CROTONE Un fil rouge che lega il crac Soakro alla gestione di Congesi a partire dal 2016, anno in cui il fu istituito consorzio che gestisce il servizio idrico integrato in 14 comuni del Crotonese compreso il capoluogo. È quanto messo nero su bianco dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica, Alessandro Rho, che ha iscritto nel registro degli indagati dieci persone tra vecchi e attuali dirigenti del consorzio.
CROTONE Il Tribunale di Crotone ha condannato 14 persone per il fallimento della "Soakro", la società che ha gestito il servizio idrico e di depurazione in città e in diversi comuni della provincia fino al gennaio del 2016, quando venne dichiarata fallita lasciando un buco quantificato in 49 milioni di euro. Tra gli imputati amministratori, dirigenti e sindaci che avevano guidato la società.
«E’ veramente singolare e al limite del grottesco che una società posta in liquidazione già dal 2012 possa permettersi il lusso di fare lezione di “buona gestione”». A scriverlo in riferimento a Soakro è il consiglio di amministrazione di Congesi, il consorzio pubblico di 10 Comuni del Crotonese nato per la gestione del sistema idrico integrato. «Congesi – proseguono quelli del cda –, oggi in piena fase di start up, ha iniziato la propria attività in un settore, quello idrico, frammentario e disomogeneo dove si registrano solo macerie per cui bisognerebbe seriamente riflettere su chi e come, nel corso del tempo, ha prodotto tale situazione. È grottesco che ad additare, oggi come ieri, sia chi svolgeva e continua a svolgere la funzione di “venditore di acqua” di un bene comune in barba a ogni legge di riferimento per la gestione del sistema idrico integrato. L’acqua potabile per i cittadini non è un bene in vendita, ma un bene da tutelare nell’interesse della collettività. Le fonti idriche non sono di proprietà di qualcuno che specula sul bene stesso, ma una risorsa non inesauribile e che va difesa. E’ questo lo spirito della Legge Galli, prima, e del Testo Unico sull’Ambiente, poi. Oggi l’utenza della città di Crotone paga l’acqua che acquista da Sorical Spa in liquidazione a circa €.0,35/m3; se dessero a Congesi la possibilità di gestire, cosi come la legge prevede, l’intera filiera del Sistema idrico integrato (Sii) il costo di approvvigionamento si attesterebbe intorno a € 0,18/m3 che, rapportato ai milioni di m3 erogati, si traduce in un risparmio economico non indifferente. Affermare che Congesi sia messa alla stessa stregua di Soakro non corrisponde al vero. Congesi è presente operativamente su tutti i Comuni Consorziati, gestendo quotidianamente interventi manutentivi su reti ed impianti ed accogliendo presso gli sportelli presenti in tutti gli 11 Comuni centinaia di utenti. Nel primo anno di gestione non si è registrato un solo sversamento fognario in mare. In accordo e con il supporto della Procura della Repubblica di Crotone, ha avviato una decisa e produttiva azione sui numerosi utenti irregolari. Inoltre essendosi venuta a formare la platea degli utenti “morosi”, ha avviato anche le procedure per la riscossione coattiva. A titolo esemplificativo in 16 mesi di attività Congesi ha portato la percentuale di riscossione nel Comune di Crotone dal 48% al 67% con un incremento del 19%. Ecco il piano industriale di Congesi. Ecco come, con le stesse maestranze del precedente gestore (altro problema sociale al quale, insieme a Cgil e Cisl, ha dato un concreta risposta), ha rimesso in piedi un servizio che da qualche anno non veniva più erogato. Congesi, azienda pubblica per il Sii, invita formalmente i vertici di “Sorical Spa” in liquidazione a recarsi presso la propria sede e verificare quanto sopra descritto. Entrando nel merito della vicenda, nel mese di luglio scorso si è svolto un incontro con i vertici di Sorical Spa in liquidazione in cui Congesi, dopo aver spiegato il proprio modus operandi, ha accettato il piano proposto, consistente nel pagamento del debito maturato e maturandi in rate costanti per 18 mesi, con prima rata luglio 2017 ed ultima rata dicembre 2018. E qui la prima inesattezza: il pagamento delle fatture correnti a decorrere dal terzo trimestre 2017, sarebbero andate in coda al piano, prevedendo, anche in questo caso, rate costanti a partire da gennaio 2019. Nel frattempo Congesi, ha cambiato il proprio software gestionale e, tramite gara di appalto, ha affidato il servizio ad un nuovo fornitore con avvio del servizio di bollettazione entro aprile 