Quando fa caldo i veleni della politica dati in pasto all’opinione pubblica trasformano le bugie in verità. Il caldo estivo, quindi, diventa ancora più pericoloso quando qualcuno fa arrivare una scintilla alla miccia. Specialmente se la miccia viene posta nelle mani della politica l’esplosione è certa. Succede così che una pizza organizzata per passare una buona serata tra amici diventa l’inizio delle attività per preparare la prossima campagna elettorale regionale dall’area politica che fa riferimento al reuccio di via Firenze, Enzo Sculco. La dose viene addirittura rincarata quando viene raccontato che alla pizza “elettorale” partecipano persino Peppino Vallone e Rocco Gaetani. Sono stato, senza volerlo, quasi testimone oculare dell’evento. La pizza si è tenuta lo scorso 8 agosto su iniziativa di Filippo Esposito, che ha pagato il conto. Esposito, tra l’altro non è nuovo a questi inviti, lo fa anche con altri gruppi di suoi amici; inviti che non hanno finalità politiche. Alla pizza che si è tenuta presso il locale di Annibale a Le Castella hanno partecipato Cesare Spanò, Filippo Esposito, Enzo Sculco, Serafino Mauro, Leo Pedace, Mimmo Critelli e Carmine Talarico. Esposito, Spanò e Talarico sono arrivati da Praialonga, dove passano la stagione estiva. L’unica motivazione di “ordine politico” che avrebbe potuto spingere Esposito a riunire il gruppo potrebbe essere riconducibile alla necessità di tentare di porre fine alle divergenze che si sono determinate nell’area dei DemoKratici. Esposito sa, però, che questo tentativo potrebbe essere catalogato tra le “missioni impossibili”. Nel gruppo il rapporto di amicizia c’è, ma le distanze politiche sono quasi insormontabili. Gli incontri per gli accordi politici, poi, non si fanno nel locale di Annibale, che in estate è frequentatissimo. La sera dell’8 agosto, infatti, ad un altro tavolo c’era l’ex presidente del Crotone, Raffaele Vrenna, in compagnia di altre persone e ad un altro tavolo c’era Sergio Arena (il locale è della sua famiglia) con il vescovo di Noto, monsignor Tonino Staglianò, e altri suoi amici. Finita la pizza, intorno alle 23, Esposito ha espresso il desiderio di tornare a casa per cui i tre di Praialonga hanno abbandonato il resto della compagnia che si è attardata sul corso del centro turistico estivo. Quando li ho incontrati ho anche scattato una foto ricordo, pensando di poterla poi utilizzare per qualche servizio giornalistico futuro. Vallone e Gaetani? Fanno parte delle palle estive frutto dei veleni della politica.
«Camminare per le strade di Le Castella, specialmente di sera, ti viene un senso di rabbia e frustrazione, si legge nello sguardo dei cittadini della frazione la consapevolezza di essere arrivati ad un punto di non ritorno». Lo scrive Alfredo Scicchitano del Partito della Rifondazione comunista. «Non per fare del campanilismo – prosegue –, ma la stessa cosa vale per l’intero territorio del nostro Comune. Isola Capo Rizzuto di questi momenti difficili nella sua storia li ha vissuti e comunque superati, perché il tessuto democratico e civile del popolo di Isola ha saputo reagire, quando è stato chiamato a dire no ai baroni e latifondisti, alle battaglie degli studenti degli anni ‘70 per il diritto allo studio, al movimento No F16 all’aeroporto di Sant’Anna, a mettere fine all’occupazione delle famiglie mafiose di alcuni partiti tradizionali, con la creazione di una lista “orologio” che raccoglieva tutte le persone sane che militavano all’interno dei partiti. Questo è stato possibile perché alla base di tutto c’erano uomini e donne, che a prescindere dall’appartenenza, avevano un idea di società, credevano in qualcosa, avevano la speranza che un mondo migliore era possibile. Oggi tante cose sono cambiate, i partiti tradizionali sono stati sconfitti per il loro egoismo, perché non hanno saputo o non hanno voluto raccogliere le istanze del cambiamento e i bisogni di una società in continuo movimento. Le ultime elezioni politiche, segnate dall’ennesimo scioglimento del Consiglio Comunale di Isola Capo Rizzuto, hanno visto stravincere il Movimento 5 stelle e la Lega di Salvini. Certamente è stata una protesta legittimata dal voto democratico, ma che nello stesso tempo ha lasciato un vuoto di rappresentanza. Chi sono i rappresentati del Movimento 5 stelle e della Lega a Isola Capo Rizzuto, riconosciuti da organismi eletti democraticamente da assemblee e congressi cittadini che possono raccogliere le istanze e i bisogni dei Cittadini, specie in questo periodo estivo, dove i problemi da tempo non risolti, stanno mettendo a dura prova gli operatori turistici del nostro territorio. Dove sono i due parlamentari del territorio che li vedo passeggiare di sera per le strade di Le Castella, che non spendono una parola sulla mancanza di democrazia all’interno del nostro Comune, dove la gestione commissariale sta mostrando tutti i suoi limiti, con improvvisazioni e nessuna seria programmazione del territorio. Ecco la mia risposta all’amico Raffaele Gareri, che condivido, e come sempre a metterci la faccia siamo sempre noi della vecchia scuola di pensiero».
