PETILIA POLICASTRO - Ha letto su un giornale le dichiarazioni di un pentito sul coinvolgimento di una persona nell'omicidio del fratello ed ha deciso di minacciare la famiglia della persona accusata. Per minacce e porto abusivo d'armi, aggravati dal metodo mafioso, i carabinieri hanno arrestato a Petilia Policastro Giuseppe Vona, di 29 anni. Vona era scampato all'agguato nel quale fu ucciso il fratello Valentino. Le indagini sono dirette dal pm della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio. A Giuseppe Vona i carabinieri hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari distrettuale di Catanzaro che ha accolto la richiesta della Dda. Il 19 gennaio scorso, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, un quotidiano aveva riportato alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Pace, da cui emergevano le dinamiche riguardanti l'omicidio di Valentino Vona avvenuto nell'aprile del 2012 nelle campagne di Petilia Policastro. Il pentito avrebbe rivelato i nomi di altre persone coinvolte nell'agguato. Dopo aver letto il giornale, Giuseppe Vona, armato di pistola, si è presentato a casa di una delle persone accusate dal pentito ed ha minacciato di morte i familiari. I carabinieri, dopo aver appreso dell'episodio, hanno avviato le indagini ed hanno ricostruito l'accaduto. Gli investigatori hanno anche recuperato un video, registrato da una telecamera di videosorveglianza, nel quale si vede Giuseppe Vona che minaccia i presenti con una pistola. Per l'omicidio di Valentino Vona i carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e del Nucleo investigativo di Crotone fermarono sei persone accusate di appartenere alla locale cosca della 'ndrangheta e di essere coinvolte nel delitto. Giuseppe Vona era già stato arrestato nell'ottobre del 2013 per detenzione di arma clandestina e nel maggio del 2014 nell'ambito dell'operazione dei carabinieri chiamata 'Tabula Rasa'.
Una pattuglia li ha "pizzicati" mentre tentavano di divellere la copertura (in lamiera coibentata) delle Terme di località Ponteconiglio (Cotronei). Nella giornata di domenica (22 marzo) i carabinieri della Stazione di Cotronei hanno così tratto in arresto in flagranza di reato due cittadini romeni, Iulian Volovaci di 42 anni e Stefan Florescu di 28 anni per furto aggravato. I carabinieri si trovavano nelle vicinanze, in quanto, era stata disposta l'intensificazione della vigilanza nel centro presilano durante i giorni festivi, con particolate attenzione al Villaggio Palumbo. Oltre alle pattuglie perlustrative della locale Stazione, sono state impegnate nel servizio anche le unità del nucleo Radiomobile. Il fine dell'attività era quello di prevenire i reati contro il patrimonio. Sotto tali premesse, alle 8.30 di ieri mattina, una pattuglia della locale Stazione, transitando lungo la strada provinciale 31 nei pressi di località Ponteconiglio, ha notato due uomini intenti a smontare lamiere e pezzi di muratura dello stabile in via di ristrutturazione ospitante le Terme comunali. Precipitatisi immediatamente sul posto, i carabinieri hanno così sorpreso i due romeni, muniti di scala e varia attrezzatura da scasso, intenti a divellere la copertura in lamiera coibentata delle Terme. Chiamata una pattuglia in supporto, i militari hanno quindi ammanettato i due uomini, provvedevando a contattare i responsabili del Comune per quantificare i danni arrecati alla struttura. Da un'attenta analisi è risultato che il tetto della struttura in lamiera coibentata aveva subito diversi "prelievi": questo si dedotto in relazione anche al fatto che i pannelli trovati in possesso ai romeni non erano sufficienti a coprire tutte le mancanze. I pannelli sequestrati, intanti, sono stati restituiti al Comune, mentre la squadra di militari ha subito provveduto a completare le operazioni di fotosegnalamento dei due arrestati. Il comandante di Stazione, maresciallo Ordinario Vozza, nel frattempo ha dato vita ad una fulminea attività di indagine che ha permettesso nella stessa notte di rinvenire nelle campagne di Scandale il resto della copertura del tetto che è stata prontamente riconsegnata al personale del Comune. I due romeni, entrambi con precedenti specifici a carico, su disposizione del sostituto procuratore di turno, sono stati posti agli arresti domiciliari rispettivamente nelle relative dimore di Strongoli e Rocca di Neto in attesa della celebrazione del rito direttissimo; su di loro, l'Arma formulerà la richiesta di divieto di ritorno nel Comune di Cotronei.