2017. Purtroppo una serie di problemi tecnici non prevedibili hanno impedito di poter emettere le fatture all’utenza secondo i tempi programmati, creando notevoli disagi. Tutto ciò è stato spiegato per iscritto a Sorical Spa in liquidazione, alla quale è stato dettagliato il nuovo piano di fatturazione ed assicurata (cosi come avvenuto) l’emissione delle fatture all’inizio di ottobre con contestuale recupero delle prime tre rate scadute (circa 860.000 euro), rimettendosi in linea con il piano di pagamenti. La risposta di Sorical? Nonostante sia stato effettuato un primo pagamento di 100mila euro (altri seguiranno nei prossimi giorni), minaccia e mette in pratica la riduzione idrica (altro che rispetto per i cittadini di Crotone) e, fatto ancor più grave, per cui il Cda si riserva di dare mandato legale, predefinisce una sorta di situazione prefallimentare che non esiste attraverso una serie di falsità e di accostamenti surreali che ledono l’immagine della Società, creano seri problemi all’utenza che, disorientata, con molta probabilità metterà in discussione il pagamento del servizio (sono da poco arrivate le bollette nelle case di cittadini) e dei fornitori che, allarmati, chiedono notizie sullo stato di salute del loro committente. Questi i fatti e questa l’azione giudiziaria che Congesi avvierà per il ripristino della verità e per la difesa dell’immagine prodotta e dei danni arrecati!».
Il fallimento della Soakro non è destinato a essere archiviato come un normale fatto di cronaca. La procedura giudiziaria, resa nota ieri [LEGGI ARTICOLO], dice che la Procura della repubblica presso il tribunale di Crotone ha aperto un’indagine per definire eventuali responsabilità penali. Gli indagati destinatari dell’avviso di conclusione d’indagine [LEGGI ARTICOLO] devono dimostrare che non hanno responsabilità soggettive, rispetto alle ipotesi di reato evidenziate nell’inchiesta prodotta dagli investigatori della Guardia di finanza di Crotone. Al di là di come si concluderà il procedimento avviato dalla Procura, ci sono però alcune questioni che meritano un approfondimento. Perché fallisce Soakro? La risposta più semplice è: «Non ha avuto amministratori adeguati». La risposta è scontata, ma non chiarisce molto. In verità sono tante le ragioni che portano al fallimento, prima fra tutte la questione del personale. L’Italgas Sud, che qualche anno fa ha avuto in gestione il sistema idrico integrato della città di Crotone, aveva in organico 19 dipendenti. La gestione Italgas era perfetta e nonostante gli sforzi mentali non si riesce a ricordare situazioni di inefficienza o disservizi gravi da parte sua. L’acqua veniva erogata con puntualità, non c’erano sversamenti di fogne a mare e gli interventi sulla linea erano puntuali e definitivi. Anche la bitumazione delle strade, dopo gli interventi, avveniva in tempo reale. La Soakro, invece, aveva in organico 110 dipendenti a tempo indeterminato e un'altra quarantina a tempo determinato. Nonostante questo piccolo esercito per gli interventi, la società a partecipazione pubblica doveva fare riferimento a ditte esterne. È vero che la Soakro, rispetto a Italgas Sud, aveva la gestione di tutti i territori comunali della provincia di Crotone; ma è altrettanto vero che la popolazione della città capoluogo è un terzo di quella dell’intera provincia. Fatte le dovute proporzioni, dunque, potendo contare sulla già citata efficienza organizzativa, l’Italgas avrebbe garantito la gestione dei 27 comuni con 57 dipendenti. Eppure la Soakro aveva cercato la soluzione a tale problema ricorrendo alla consulenza di Umberto Marrami, un esperto di risorse umane che veniva dalla Toscana. E che consulenza! E’ costata un vero e proprio patrimonio ad un’azienda che, tra l’altro, aveva i conti in rosso. L’esperto, infatti, avrebbe dovuto individuare la strategia per omogeneizzare il personale e ridurre i costi. Il risultato? La Soakro è fallita e oggi i magistrati accusano i suoi amministratori di bancarotta fraudolenta. Marrami, addirittura, viene definito dagli investigatori della Guardia di finanza “amministratore di fatto” dal maggio 2011 a maggio 2015. E se Marrami era l’amministratore, allora che ruolo svolgeva il presidente Domenico Capozza? Confesso: a questa domanda non so rispondere. Ricordo solo che il presidente Capozza aveva voluto il trasferimento degli uffici dalla struttura ex caserma dei carabinieri (situata nei pressi del Palamilone) al Granaio dove lui stesso