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Venerdì, 29 Marzo 2024

CRONACA NEWS

Due depuratori e una tubazione sono state sequestrate dai carabinieri nel Crotonese nell'ambito delle attività di monitoraggio e controllo sulle strutture di trattamento delle acque reflue domestiche e industriali svolto con l'ausilio dei tecnici dell'Arpacal.

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«Continua l’attività della Capitaneria di porto di Crotone – informa una nota – a tutela dell’ambiente. Controlli svolti su tutto il territorio delle province di Crotone e Catanzaro hanno portato, solo qualche giorno fa, al sequestro dell’impianto di depurazione acque reflue del comune di Botricello (CZ).

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sequestro depuratore scandale2Gravi carenze nel ciclo depurativo. Questa la motivazione per la quale i militari della sezione di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto di Crotone e della locale Stazione Carabinieri sono stati costretti a sequestrare i cinque impianti di depurazione delle località “Sant’Antonio”, “San Leonardo” “Condoleo” e “Corazzo” del Comune di Scandale. Il personale della Capitaneria di porto e della locale stazione Carabinieri hanno scoperto che gli impianti sono in totale abbandono, obsoleti e fatiscenti; quattro di essi sono risultati privi di energia elettrica in quanto la fornitura del servizio energetico è stata sospesa dal fornitore per morosità. E’ risultato che i liquami urbani provenienti dalla rete fognaria cittadina, senza subire alcun ciclo depurativo finiscono “tal quali”, direttamente nel fiume Neto attraverso alcuni fossi naturali. Di fronte all’evidente inefficienza degli impianti di trattamento, gli accertatori hanno provveduto a sequestrare gli impianti, affidandone la custodia giudiziale al sindaco del Comune di Scandale e denunciando i responsabili all’Autorità giudiziaria. Attraverso il ricorso allo strumento della custodia si potranno intraprendere tutte le necessarie azioni per il ripristino della piena funzionalità delle strutture depurative. Di certo, l’inesistenza dell’intero trattamento depurativo, all’attualità, rappresenta una grave fonte di potenziale rischio per la salute dei cittadini e di grave danneggiamento dell'ambiente.

 

 

 

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sequestro depuratori2Sequestrati tre depuratori comunali dalla Capitaneria di porto di Crotone. Si tratta di tre impianti ricadenti nel territorio di Caccuri. Giornata intensa, dunque, quella di oggi per gli uomini della Capitaneria che sono stati impeganti ell'ambito di attività mirate di controllo in materia ambientale e, quindi, alla tutela della salute dei cittadini. Le operazioni sono state condotte nel comune di Caccuri (KR) per verificare gli impianti di depurazione. È stato così stato accertato che 3 dei 5 depuratori presenti sul territorio del comune presilano, risultavano non funzionanti. In particolare, è stato riscontrato che le acque reflue urbane provenienti dalla rete fognaria cittadina in ingresso nei depuratori situati nelle località Campo, Rupe e Santa Rania non venivano sottoposte al previsto ciclo depurativo e finivano tal quali, attraverso delle tubazioni di bypass, direttamente nel corpo d'acqua recettore o fossi naturali. I tre impianti, infatti, non risultano serviti da energia elettrica e quindi già di per sé impossibilità a svolgere l'attività. Gli impianti di depurazione risultando, quindi, all'evidenza, in completo stato di abbandono e totalmente inefficienti, sono stati posti sotto sequestro con facoltà d'uso. Sono stati inoltre deferiti all'Autorità giudiziaria i responsabili. Attraverso il ricorso allo strumento della custodia giudiziale si potrà intraprendere un percorso di ripristino dell'efficienza di depurazione e della buona gestione. Le indagini della Capitaneria di porto non si sono attestate alla sola verifica degli impianti totalmente fermi, ma sono proseguite al controllo anche dei restanti due impianti per quanto attiene a tutti gli aspetti relativi alla gestione della depurazione ed al suo ciclo funzionale. I militari hanno effettuato dei campionamenti chimico-biologici dei reflui in uscita al fine di verificare se vengono o meno rispettati i parametri batteriologici e chimici nel limite massimo fissato per legge. Di certo, livelli superiori rispetto ai limiti previsti rappresenterebbero un indicativo di "una non idonea efficienza del trattamento depurativo", ovvero l'esistenza di una fonte di evidente rischio per la salute dei cittadini nonché di danneggiamento grave dell'ambiente.

 

 

 

 

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