Cinque frane si sono verificate nella zona centrale di Petilia Policastro dove sono state evacuate ottanta persone a causa di crolli e danni alle abitazioni. Ancora per degli smottamenti sono stati chiusi due stabilimenti produttivi. Sempre a Petilia Policastro, il 31 gennaio scorso, si era verificata una frana in località Foresta dove era crollata una abitazione. I tecnici del Comune hanno effettuato numerosi sopralluoghi e stanno valutando la situazione di altre strutture a rischio. Le persone che sono state evacuate hanno trovato ospitalità presso alcuni familiari, oppure in strutture messe a disposizione dal Comune di Petilia Policastro. «La situazione è molto grave - ha detto il sindaco di Petilia, Amedeo Nicolazzi - e non riesco a fronteggiarla con le sole risorse del Comune. Mi erano stati assicurati aiuto e fondi per fronteggiare il dissesto, ma ad oggi, nonostante i nostri progetti, sono stato lasciato completamente solo». Sono oltre una trentina le abitazioni che a Petilia, nelle ultime ore, hanno subito danni a causa di frane e di smottamenti improvvisi. I tecnici ed il personale del Comune hanno intensificato i controlli, anche se si susseguono le richieste di intervento per nuove frane e smottamenti. «In queste ultime ore - ha detto all'Ansa il sindaco - si sono aperte delle vere e proprie voragini che minacciano abitazioni e creano crolli continui. La situazione che mi trovo a fronteggiare - ha aggiunto il sindaco - è davvero molto difficile. Stamane c'e' stata una frana - ha reso noto Nicolazzi - ed i pilastri di un frantoio si sono piegati. Ci sono danni per milioni di euro. Oltre alla gravità della situazione delle famiglie, mi trovo a dover fronteggiare anche quella di strutture industriali i cui capannoni stanno subendo ingenti danni. Solo oggi ho dovuto emettere una ordinanza per la chiusura di due stabilimenti produttivi. In questo modo non riusciremo a salvare niente. Da noi è a rischio tutto il territorio comunale». Nicolazzi ha poi rivolto un appello anche alla Regione Calabria ed alla Protezione civile perchè «bisogna intervenire tempestivamente. Il mio timore - ha concluso - è per l'incolumità delle persone e per il futuro delle attività produttive della zona».
I carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro hanno arrestato Vincenzo Castagnino, 59 anni, dopo che in una abitazione nella sua disponibilità sono stati trovati 31,5 kg di marijuana. Le indagini sono cominciate dopo che a Mesoraca era stato notato un aumento di assuntori di droga. I carabinieri sono risaliti ad un caseggiato disabitato quale probabile fonte dello spaccio. Castagnino, dopo il ritrovamento della droga ha tentato di fuggire ma è stato subito bloccato.
Le indagini.
Da tempo i militari del Nucleo Operativo, supportati dalle pattuglie in divisa del Nucleo Radiomobile e della locale Stazione stavano monitorando la piazza di Mesoraca, con specifico interesse alla frazione di Filippa, nella quale era stata notata un'anomala impennata di ragazzi (anche minorenni) trovati in possesso di spinelli e modiche quantità di marjuana. Una decina i ragazzi, infatti, segnalati nelle ultime settimane quali assuntori della droga leggera presso la Prefettura di Crotone. Troppi secondo i carabinieri per non cercare di stroncare la rete di approvvigionamento. Una volta accertato, grazie ad un proficuo lavoro di intelligence, che il rifornimento della sostanza non proveniva dall'esterno, ma la disponibilità era in loco, i militari hanno intrapreso una sofisticata – quanto consolidata – tecnica di analisi dei vari rinvenimenti di sostanze stupefacenti, interpolando orari, luoghi e situazioni nelle quali erano stati fermati i ragazzi in possesso di spinelli. Cartina del paese alla mano, i militari hanno identificato una zona epicentrica – all'interno della frazione di Filippa- rispetto ai vari rinvenimenti di sostanza stupefacente: sono stati quindi individuati alcuni caseggiati, in relazione alla loro posizione ed ovviamente ai relativi proprietari. Proprio un caseggiato in via Foscolo, presumibilmente disabitato, è stato il primo ad essere perquisito alle luci dell'alba. Il proprietario è risultato essere Vincenzo Castagnino, residente in una via limitrofa. L'uomo ha immediatamente evidenziato nervosismo alla vista dei militari, cercando di convincerli di essere estraneo alla proprietà dell'immobile in questione. Proprio tale atteggiamento, di solito un'ottima cartina di tornasole per gli investigatori, ha convinto ancor di più i militari della bontà della loro convinzione. Sono state così rinvenute nella disponibilità del Castagnino le chiavi dell'immobile. I carabineiri hanno per tanto effettuato l'accesso, trovandovi all'interno pochi mobili, nessun segno di soggiorno recente, ma cosa molto più importante ben dieci grandi sacchi contenenti marjuana. Il Castagnino, nel frattempo, dapprima ha cercato di compiere una goffa quanto inutile fuga, in considerazione del dispositivo di cinturazione effettuato dai militari intorno l'immobile, per poi dichiarare di non saperne nulla riguardo all'immensa quantità di sostanza rinvenuta. Nella stessa stanza, adibita a supermarket della droga, sono stati rinvenute bilance, di precisione e di grande dimensioni e materiali per lo stoccaggio e confezionamento. Alla fine sono risultati essere 31.5 i kilogrammi di marjuana sequestrata, che ad un calcolo approssimativo avrebbero immesso nella piazza di Mesoraca droga per un controvalore economico di circa 95.000 euro. Il Castagnino veniva quindi dichiarato in stato d'arresto e su disposizione del sostituto procuratore di turno, una volta terminate le operazioni di fotosegnalamento, tradotto in carcere a Siano. Ora, l'attenzione degli investigatori si concentrerà per individuare le modalità di produzione della sostanza e l'eventuale, probabile, interesse che la criminalità organizzata potrebbe avere in un business che l'odierna operazione condotta dai Carabinieri ha dimostrato incredibilmente redditizia.