aveva ricoperto il ruolo di amministratore. La proprietà della struttura dell’ex caserma dei carabinieri ha anche proceduto a un ricorso giudiziario per avere il pagamento di mensilità dovute per la rescissione del contratto attraverso procedure irregolari. Allo Soakro si spendeva allegramente, insomma, e si assumeva personale senza verificare i bisogni dell’azienda. Qualcuno diceva che c’erano più impiegati che lavoratoti operativi sugli impianti del sistema idrico integrato. E doveva essere così perché, come ho detto prima, per gli interventi si ricorreva a ditte esterne. Assunzioni facili, dunque, probabilmente clienti delle classe politica locale che aveva scambiato la Soakro come una salsiccia: più ne entravano e più ne infilavano, così tanti da correre il rischio che, negli uffici, non c’erano nemmeno le sedie per tutti i dipendenti!
Questa mattina i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Crotone su disposizione della Procura della Repubblica di Crotone hanno proceduto alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari svolte nei confronti degli amministratori della Società Pubblica “Soakro” con sede in Crotone. L’attività investigativa denominata "Acqua chiara" nasce da una pregressa attività investigativa svolta dalla Guardia di Finanza circa la non aderenza alla normativa sui contratti pubblici dei lavori finanziati con fondi “Fesr 2007-2013”, nonché relativamente a una situazione finanziaria non florida da parte della società pubblica che gestiva il servizio idrico integrato dell’Ato Calabria 3 Crotone. La pista economico-finanziaria seguita dalle Fiamme gialle crotonesi, coordinate dal procuratore capo Giuseppe Capoccia, ha seguito un doppio profilo. Nel marzo 2015 è stato avviato infatti un controllo di carattere fiscale in relazione al quale il responsabile legale della società è stato segnalato alla Autorità giudiziaria per l’omesso versamento di imposte per 1.558.330 euro, di cui 597.849 riferibili all’omesso versamento delle ritenute operate sui dipendenti per l’anno 2013, reato previsto dall’art. 10 bis del decreto legislativo 74 del 2000. Conclusa questa verifica, è stato così avviato un controllo in materia di spesa pubblica. Le risultanze delle due attività hanno permesso di far emergere diverse condotte delittuose afferenti le false comunicazioni sociali, l’abuso d’ufficio e, infine, a seguito della declaratoria di fallimento, i reati di bancarotta fraudolenta, con la segnalazione all’Autorità giudiziaria ordinaria di 15 persone, responsabili a vario titolo dei reati false comunicazioni sociali per i bilanci presentati dalla suddetta società degli anni 2010-11-12, poi assorbito dal più grave reato di bancarotta fraudolenta.
Falso in bilancio.
Relativamente al "falso in bilancio", relativamente agli anni 2010, 2011 e 2012, è stato constatato che la società in questione ha contabilizzato delle note di accredito da ricevere da una società in liquidazione volontaria (la "Sorical SpA"), che gestisce il servizio idrico regionale. Dette appostazioni contabili, così come emerso dalla documentazione esaminata, sono state effettuate per stornare, a fronte della fornitura di acqua da parte della "Sorical", una parte del costo fatturato alla società controllata. In particolare, se la Soakro non avesse iscritto in bilancio le note di accredito da ricevere,
negli anni dal 2010 al 2012, avrebbe dovuto necessariamente provvedere a coprire la perdita d'esercizio che si sarebbe generata, in quanto nettamente superiore ad 1/3 del capitale sociale. Ciò avrebbe avuto ripercussioni, in prima battuta, sull'utilizzo delle riserve del capitale sociale, con conseguente tassazione in capo ai soci e, successivamente, una volta esaurite le riserve, la società avrebbe dovuto ricorrere alla diminuzione del capitale sociale. Di contro, la riduzione del capitale sociale, che sarebbe sceso al di sotto del limite legale, avrebbe costretto i soci (tutti Enti Locali) ad effettuare versamenti per ripianare la perdita e per ricostituire il capitale sociale o, in alternativa, a chiedere lo scioglimento della società. In ultima analisi, a prescindere dalle modalità di copertura delle perdite d'esercizio che si sarebbero generate, l'esposizione in bilancio delle stesse avrebbe denotato una gestione antieconomica del servizio, che, contravvenendo ai criteri di economicità per la concessione dei servizi in house, avrebbe esposto la società controllata alla revoca dell'affidamento.
