L'arte bianca
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CROTONE «I rifiuti saranno smaltiti a Crotone, a meno che Mario Megna, presidente del consiglio comunale, non si adoperi per attuare ogni opposizione istituzionale al progetto di Eni, già approvato dal Ministero, che prevede lo smaltimento di rifiuti industriali altamente nocivi presso la città di Crotone». È quanto si legge in una nota del gruppo consiliare “Stanchi dei soliti”.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«In che modo possiamo opporci? Con un consiglio comunale aperto - spiega la nota - , che coinvolga il presidente della Regione e della Provincia e tutti i sindaci del Crotonese e che deliberi contro il progetto di Eni. La convocazione è già stata approvata dalla conferenza dei capigruppo e sollecitata a mezzo Pec da Iginio Pingitore (Stanchi dei soliti) ma Mario Megna, presidente del consiglio comunale di Crotone, è l'unico che può decidere se convocare o boicottare. Ad oggi non ha provveduto né a convocare la seduta né ad invitare gli organi di governo suddetti».
«Perché? Probabilmente le motivazioni sono da ricercare presso la Regione Calabria - commenta la nota -, dove Roberto Occhiuto da un lato sbandiera conquiste ambientali future (con lo slogan "zero discariche grazie al fattore di pressione localizzativo") ma dall'altro compromette il presente modificando il piano regionale dei rifiuti, consentendo quindi lo smaltimento dei rifiuti nocivi a Crotone. In parole semplici: la Regione sta facendo il doppio gioco e con un consiglio comunale aperto Occhiuto, politicamente vicino a Mario Megna, rischia di essere smascherato».
«Ricordiamo però che Mario Megna - sottolinea la nota -, attuale presidente del consiglio comunale, è stato votato dalla maggioranza dei consiglieri per garantire imparzialità nelle sue funzioni. Non è una sua facoltà convocare il consiglio comunale aperto ma è un suo dovere istituzionale, dato che dodici consiglieri comunali l'hanno richiesto».
«Ritardare gli inviti - conclude la nota - significa boicottare l'iniziativa, il che per noi è inaccettabile e può rappresentare il primo passo per una mozione di sfiducia che, al fine di essere discussa in Consiglio, necessità di soli tredici voti».