Abramo, Slc-Cgil incalza Occhiuto: «Reimpiego nelle Pa? Soluzione fumosa»
Sulla vertenza Abramo customer care «dalla politica giungono fumose soluzioni prodotte dal dialogo tra governo ed istituzioni regionali. Secondo quanto si apprende da note stampa di qualche parlamentare della attuale maggioranza di governo, la soluzione sarebbe da individuare attraverso la riqualificazione della funzione dei lavoratori chiamati a rendere più efficiente la pubblica amministrazione».
È quanto afferma Daniele Carchidi, segretario nazionale Slc Cgil, in polemica con il governatore calabrese Roberto Occhiuto che nei giorni scorsi ha proposto il reimpiego dei lavoratori del call center Abramo in servizi che dovrebbero servire a snellire il lavoro negli uffici della pubblica amministrazione.
La vertenza riguarda oltre mille lavoratori dell'azienda dislocati nelle tre sedi di Crotone, Catanzaro e Cosenza, da mesi in cassa integrazione e per i quali si prospetta il licenziamento entro il prossimo giugno quando scadranno le commesse della Tim che l'azienda di telefonia non intende rinnovare.
Nell'imminenza della scadenza, pertanto, sindacati e istituzioni locali si sono mobilitati chiedendo un tavolo di crisi al ministero del Lavoro che è stato fissato per il prossimo 26 marzo. E al quale i sindaci delle città interessate, Crotone, Catanzaro e Cosenza, hanno chiesto di poter partecipare.
Quanto al reimpiego proposto da Occhiuto, per il segretario della Slc Cgil «verrebbe da chiedere quali percorsi formativi le istituzioni intendono attuare per trasformare dei lavoratori che si occupano di assistenza clienti per Tim nel dare efficienza alla Pa. Non vorremmo ritrovarci davanti a pseudosoluzioni già viste in passato con la costituzione di bacini di precariato di lungo corso costituito a meri e beceri fini elettorali».
«Non ci troviamo - spiega Carchidi - davanti a lavoratori disoccupati, parliamo di operatrici ed operatori telefonici che da anni operano sul servizio clienti di Tim che da mesi si ritrovano in cassa integrazione per una mera scelta finanziaria della committenza, che ha deciso di sacrificare le lavoratrici ed i lavoratori degli appalti, i clienti, sull'altare del profitto».
Per Carchidi quindi il governo deve intervenire sulla Tim «ripristinando i volumi di attività, riaprendo il flusso delle chiamate, e restituendo lavoro e dignità ai lavoratori degli appalti. La si smetta di illudere le persone con fantasiose ed impraticabili soluzioni che hanno il solo sapore della campagna elettorale. La soluzione - conclude il sindacalista - è semplice, coerente con quanto fatto finora nel settore, dare continuità occupazionale, attraverso la clausola sociale. Si fermi la speculazione elettorale sulla preoccupazione delle persone».