Abuso d'ufficio.
Per ciò che concerne, invece, l'abuso d'ufficio i finanzieri hanno ricostruito in 2.609.316 di euro gli importi degli affidamenti illegittimi negli anni dal 2011 al 2015. Questa la ricostruzione: dal 2013 al 2015 (fino all'11 marzo 2015), la società ha stipulato diversi contratti di cottimo fiduciario e lavori di somma urgenza, che sono risultati essere accumunati dal fatto che i servizi indicati non potevano essere considerati singolarmente, ma come delle prestazioni effettuate nell'ambito di un servizio unitario, che, superando il limite di 40.000,00 euro, ai sensi della vigente normativa sugli appalti pubblici, dovevano essere concessi attraverso le normali procedure e nel rispetto dei principi di trasparenza, rotazione e parità di trattamento. Inoltre, alcuni dei contratti, considerati unitariamente nell'intero arco temporale a cui si riferiscono i rapporti economico-commerciali con la "Soakro S.p.A.", superando il limite di €. 200.000,00 euro, previsto per i lavori o servizi, dovevano essere affidati non in economia attraverso il cottimo fiduciario, bensì attraverso le ordinarie procedure di affidamento per i contratti pubblici. Gli importi dei contratti illegittimamente affidati ammontano complessivamente a 1.672.042,29 di euro. La società controllata è risultata beneficiaria di finanziamenti ricevuti per la realizzazione di progetti cofinanziati dall'unione europea (fondi fesr, apq e cipe). Considerato che la Soakro non ha reintegrato il "conto dedicato" alle commesse pubbliche delle somme utilizzate per scopi diversi dalla realizzazione dei progetti de quo, la società, nel corso degli anni (fino al 2015), e per essa i dirigenti, ha distratto fondi pubblici per un ammontare complessivo di 710.485,99 euro. Ma non è tutto. La Soakro, negli anni dal 2012 al 2015, in virtù della sua veste di società "in house", ha conferito incarichi che, oltre a non essere in linea con la vigente normativa in merito ad incarichi di studio, consulenza e di collaborazione, dovevano essere affidati tramite evidenza pubblica. L'importo complessivo di questi incarichi ammonta a 200.380,48 euro. Nel 2014, in violazione alla normativa sugli appalti pubblici, a fronte di lavori di manutenzione e costruzione di impianti idrici e fognari effettuati da una impresa locale, ha sostenuto spese in presenza di durc (documento unico di regolarità contributiva) non più valido e caratterizzato da irregolarità contributive, per un ammontare complessivo pari di 18.818,00euro. Le fiamme gialle hanno poi appurato che nel 2013, la società avrebbe distratto spese utilizzate per la manutenzione ordinaria di pulizia di impianti di sollevamento che, sulla base dell'attività ispettiva eseguita, sono risultati non pertinenti ad un progetto cofinanziato con l'unione europea, per un importo complessivo pari a 7.590,00 euro.
Le responsabilità sul fallimento.
