Pichetto: «Al Sud si produrrà l'idrogeno, 6 mld per innovare le imprese»
Il ministro dell'Ambiente e sicurezza energetica è intervenuto in videocollegamento alla festa per i 30 anni di Confindustria Crotone
CROTONE «Quella che si sta vivendo è una rivoluzione industriale affinché la transizione ecologica, la transizione energetica, la transizione ambientale, diventino una opportunità di sviluppo delle nostre imprese. Ma per poter far questo bisogna che lo Stato faccia la sua parte per quanto riguarda le infrastrutture, per mettere le imprese nelle condizioni di poter guardare avanti». Lo ha detto il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, intervenendo in videocollegamento alla festa per i 30 anni di Confindustria di Crotone.
Per il ministro «l'Italia ha enormi potenzialità in ambito logistico e energetico che a loro volta si moltiplicano per il Sud perché la situazione geopolitica che si è creata a seguito anche del conflitto ucraino ha spostato gli assi dei grandi approvvigionamenti verso il nord Africa e quindi il nostro Sud assume una centralità sotto l'aspetto logistico e della produzione».
«Il Sud - ha sottolineato - sarà il luogo di produzione e di transito per l'idrogeno. Visto che per produrre idrogeno ci vuole acqua ed energia elettrica, il sud può produrre energia elettrica ed ha tutta l'acqua ed ha il vantaggio di poter diventare il luogo di smistamento di quello che può provenire dall'importazione, in questo caso dal Nord Africa, ed essere parte del piano Mattei».
Pichetto ha spiegato la visione per il Meridione d'Italia: «Quando parliamo in questo ministero di rigassificatori, di logistica, di cantieristica - ha detto - automaticamente il centro si focalizza verso il Sud, perché noi stiamo pensando al Sud per la parte di cantieristica per l'offshore, per i rigassificatori collegati ad alcuni importanti porti al Sud. Poi al Sud c'è più sole, quindi con tutte le cautele di utilizzo del territorio, può essere una realtà importante di produzione di energia elettrica al fotovoltaico».
Il ministro ha ricordato che «per l'energia elettrica noi purtroppo non siamo autosufficienti. Ce ne manca un 15% abbondante e questo significa automaticamente importazione. D'altra parte significa anche che il nostro sistema di produzione e il sistema di calcolo del prezzo è tale che si rischia di minare la competitività del nostro paese e delle nostre imprese».
Per questo il ministro ha parlato di azioni a breve e medio periodo come il decreto per l'electricity realese ma anche di «uno stanziamento importante per il 5.0, che prevede oltre 6 miliardi per la parte di modernizzazione e innovazione delle nostre imprese».