MILANO - Una confisca di beni del valore complessivo di 17 milioni di euro è stata effettuata dalla Gdf di Cremona in collaborazione con quella di Crotone, ai danni di soggetti ritenuti appartenenti alla 'ndrina capeggiata dal boss Nicolino Grande Aracri.
La seconda Sezione di Catanzaro del Tribunale amministrativo regionale per la Calabria, con due diverse sentenze depositate oggi, ha definitivamente respinto i ricorsi presentati Giovanna e Maria Grande contro l’ordinanza di abbattimento di due villette abusive costruite in via Hera Lacinia in località Capo Colonna a Crotone emesse dal Comune di Crotone.
«Hanno avuto inizio ieri, lunedì 20 luglio 2020 – scrive la Prefettura di Crotone –, i lavori di demolizione delle ville abusive, realizzate sul promontorio di Capo Colonna, su un’area di inedificabilità assoluta, di proprietà della famiglia dei Grande Aracri».
«Ruspe in azione da questa mattina a Capo Colonna – informa una nota del Comune di Crotone – per la demolizione di manufatti abusivi». Si tratta di 3 di 5 immobili di proprietà di altrettanti componenti della famiglia Grande Aracri.
La neodirigente del settore “Opere pubbliche e territorio” del Comune di Crotone, Elisabetta Dominijanni, ha emesso quest’oggi 5 ordinanze per il differimento dei termini per demolizione di 5 immobili abusivi siti in localita’ Capocolonna.
PADOVA - Notificati dai Carabinieri di Padova 54 avvisi di conclusione di indagini preliminari emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia nell'ambito di un'inchiesta (operazione "Camaleonte) che visto, nei mesi scorsi, l'arresto di 27 persone appartenenti a un'organizzazione di matrice 'ndranghetista operante in Veneto, facente capo alla cosca cutrese Grande Aracri. L'Arma sta operando nelle province di Padova, Venezia, Vicenza,Belluno, Treviso, Reggio Emilia, Parma, Crotone, Reggio Calabria e Cosenza. Nel marzo scorso erano stati applicati provvedimenti cautelari patrimoniali per 18 mln e personali peri 39 persone, delle quali 27 tratti in arresto (13 in carcere e 14 ai domiciliari). Nelle successive indagini l'Arma e i finanzieri di Mirano hanno raccolto ulteriori conferme che hanno consentito la contestazione, nei confronti di taluni degli indagati, di un' ulteriore ipotesi di associazione finalizzata alla commissione di reati fiscali e riciclaggio, aggravata dalla finalità di favorire il sodalizio di stampo 'ndranghetista.