C'è una parte dell'inchiesta inoltre che guarda ai reati fallimentari. In data 13 gennaio 2016 il Tribunale ordinario — sezione fallimentare di Crotone — ha emesso la sentenza nei confronti della "Soakro S.p.A.". Da quel momento la Procura ha incaricato gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria approfondimenti in relazione alla plausibile commissione di condotte integranti reati fallimentari. Tali approfondimenti ed indagini hanno permesso di rilevare che, nel corso degli anni dal 2010 al 2015, la società ha posto in essere una serie di condotte che hanno generato un aumento dell'esposizione debitoria complessiva per 50.759.963,55 di euro, tipiche della bancarotta fraudolenta. In particolare, nel periodo dal 2010 al 27 gennaio 2016, come si evince dal bilancio di verifica acquisito dalla curatela fallimentare, la società in questione ha contabilizzato delle "false" note di accredito da ricevere ed esposto "crediti inesistenti", per un totale di 8.203.103,20 di euro. Dette appostazioni contabili, come accennato, sono state effettuate per stornare alla società una parte del costo fatturato dalla Sorical. Così facendo, è stata mascherata attraverso falsi bilanci, la profonda voragine che si era creata nei conti della società, permettendo alla stessa di proseguire nella sua attività, in una situazione di risalente e palese insolvenza, in cui ha: continuato a ricevere finanziamenti pubblici nell'ambito del fesr 2007/2013 e Apq; utilizzato queste somme per effettuare sia pagamenti economicamente e giuridicamente non giustificati (consulenze) sia pagamenti "preferenziali"; fatto aumentare in maniera esponenziali i propri debiti per come sopra specificato.
Il peculato.
È stata inoltre accertata una distrazione per 541.933 euro, negli anni dal 2011 al 2015. La Soakro ha in pratica conferito un incarico di consulenza, privo di qualsiasi ragione economica, in quanto i relativi compensi sono stati erogati nei confronti di una società il cui amministratore, sulla base dell'attività ispettiva eseguita, è risultato aver svolto funzioni di amministratore "di fatto" della società controllata. Pertanto, tali compensi, per un ammontare complessivo di 470.738 euro erano piuttosto legati a quest'ultima funzione che non alla "formale" consulenza affidata alla sedicente società di consulenza. Inoltre, negli anni 2013 e 2014, la società, nei confronti di soggetti inseriti a vario titolo nella struttura societaria, ha concesso dei premi in denaro da erogare in forma di una tantum e connessi al raggiungimento di determinati obiettivi per complessivi 71.194 euro che sono risultati essere privi di qualsiasi ragione economica, oltretutto perché gli obiettivi non sono stati raggiunti per come erano stati prefissati. Allo stato delle indagini la somma complessiva relativa alle condotte criminose ammonta a 11.649.028 euro. Infine, negli anni 2012 e 2013, il direttore amministrativo, prima, e successivamente l'amministratore della società nella loro qualità di equiparato ad un "incaricato di pubblico servizio", si è reso responsabile di falso ideologico per aver falsamente attestato la corrispondenza dei verbali del consiglio di sorveglianza depositati presso la Cciaa., relativi all'approvazione dei bilanci dell'anno 2011 e 2012, con quelli conservati agli atti della società.
Siglato questo pomeriggio presso la sede della Camera del lavoro di Crotone il verbale d'accordo con i sindacati per l'assorbimento di 76 unità lavorative degli ex dipendenti "Soakro" da parte del "Consorzio tra Comuni per la gestione del Servizio idrico integrato nel Crotonese" (Congesi). Nell'accordo è previsto l'assorbimento graduale di tutti e 109 lavoratori della società idrica fallita lo scorso 18 gennaio. Ma per il momento, secondo il fabbisogno del Piano economico e finanziario del consorzio è previsto il reclutamento di 76 unità. A firmare l'accordo nella sede di via Pantusa assieme all'amministratore pro-tempore Claudio Liotti e al consigliere d'amministrazione Giovanni scordamaglia sono stati i sindacati di categoria Filctem-Cgil (Francesco Gatto), Femca-Cisl (Pompeo Greco) e Uil Crotone (Fabio Tomaino). Nel Piano economico finanziario è prevista una spesa per il personale di 2.657.291 euro. La gerarchia dei criteri di scelta del personale sono l'appartanenza all'area funzionale e operativa; l'anzianità di servizio; la territorialità; e i carichi di famiglia. Il fabbisogno del personale previsto nel piano prevede: 9 responsabili di funzione (sesto livello); un funzionario rilevazioni, relazioni utenza e recupero crediti (quinto livello); 9 impiegati (terzo livello); 3 capisquadra (terzo livello); 9 addetti tra protocollo, custome service e front-office (secondo livello); 27 operai specializzati (secondo livello); e 18 operai genereci (primo livello).