"Sì" del Consiglio regionale della Calabria al "consigliere supplente"
Approvata a maggioranza la modifica l'articolo 35 dello Statuto della Regione stabilisce l’incompatibilità tra le figure di assessore e di consigliere regionale

REGGIO CALABRIA Il Consiglio regionale ha approvato, a maggioranza, la proposta di legge che istituisce la figura del consigliere supplente, e rinviato, per approfondimenti, su richiesta del consigliere Giuseppe Mattiani (Lega) quella che modifica l'articolo 35 dello Statuto della Regione che stabilisce l’incompatibilità tra le figure di assessore e di consigliere regionale.
Di legge trucco "che non porterà, come annunciato, a risparmi di spesa", ha parlato Davide Tavernise del Movimento 5 Stelle. "Se oggi abbiamo sei esterni ed un interno - ha spiegato il pentastellato - domani abbiamo la possibilità di far cinque interni e due esterni. Non c'è disparità dei costi, ma mi chiedo, la sostituzione del consigliere interno, che in questo caso è l'assessore Gianluca Gallo, nella prossima legislatura porta o non porta un aumento di spesa? La porta".
Per la maggioranza ha risposto Giacomo Crinò (Forza Azzurri), che ha ricordato come in Commissione non sono pervenuti emendamenti dalla minoranza. "E non siete stati nemmeno presenti" ha aggiunto accusando l'opposizione di voler fare una strumentalizzazione "che non serve alla discussione".
Giovanni Muraca (Pd) nel segnalare l'incongruenza, a suo dire, della norma, ha segnalato che nella situazione attuale, secondo questa nuova norma, l'assessore Gallo sarebbe incompatibile. "Bisogna stare attenti ai termini che si usano - ha detto Muraca - non si può dire che un ruolo oggi è compatibile e da una precisa data sarà incompatibile. Non si fa politica per conquistare una poltrona, ma per perseguire un obiettivo politico e per servire i cittadini".
Antonello Talerico (Fi), ha definito l'intervento di Muraca fonte di confusione. "La previsione di incompatibilità - ha spiegato - è proprio appannaggio di una istituzione che deve istituirla. Se la Regione decide di introdurre una ipotesi di incompatibilità, sia in riferimento alla figura di assessore o di un consigliere, o altro, dopo la sua istituzione questa figura diventa incompatibile. È una scelta politica? Si. Tecnica? Sì".
Franco Iacucci (Pd), nel definire interessante il dibattito, si è soffermato sulle voci che annuncerebbero il rinvio della proposta di legge che allarga a sette il numero degli assessori esterni in Giunta. "Noi dobbiamo capire se queste riforme sono utili alla Calabria - ha detto - anche se non credo che si determineranno dei risparmi. In Commissione ho detto che se è necessario mettere mano allo Statuto, questo non può essere fatto a spizzichi".
Ernesto Alecci ha anticipato quello che potrebbe avvenire con l'applicazione della modifica del regolamento: "il presidente della Giunta avrà sicuramente maggiori poteri e chi sederà su questi scranni non sarà chi è stato individuato dall'elettore, ma chi ha individuato il presidente della Giunta".
Nel condividere le considerazioni dei colleghi di minoranza, il capogruppo Pd Domenico Bevacqua ha parlato di opportunità persa del Consiglio di aprire una riflessione seria, pacata, coinvolgente, partendo da un concetto: "che dopo 50 anni di regionalismo ogni assise regionale si interroghi sui limiti, le potenzialità da mettere in campo per potenziarla".
Un confronto completamente diverso si aspettava Pasqualina Straface (Fi) "rispetto alle considerazioni giunte invece dai banchi della minoranza". Dai banchi dell'opposizione, Ferdinando Laghi (DeMa) ha sottoposto all'attenzione dell'Aula la possibile ricaduta sui costi prodotti dalla legge sul consigliere supplente e da quella sul contingentamento del numero degli assessori esterni.
Amalia Bruni (Pd) ha parlato di legge "che riduce gravemente, e depotenzia, il voto popolare. Perché, evidentemente, dà la possibilità alla maggioranza di chiamare e di esprimere un numero maggiore di persone di quelle semplicemente espresse con il voto popolare".
Hanno chiuso il dibattito il capogruppo Udc Giuseppe Graziano ed il consigliere Francesco De Nisi (Coraggio Italia). Il primo, nel definire interessanti alcuni spunti del dibattito, "soprattutto sull'argomento del risparmio della spesa dei gruppi consiliari di circa un milione e mezzo di euro, che non è una trovata pubblicitaria, come affermato da Alecci" ha poi accusato il Pd di aver fatto esattamente l'opposto, con un aggravio di 2 mln di euro di spasa, "quando ha approvato la riforma che dava la possibilità di nominare fino a sette assessori esterni".
De Nisi ha sottolineato l'assenza nel dibattito di una qualsiasi considerazione riguardante i benefici della riforma, "ma ci si è soffermati, invece, sull'aggravio della spesa, sugli argomenti populistici che fanno breccia nel cittadino comune, e non sui benefici della legge".