioso. Il gip della procura di Milano ha disposto il sequestro di due parcheggi privati, "Malpensa Car Parking" e "Parking Volo Malpensa", oltre a metà delle quote della società "Star Parkings", che non si trovano nell'area aeroportuale. In totale il decreto ha consentito di sequestrare beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro. I carabinieri sono riusciti a documentare summit criminali durante i quali, oltre alle questioni prettamente politiche, c'era anche la pianificazione imprenditoriale della cosca, i cui proventi erano investiti in parte nell'acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione di parcheggi poi collegati con navette all'aeroporto.
L'indagine, avviata nell'aprile 2017 e coordinata dalla Dda di Milano, ha consentito di accertare che "l'organizzazione era stata in grado di infiltrare gli apparati istituzionali e che, dalla seconda metà del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di 'ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due esponenti apicali della medesima consorteria criminale in forte contrasto tra loro". Le prime mosse degli investigatori sono partite in contemporanea alla scarcerazione di Vincenzo Rispoli, capo della locale di 'ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo. Si erano create quindi tensioni interne che erano state risolte grazie all'intervento dello stesso Rispoli e di Giuseppe Spagnolo, al vertice della cosca Farao-Marincola che comanda nell'area di Cirò Marina (Crotone) e in stretto contatto con quella di Legnano-Lonate. Gli investigatori sono riusciti a documentare alcuni incontri organizzati per decidere come risolvere le controversie e assegnare territori e competenze agli affiliati.
ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE
Tarik Aarsa, nato nel 1988 in Marocco
Francesco Basile, 1977, Ferno
Giuseppe Antonio Egidio Bevilacqua, 1961, Latronico
Cataldo Santo Casoppero, 1951, Cirò Marina
Cataldo Cilidonio, 1965, Cirò Marina
Giovanni Cilidonio, 1971, Cirò Marina
Agostino Dati, 1967, Cirò Marina
Emanuele De Castro, 1968, Palermo
Salvatore De Castro, 1990, Palermo
Antonio De Novara, 1971, Cirò Marina
Cristoforo De Novara, 1975, Cirò Marina
Mario Filippelli, 1973, Crotone
Olindo Lettieri, 1969, Cirò Marina
Cataldo Malena, 1989, Cariati
Antonio Malena, 1956, Cirò Marina
Enzo Misiano, 1978, Busto Arsizio
Cataldo Murano, 1966, Cirò Marina
Daniele Murano, 1993, Busto Arsizio
Michael Murano, 1998, Gallarate
Andrea Paccanaro, 1991, Milano
Vincenzo Rispoli, 1962, Cirò Marina
Alfonso Rispoli, 1995, Legnano
Giuseppe Rispoli, 1990, Busto Arsizio
Giuseppe Spagnolo, 1969, Crotone
Angelo Torquitto, 1959, Maddaloni
Antonia Versaci, 1959, Melicuccà
ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE AI DOMICILIARI
Sandra Merte, 1989, Gallarate
Michele Pagliari, 1969, Lonate Pozzolo
Giandomenico Santoro, 1974, San Pietro in Guarano
Giovanni Sirianni, 1974, Cotronei
Giovanni Pisani, 1970, Somma Lombardo
Vanessa Ascione, 1996, Gallarate
Gianpaolo Laudani, 1980, Catania
Nuovo colpo alla 'ndrangheta in Emilia Romagna: la Polizia sta eseguendo una serie di misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti alle cosche che da tempo operano nella regione e storicamente legate ai Grande Aracri di Cutro. Sono anche in corso un centinaio di perquisizione in tutta Italia nei confronti di soggetti che, pur non essendo destinatari della misura cautelare, sono comunque risultati collegati alla cosca. Le indagini nei confronti dei presunti appartenenti alle famiglie di 'ndrangheta sono state coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e condotte dalla Squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza. Gli arrestati sono accusati di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Per eseguire le misure cautelari sono impegnati oltre 300 agenti.
GLI ARRESTATI Sono 16 le persone finite in manette di cui 13 con provvedimento in carcere e 3 ai domiciliari. L'indagine della Dda risalirebbe già al 2015 e in essa sono diversi gli episodi menzionati, che ripercorrono la scalata delle ‘ndrine cutresi da Brescello con propaggini fino a Parma e Piacenza. E così finiscono tra i fermati Francesco Grande Aracri, fratello più anziano del boss cutrese Nicolino. Al momento in cui la Squadra mobile di Reggio Emilia ha eseguito l'arresto, Francesco Grande Aracri si trovava nella casa già confiscata nel quartiere ormai da tutti conosciuto con il nome di Cutrello, proprio per la concentrazione in esso di residenti originari del centro calabrese. Assieme a Francesco le manette sono scattate anche per i figli Salvatore e Paolo Grande Aracri, anche loro residenti in via Pirandello. Tra gli arrestati anche il presidente del consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso, funzionario dell'Agenza delle Dogane, accusato di aver favorito una truffa a beneficio dell’organizzazione criminale per ottenere fondi dall’Unione europea.