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Giovedì, 18 Aprile 2024

CRONACA NEWS

Un magistrato in servizio alla Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, e due avvocati, uno del foro di Catanzaro e l'altro di Locri sono stati arrestati dalla Guardia di finanza su disposizione della Dda di Salerno per corruzione in atti giudiziari.

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parco eolico isola wind farmCATANZARO - La Corte d'appello di Catanzaro, respingendo il ricorso degli indagati, ha confermato la confisca del parco eolico di Isola Capo Rizzuto "Wind farm", tra i piu' grandi d'Europa, e quote di 3 societa' per un valore di 350 milioni di euro. Il provvedimento era stato emesso nel maggio 2017 dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale su richiesta del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dell'aggiunto Vincenzo Luberto e del pm Domenico Guarascio ed era stato eseguito dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria-Gico di Catanzaro. La confisca era stata disposta nei confronti di Pasquale Arena, nipote del capo dell'omonimo clan Nicola e fratello del boss Carmine, ucciso a colpi di bazooka in un agguato nel 2004. Secondo l'accusa, il parco era da ricondurre alla cosca tramite Pasquale Arena, funzionario del comune di Isola. Giudizio confermato dai giudici d'appello per i quali "l'intera operazione va qualificata come di fatto riconducibile alla sfera giuridico patrimoniale della cosca Arena".

 

 

 

 

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comune4Il Comune di Crotone condannato a pagare 2,6 milioni di euro per dei terreni espropriati a fine anni novanta per la realizzazione di quattro cooperative di edilizia residenziale. La sentenza è stata depositata lo scorso 30 ottobre dalla prima sezione civile della Corte d’appello di Catanzaro (Teresa Chiodo presidente, Teresa Barilari consigliere e Angelina Silvestri consigliere-relatore). La Corte ha così dato ragione agli eredi di Maria Caputo (Grazia, Giuseppe e Maria Giuseppina Rizzo), difesi dall’avvocato Oreste Morcavallo, in merito alla causa civile da questi inoltrata nel 1999 contro il Comune di Crotone e la Provincia di Catanzaro per l’esproprio di alcuni terreni di sua proprietà eseguito in data 23 dicembre 1997. Le aree individuate erano poi state assegnate al “Consorzio regionale tra le cooperative di abitazione” – Abitcoop, al Consorzio lavoratori Montedison, alle Cooperative edilizie Giove, all’Impresa consorzio città di Crotone e Scintilla Scarl che sono quindi convenuti a processo attraverso i legali rappresentanti. Stando alla ricostruzione giudiziaria contenuta nella sentenza, la proprietaria, all’epoca dei fatti, non aveva accettato l’indennizzo propostole dal presidente dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro con il decreto numero 222 emesso nel 1996 (37mila lire per metro quadrato). Una volta avviata la causa, il Comune di Crotone si era costituito, eccependo alla ricorrente di non aver provato l’effettiva proprietà dei terreni, contestando inoltre che questi fossero a uso agricolo e non edificatorio. Anche l’Amministrazione provinciale si era costituita nel corso del processo proponendo le stesse eccezioni opposte dal Comune di Crotone. La Corte d’Appello ha quindi stabilito che il prezzo dei terreni al metro quadrato fosse correlato a quelli del 1997 (78mila lire al metro quadrato) e che, da questa data, dovessero essere calcolati anche i relativi interessi. Il Comune di Crotone è stato difeso dall’avvocato Rosario Medici.

 

 

 

 

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enzo sculcoEnzo Sculco può tornare alla politica attiva. Lo sdoganamento gli è arrivato dalla Corte di appello di Catanzaro, alla quale il leader del movimento dei DemoKratici si era rivolto affidando la sua difesa all’avvocato Mario Nigro, che ha incentrato la sua azione legale su una pronuncia della Cassazione del 2013. In sostanza la Cassazione aveva chiarito che le pene accessorie di una condanna potevano essere cancellate a condizione che il soggetto interessato avesse provveduto ad espiare la colpa svolgendo attività nei servizi sociali. La condanna gli era stata inflitta per una vicenda legata alla sua attività di vicepresidente della Provincia di Crotone, al tempo in cui presidente dell’ente intermedio era Carmine Talarico. Sculco, dopo la condanna, ha svolto attività sociali per 10 mesi e 15 giorni, a conclusione dei quali il Tribunale di sorveglianza ha rilasciato una certificazione positiva. E’ stata proprio questa certificazione a produrre la cancellazione delle pene accessorie. Gli effetti della decisione della Corte di Appello di Catanzaro sono retroattive e partano dal 2013. In seguito a questa decisione il leader dei DemoKratici potrà anche candidarsi.

 

 

 

 

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vrenna gianni raffaeleAdesso è tutto in mano ai giudici della Corte d'Appello di Catanzaro, che si sono riservati di decidere. Il destino del patrimonio dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, patron del Crotone calcio, un impero stimato in circa 800 milioni di euro, sarà deciso dalla corte che al momento opportuno convocherà le parti. Nel corso dell'udienza di mercoledì scorso il sostituto procuratore generale, Salvatore Curcio, ha chiesto che i beni vengano confiscati, ricalcando quella che e' stata la richiesta del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e del sostituto della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, in primo grado. Secondo l'accusa, il patrimonio dei Vrenna è frutto di un rapporto con la criminalità organizzata crotonese basato sull'intesa e non sulle vessazioni. Tesi decisamente contraria quella della difesa - rappresentata dagli avvocati Francesco Gambardella, Francesco Verri e Carlo Federico Grosso - secondo la quale gli imprenditori sono vittime della cosche, hanno subìto atti intimidatori e hanno in tasca anche un'assoluzione dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Le tesi difensive, in primo grado, hanno prevalso sulle motivazioni della distrettuale e le richieste di confisca e di sorveglianza speciale per cinque anni sono state rigettata dalla sentenza emessa il 16 gennaio scorso. Immediato il ricorso della Dda ha scritto: «Sono imprenditori attigui al fenomeno mafioso per essersi sin dalla genesi della loro attività accordati con le consorterie criminali e segnatamente con quella denominata Vrenna-Corigliano-Bonaventura». Oggi il pg Curcio ha chiesto la confisca del patrimonio e la sorveglianza speciale per cinque anni. Le difese hanno chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Quale sarà il destino di un impero che spazia dalle costruzioni ai rifiuti al calcio, sarà deciso nei prossimi giorni. (ilVelino/AGV NEWS)

 

 

 

 

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