I personaggi dalle forme vagamente tondeggianti rivelano un quid disneyano che non stona con l’ambientazione tenebrosa della vicenda, anzi aggiunge maggiore inquietudine. Le scene all’aperto, nel bosco, hanno un forte impatto: alberi scheletrici e presenze spaventose accennate non smentiscono di sicuro la vocazione tenebrosa della testata e anche una certa inclinazione da parte della disegnatrice per il misterioso e il gotico.
Veramente straordinarie le sequenze di metamorfosi: in poche scene “l’innocuo” diventa spaventoso in progressione e regressione sbalorditive. Dylan, meno spigoloso nei tratti rispetto ad altri maestri disegnatori, conserva comunque gli aspetti distintivi della sua personalità e i lineamenti che lo contraddistinguono.
Molto belli i chiaroscuri e le prospettive che conferiscono profondità e intensità alle immagini; Fabiana Fiengo riesce a dare un taglio personale e interessante alle vicende rappresentate senza tradire lo spirito dylaniano e sicuramente farà ulteriormente parlare di sé.