EDITORIALE│''Inciuci'' e ''accordicchi'' sul voto alle elezioni provinciali di Crotone
Pochi tradimenti, ma tanti accordicchi hanno caratterizzato il voto per le elezioni del consiglio provinciale di Crotone, che si è celebrato nella giornata di ieri. Ovviamente nessuno parla, ma l'analisi dei numeri svela lo scenario di gran parte degli accordi.
L'analisi dei numeri, tra l'altro, evidenzia che l'accordo, non scritto, tra il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, e il presidente dell'ente intermedio, Sergio Ferrari, c'è stato.
Voce che al Comune può contare su oltre 21 consiglieri (i suoi 16 eletti nelle liste di maggioranza, più i cinque fluttuanti che sono sempre presenti all'occorrenza) ha ottenuto per i suoi candidati solo i voti necessari per eleggere i due candidati che voleva. L'obiettivo non nascosto di Voce, infatti, era quello di eleggere due consiglieri provinciali ed è stato ampiamente raggiungo. Nella sua lista sono stati eletti Vincenzo Familiari e Igino Pingitore. Il primo con cinque voti ottenuti dai consiglieri comunali di Crotone che, con il voto ponderato valgono 5,300 e il secondo con quattro voti dei consiglieri comunali di Crotone, più un voto di fascia A. Il voto di fascia “A” ha consentito a Pingitore di superare di 0,91 punti Ginetta Tallarico. Gli altri tre voti dei consiglieri comunali di Crotone, conquistati dalla lista di Voce, sono andati a Domenico Loguarro, consigliere provinciale uscente che, questa volta, non è stato premiato dai suoi collegi di maggioranza al Comune. Loguarro, quindi, è stato sacrificato sull'altare della patria.
La lista del Centro, che era nata per opporsi, ridimensionare e ingabbiare Sergio Ferrari, ha eletto solo Mario Megna, presidente del consiglio comunale, che ha ottenuto ben cinque voti dai suoi colleghi crotonesi, uno di fascia A, tre di fascia B e uno di fascia C.
Le fasce rappresentano i Comuni e il numero di persone residenti. In queste elezioni di secondo livello pesano di più i consiglieri comunali di Crotone, perché eletti in un Comune che ha un maggior numero di elettori. Il voto conta a secondo del numero di cittadini che risiedono nel Comune dove il consigliere comunale è stato eletto. Tornando alla lista del Centro che ha eletto Megna, c'è da dire che altri due consiglieri hanno ottenuto voti a Crotone: uno Luigina Vallone e due Antonio Ierardi. Megna ha vinto per i cinque voti di Crotone. È molto probabile che il presidente del consiglio comunale sia andato a pescare anche tra gli amici di Voce. Su questa questione non sono, al momento, scoppiate polemiche. Potrebbe voler dire che Voce ha dato la benedizione per mandare Megna anche in consiglio provinciale. Megna non farà, comunque, opposizione a Ferrari.
Il voto di Vallone e i due di Ierardi, invece, appartengono all'area politica che avrebbe voluto ingabbiare Ferrari e non ci è riuscita. L'area che fa riferimento a Leo Pedace e Giuseppe Fiorino, che avrebbe dovuto avere in prima linea anche il coordinatore provinciale di Forza Italia, Sergio Torromino. In verità Torromino ha avuto un profilo defilato e sembra proprio che si sia del tutto disinteressato della competizione elettorale. La lista più votata ha eletto quattro candidati: Fabio Manica (il primo degli eletti con quasi dieci punti) ha ottenuto sei voti dei consiglieri comunali di Crotone più altri voti di fasce diverse. Manica ha ottenuto sei voti di consiglieri comunali di Crotone, ma sulla carta il gruppo di appartenenza (Forza Italia) non ha sei consiglieri. Ne dovrebbe avere tre della stessa area di Manica. Gli altri tre voti potrebbero essere arrivati da quella maggioranza fluttuante di Voce, ma anche da rapporti interpersonali.
Gli altri tre eletti della lista (Antonio Ceraso, Umberto Lorecchio e Raffaele Gareri) non hanno ottenuto nessun voto dai colleghi crotonesi. Fratelli d'Italia ha conquistato due voti di Crotone, pur avendo ufficialmente un solo consigliere che si riconosce nel partito. Un voto è andato a Cataldo Maltesi, consigliere uscente, che probabilmente non ha ottenuto il pieno appoggio del suo partito per la rielezione, e l'altro a Saverio Punelli che nessuno accreditava come come concorrente in grado di contrastare la rielezione di Maltesi. Anche l'elezione di Punelli è frutto di accordicchi interni a FdI? Non è facile dimostrarlo, ma il dubbio viene.
Il Partito democratico ha eletto il capogruppo in consiglio comunale di Crotone, Andrea Devona. In questo partito, a giudicare dal voto, si sono giocate diverse partite e Devona è stato eletto per alcune operazioni fatte sul filo di lana (vedi accordo a Cotronei). Ha preso voti che, sulla carta, sarebbero stati appannaggio del centrodestra. Ovviamente si tratterebbe di elettori che, tradizionalmente, hanno militato nel centrosinistra e si sono allontanati dal Pd per le faide scoppiate in questo partito. L'elezione di Devona potrebbe servire al Pd per ristabilire il ruolo che spetta a Crotone. Negli ultimi anni il partito di Crotone ha contato quanto il due di coppe quando si gioca a briscola e va a denari.