Sono stati rintracciati per le stradine del borgo marinaro di Le Castella, frazione del comune di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, i migranti sbarcati clandestinamente all'alba di questa mattina sulla costa crotonese. Si tratta di 20 persone giunte al largo di Le Castella a bordo di uno yacht di circa 20 metri denominato "Blue Horizon - Maiora", che poi si sono incamminate per le strade della frazione dove sono state fermate dagli agenti della Polizia di Stato intervenuti con personale dell'ufficio di Gabinetto della Questura, dell'ufficio immigrazione e della squadra Mobile insieme a militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che hanno affidato i migranti ai sanitari del 118 e della Misericordia trovandoli in discrete condizioni di salute. Nello specifico sono sbarcati 17 iracheni (di cui 8 uomini, 2 donne e 7 minori accompagnati), un siriano di sesso maschile e 2 iraniani (di cui un minore non accompagnato). Successivamente i migranti sono stati trasferiti presso il centro di accoglienza per richiedenti asilo, hub regionale, di Isola di Capo Rizzuto.
Sorpreso a pescare ricci di mare, multato dalla capitaneria di porto. Il riccio di mare è diventato merce preziosa tanto che la sua pesca innesca una vera e propria corsa all’oro. D’altronde, un piatto di spaghetti con la polpa di riccio è considerata una vera prelibatezza ed i buongustai sono disposti a pagare cifre notevoli, per questo è ovvio che sia diventato un prodotto sempre più ricercato. Negli ultimi tempi è aumentato considerevolmente il fenomeno della pesca di frodo del riccio di mare, spesso condotta da pescatori sportivi senza scrupoli. Su base nazionale, il prelievo di ricci di mare è assolutamente vietato nei mesi di maggio e giugno per consentire il ripopolamento della specie. La Capitaneria di porto per tutelare il prodotto, ormai a rischio estinzione, ha aumentato la vigilanza su tutto il territorio di giurisdizione. E’ proprio nell’ambito di questi controlli che ieri mattina i militari della Guardia Costiera di Crotone hanno sorpreso un pescatore di frodo con un ingente quantitativo di ricci di mare appena pescati nelle acque antistanti il porticciolo di Le Castella, in piena Area marina protetta. L’attenzione dei militari è stata attratta dalla presenza di un’autovettura sospetta parcheggiata sul ciglio della banchina portuale. A detta di alcuni presenti, l’auto era lì già dalle prime ore del giorno. Il pescatore, una volta giunto a terra, è stato sorpreso con una decina di piccoli vasetti colmi della polpa degli echinodermi (ricci) pronti per essere rivenduti a compiacenti ristoratori della zona a cifre che possono raggiungere anche i 20/30 euro a vasetto. Un bel business che scavalca ogni controllo. Concluse le preliminari operazioni di controllo, il pescato è stato interamente sequestrato ed al pescatore di frodo è stata comminata una sanzione di 1.000 euro. Questo tipo di pesca illegale, è particolarmente lesiva dell’ecosistema marino per questo il Corpo delle Capitanerie di porto si prefigge lo scopo di far aumentare nel cittadino la consapevolezza del grave danno arrecato a causa di un’insensata abitudine popolare.
Acquistavano carburante sfruttando le agevolazioni fiscali previste per chi esercita attivita' di pesca senza pero' averne diritto. A scoprire questo giro di contrabbando e' stato il Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia. In particolare, a seguito di un'attivita' di controllo a bordo di un peschereccio nel porto di Le Castella, nel Crotonese, gli uomini della sezione operativa navale della Guardia di Finanza hanno rinvenuto un ingente quantitativo di gasolio in regime di agevolazione fiscale, illegalmente acquistato e detenuto. Il peschereccio non era dotato di licenza di pesca, ne' di libretto relativo al carburante, quindi non sarebbe stato autorizzato alla detenzione del combustibile. I finanzieri hanno accertato che l'imbarcazione si recava regolarmente nel porto di Crotone, dove veniva acquistato il carburante presso un deposito commerciale, su esibizione di documenti intestati ad altri operatori del settore della pesca e fruire della speciale agevolazione. Il gasolio veniva poi trasportato nel porto di Le Castella per un utilizzo difforme dalla sua originale destinazione d'uso, evadendo in tal modo l'imposta prevista. In quattro sono indagati per il reato di contrabbando, mentre il peschereccio e' stato sequestrato unitamente a 2.800 litri di gasolio rinvenuti a bordo ed acquistati irregolarmente.
Un manufatto abusivo non ancora completato è stato demolito ieri dalla responsabile dell'abuso in seguito all'ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Isola Capo Rizzuto. L'opera era stata realizzata in prossimità della battigia nel demanio dello Stato [LEGGI ARTICOLO], all'interno dell'Area marina protetta Capo Rizzuto. "La responsabile dell'abuso, in seguito all'ordinanza di demolizione emessa dal Comune, ha ritenuto opportuno procedere di sua iniziativa e a sue spese alla rimozione dell'opera realizzata quasi a ridosso della battigia nella località Le Castella, all'interno dell'Area marina protetta di Capo Rizzuto - si legge in una nota dei Carabinieri Forestali di Crotone - Si tratta di uno degli effetti della Convenzione per le demolizioni degli immobili abusivi stipulata tra la Procura della Repubblica di Crotone e il Comune di Isola Capo Rizzuto. Gli autori degli abusi iniziano, quindi, ad abbatterle costruzioni abusive senza attendere che lo faccia in loro danno l'Amministrazione comunale". L'opera era stata scoperta e sequestrata dai Carabinieri Forestali della Stazione Crotone insieme con i Carabinieri della Tenenza di Isola Capo Rizzuto alla fine di novembre dell'anno scorso: i militari avevano colto in flagranza due operai rumeni intenti alla realizzazione, oltre alla committente dell'opera. Il sequestro era stato convalidato dall'Autorità giudiziaria [LEGGI ARTICOLO]. Ora, dopo la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi, l'area sarà dissequestrata e restituita per la fruizione dei cittadini.