Settimana intensa quella appena terminata per i carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro. Hanno infatti condotto dei servizi straordinari di controllo del territorio che hanno interessato, oltre al centro petilino, anche i Comuni di Roccabernarda, Mesoraca e Cotronei. Centinaia le persone ed i mezzi controllati, decine le pattuglie in divisa e in abiti borghesi impiegate per prevenire i reati contro il patrimonio e l'uso di sostanze stupefacenti soprattutto nelle zone frequentate da minori. A Petilia i carabinieri del nucleo Radiomobile hanno tratto in arresto Giuseppe Ierardi, 23 anni, per detenzione ai fini di spaccio di ben 300 grammi di marijuana: il giovane, già da tempo, era monitorato dai militari. Nell'immediato è stato sottoposto ad accurata perquisizione domiciliare, a seguito della quale, in un garage di pertinenza, sono stati rinvenuti (anche se ben occultati) tre etti di cannabis indica. Sempre nello stesso garage sono stati rinvenuti dai carabinieri un bilancino di precisione e del materiale per il confezionamento delle dosi. Sempre a Petilia i militari del nucleo Operativo hanno tratto in arresto Giuseppe Vona, di 45 anni, e Orlando Ierardi, anche lui di 45 anni, per furto in flagranza. I due, già noti ai carabinieri, sono stati "pizzicati" mentre, in maniera furtiva, uscivano a piedi da un fondo agricolo diregendosi verso una macchina. Una volta fermati e sottoposti a perquisizione, i due uomini sono stati trovati in possesso di diverse centinaia di euro e di un orologio, poi risultati rubati pochi istanti prima dall'abitazione rurale di un 86enne che, nel frangente, era intento curare le piante del giardino. A Mesoraca, invece, i carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto Nicola Londino, di 47 anni, per furto di energia elettrica: i militari, unitamente a personale specializzato dell'Enel, hanno effettuato un accesso all'interno della pizzeria di Londino (sita in via Petrarizzo), rinvenendo un allaccio abusivo che permetteva un bypass del proprio contatore, con allaccio diretto sulla rete dell'Enel. Circa ventimila euro, da una prima stima approssimativa, il valore dell'energia elettrica sottratta alla società erogatrice. A Santa Severina, i militari della Stazione, su disposizione del gip del Tribunale dei Minorenni hanno sottoposto un minorenne del posto agli arresti domiciliari presso una comunità di minori, in seguito all'informativa dei carabinieri i quali, due settimane prima, lo avevano sorpreso in flagranza. Il giovane sgattaiolava fuori dalla casa di amici di famiglia (sita nella frazione di Altilia), in quel frangente non abitata, da cui aveva sottratto fraudolentemente diverse centinaia di euro [LEGGI ARTICOLO]. Inoltre nei Comuni di Roccabernarda e Cotronei sono stati segnalati alla Prefettura 5 ragazzi (di cui 2 minori) per uso di sostanze stupefacenti. Sono state sei invece le denunce in stato di libertà per conducenti di autovetture sorpresi alla guida senza patente perché mai conseguita o con certificati assicurativi palesemente contraffatti.
Le piogge ed il maltempo degli ultimi giorni hanno provocato un'altra frana nella parte alta di Petilia Policastro, lo stesso comune dove, qualche settimana addietro e' crollata una palazzina e altre tre abitazioni hanno subito ingenti danni [LEGGI ARTICOLO]. Avvertito, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, si e' messo immediatamente in contatto telefonico con il sindaco Amedeo Nicolazzi che lo ha informato sulla situazione. I tecnici della Regione saranno sul luogo della frana per espletare i sopralluoghi necessari e per procedere alle verifiche dei danni. Il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi, ha emesso due ordinanze in base alle quali 32 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni «per la situazione di grave pericolo» determinatasi a causa di una frana. Un altro smottamento si era verificato, sempre a Petilia, il 31 gennaio scorso, ed in quel caso le famiglie sgombrate erano state sei, per un totale di 25 persone. Non ci sono immobili direttamente coinvolti nella nuova frana, com'era accaduto in occasione del primo smottamenti, ma il fronte della frana è tale da mettere in pericolo le palazzine delle quali è stato disposto lo sgombero. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la Protezione civile regionale ed i carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro. I nuovi sfollati hanno trovato ospitalità presso parenti.