L'arte bianca
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Anche i critici più severi avranno difficoltà a contestare un fatto evidente: Crotone ha vissuto un Capodanno a modo suo indimenticabile. Si fa fatica a ricordare un evento in grado di mobilitare e motivare la città come “L’Anno che verrà” organizzato dalla Rai.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Un’occasione che ha offerto a Crotone un formidabile palcoscenico ed una pubblicità positiva come non accadeva da anni. Ma l’aspetto più positivo va visto proprio nella tenuta istituzionale e civica dimostrata dal tessuto locale: la sinergia tra enti pubblici, unita alla civile e calorosa partecipazione della cittadinanza, hanno dimostrato che Crotone può essere non solo lo sfondo ma anche la protagonista di eventi di rilievo.
Passata la - più che giustificata - sbornia per il successo, è necessario tornare con i piedi per terra, cercando di catalizzare il più possibile le energie positive fin qui impiegate e iniziare con il giusto spirito il 2024.
Nelle ultime settimane in città si è respirata un’aria di spensieratezza e di orgoglio per il rilievo momentaneamente ottenuto, assieme alla consapevolezza e al rammarico che tutto questo non sarebbe durato che per qualche giorno.
Da anni, durante le feste di fine anno, la città muta forma nel giro di poche settimane: si espande e si riaccende con il ritorno dei tanti emigrati e studenti fuorisede, si rimpicciolisce con la loro ripartenza.
Si tratta il più delle volte di energie ideali e produttive cresciute a Crotone ma che, proprio nel momento in cui potrebbero ridare qualcosa alla città, contribuiscono al benessere di altre realtà.
Per invertire questo fenomeno, che condanna Crotone ad un inverno demografico e ad una crescente irrilevanza, prima di tutto la città deve lottare contro due nemici di lunga data: la retorica e il cinismo.
La prima, offre una narrazione melensa ed illusoria tutta improntata ad esaltare un passato magnogreco sì importante, ma che di certo non può essere l’unico elemento su cui basare l’identità della città. È la stessa retorica che elogia, anche al di là dei loro oggettivi meriti, le bellezze naturali del territorio, sicuramente invidiabili ma non esclusive in Italia e nel Meridione.
Il cinismo esasperato al contrario, se ha la pretesa di proporsi come realista e meno provinciale, di fatto si trasforma in un borbottio di fondo che non porta a nessuna critica realmente costruttiva e condanna la città all’immobilismo. Secondo questa logica, quasi tutto ciò che accade a Crotone ha sicuramente un risvolto negativo o che per lo meno deve essere guardato con sospetto.
Come spesso accade, si tratta di due estremi ingannevoli che non permettono di focalizzarsi sulla realtà: Crotone non è “la perla dello Ionio” ma ha sicuramente molto da offrire e può proporsi come una destinazione interessante e appetibile, anche in grado di ospitare grandi eventi. Soprattutto può proporsi e accettarsi come luogo più civile e vivibile.
Le note classifiche sulla qualità della vita del Sole24Ore da anni condannano la provincia crotonese alle ultime posizioni. Eppure, proprio leggendo gli indicatori di quelle graduatorie, è possibile individuare una delle risorse che la città potrebbe impiegare per invertire la rotta.
Crotone è tra le ultime in Italia per prezzo medio di vendita in euro al mq (900 euro contro i 1.899 nazionali) e per canone medio di locazione. Complice il calo della popolazione residente – dato sempre sovrastimato visti i numerosissimi fuorisede che mantengono la residenza nella loro città d’origine – ed una ingiustificata proliferazione di nuovi immobili, a Crotone la casa costa molto meno che altrove.
In un contesto nazionale caratterizzato da una crescente emergenza casa, il cui acquisto appare sempre più come un miraggio per i giovani e che nelle grandi città mette in difficoltà anche famiglie un tempo solide, Crotone potrebbe proporsi come eccezione.
Il Comune deve puntare il più possibile su quest’arma insperata, pubblicizzando quest’aspetto e rendendo ancora più conveniente il trasferimento a Crotone da parte di chi vive nei grandi centri urbani e non riesce a mettervi radici più solide.
Interi abitati del centro storico cittadino sono vuoti o in stato di perenne degrado, con tutto ciò che ne consegue per il decoro e l’ordine pubblico in quello che è, o dovrebbe essere, il nucleo sentimentale della città.
Invece che disperdere le risorse pubbliche offerte dal Pnrr per piccoli interventi specifici, l’Amministrazione dovrebbe avere coraggio e proporre un ambizioso programma di espropriazione, con l’equo indennizzo previsto dalla legge, di tutti gli immobili abbandonati.
Le case espropriate andrebbero poi offerte a tutti i giovani intenzionati a vivere a Crotone o a farvi ritorno in cambio di un contributo simbolico. La città ne beneficerebbe sotto tanti aspetti, offrendo una prospettiva finora inedita a tutti coloro che ormai la vedono solo come meta per le proprie vacanze o come luogo da abbandonare al più presto.
Si tratta del già sperimentato programma delle “Case a 1 euro”, che ha mostrato diversi casi di successo in altre realtà e che andrebbe studiato e sperimentato per una sua concreta attuazione anche nel crotonese. Naturalmente la casa non è sufficiente per rendere una città vivibile e attrattiva ma rappresenta sicuramente un incentivo di peso.
Dopotutto, “L’Anno che verrà” ha dimostrato che la città di Crotone può permettersi di pensare in grande e di sperimentare nuovi modelli di sviluppo. Un’esperienza di cui va fatto tesoro e che deve abituare i crotonesi ad essere più esigenti verso la propria città, dandole in cambio una energica dose di fiducia troppo a lungo messa da parte.

Alessandro Milito - Giornalista pubblicista