Pestaggio del poliziotto a Lampanaro, notificati avvisi di fine indagine
La Procura della Repubblica di Crotone ha chiuso il cerchio nei confronti dei quattro famigliari del defunto Francesco Chimirri. Indagato anche il 25enne coinvolto nel sinistro

CROTONE Notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari agli autori della brutale aggressione del poliziotto Giuseppe Sortino, consumatasi il 7 ottobre del 2024 nel quartiere Lampanaro a Crotone.
Nelle prime ore del pomeriggio odierno, i carabinieri del Nucleo investigativo del dipendente Reparto operativo, hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, emessi dalla Procura della Repubblica di Crotone nei confronti dei quattro autori, familiari del defunto, Francesco Chimirri.

Si tratta di di Domenico Chimirri, di 18 anni, Domenico Chimirri (67), figlio e padre della vittima, e Antonio e Mario Chimirri (41 e 36 anni), fratelli di Francesco. Risultano indagati, a vario titolo, per “tentato omicidio, aggravato”, “lesioni personali pluriaggravate”, “resistenza e violenza a un pubblico ufficiale in concorso”, “porto abusivo e illegale delle armi o degli oggetti, atti a offendere, in concorso”, nonché per “favoreggiamento personale”.
Avviso di conclusione delle indagini anche per B.L., 25 crotonese, interessato da uno dei due sinistri stradali, provocati dal defunto Francesco Chimirri, che è indagato per “favoreggiamento personale”.
L’Autorità giudiziaria, che ha emesso l’odierno provvedimento a seguito di quelli cautelari già eseguiti il 6 dicembre 2024, ha integralmente concordato con le risultanze delle investigazioni condotte dai carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo.

In questa seconda fase sono state corroborate e integrate anche dagli esiti sia dei rilievi che degli accertamenti tecnici effettuati dai carabinieri dal Raggruppamento investigazioni scientifiche di Messina che acclarerebbero le responsabilità degli indagati con delle varie e diversificate condotte, nell’immotivata aggressione all'appartenente alle Forze di Polizia.
Quel 7 ottobre 2024, il viceispettore Sortino, mentre si stava recando presso la Questura di Crotone, dove avrebbe dovuto intraprendere il suo servizio, dopo aver notato un’autovettura che stava percorrendo la Statale 106 a una velocità elevatissima, con un andamento potenzialmente pericoloso per gli altri utenti della strada e che aveva già cagionato due lievi collisioni con altrettanti veicoli. Sortino decise di seguirla e si fermò in via Don Giuseppe Puglisi nel quartiere Lampanaro di Crotone. Qui, dopo aver richiesto agli occupanti del veicolo - oggi identificati nel defunto, Francesco Chimirri, e nel figlio Domenico - delle delucidazioni sulla condotta di guida e d’identificarsi, sarebbe stato dagli stessi inizialmente percosso, anche mediante l’utilizzo di uno sfollagente.

Nel prosieguo dell’evento, «minuziosamente ricostruito dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza private, immediatamente acquisite dagli operanti, dai video, realizzati da alcuni privati cittadini e “postati” sul social network Tik Tok che avevano assistito all’evento dalle loro abitazioni, e dalle testimonianze rese dagli altri soggetti in grado di riferire sui fatti», si è appurato che il poliziotto, prima percosso solo da Francesco Chimirri e da suo figlio, era stato, successivamente, raggiunto anche dagli altri tre loro familiari (destinatari dell’originario provvedimento cautelare e attualmente ancora ristretti agli arresti domiciliari) che hanno proseguito nella loro azione, in diverse fasi, cagionandogli delle lesioni gravissime che, solo per un mero caso fortuito e accidentale, non hanno condotto al suo decesso. Uno di essi, ha anche imbracciato la pistola d'ordinanza con cui il poliziotto aveva poco prima attinto mortalmente Francesco Chimirri e aveva tentato di sparargli, quando era per terra e in ginocchio.
L’identificazione dei presunti autori avvenne, dapprima, grazie alla tempestività dell’intervento sul posto e, poi, con l’immediata acquisizione delle più importanti fonti di prova video. Tali elementi sono stati successivamente corroborati e arricchiti dal meticoloso lavoro di comparazione, sia fotografica, che di ricostruzione dei fatti al secondo, anche mediante delle intercettazioni telefoniche degli indagati, effettuate dai carabinieri del Nucleo Investigativo che hanno documentato l’esatta dinamica della vicenda. Secondo i carabinieri sarebbe stato così appurato come, già dall’inizio della colluttazione, provocata dal figlio del defunto e da quest’ultimo, il viceispettore si fosse qualificato come un appartenente alle Forze di polizia e gli stessi, nonostante ciò, avessero proseguito nella loro azione, tentando finanche di ucciderlo.

Il provvedimento in esame, infine, è stato notificato, oggi, anche a un 25enne, crotonese, il quale, interessato da uno dei due sinistri stradali, provocati dal defunto, Francesco Chimirri, è indagato per “favoreggiamento personale”, poiché, pur avendo assistito alle fasi iniziali del pestaggio, così come rilevato dall’esame delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, durante l’escussione a sommarie informazioni testimoniali da parte degli operanti, ha omesso di riferire qualsivoglia utile circostanza alle indagini, così aiutando gli altri correi a eluderle nella fase iniziale.