Fuori i veleni: «Dal ministro conferme e nuove certezze: non siamo soli»
Il componente del comitato, Pino Greco, analizza la risposta data al question time da Pichetto sull'interrogazione proposta dal sentaore De Cristofaro (Avs)

CROTONE «Il 13 marzo scorso si è concretizzato un fatto molto importante per la città di Crotone e per il suo territorio, ovvero l'interrogazione prodotta dal senatore Giuseppe De Cristofaro di Alleanza verdi e sinistra che approfitto per ringraziare pubblicamente dalle colonne di questo giornale». È quanto tiene a sottolineare, Pino Greco, componente del comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere”, che analizza le novità e gli spunti offerti dal ministro per l'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, sul sollecito posto dal parlamentare campano riguardanti il Sito d'interesse nazionale (Sin) di Crotone.

«La prima cosa da segnalare nel merito – rileva Greo – sta nell'importanza assegnata all'interrogazione visto che ha risposto direttamente il ministro Pichetto nel corso del question time al Senato. È il segnale di una tematica di primaria importanza per il governo. Così come va al contempo va elogialato l'impegno espresso nel frangente dal senatore De Cristofaro che, pur non avendo interessi elettorali sul nostro territorio e quindi non “obbligato” a trattare una questione legata al collegio di provenienza, essendo lui tra l'altro eletto fuori dalla Calabria (nel Lazio, ndr), ma forte di un passato di battaglie condotte nella “Terra dei fuochi”, dove ha acquisito sensibilità verso queste tematiche ha saputo costruire un'interrogazione lineare e puntuale sullo stato delle cose a Crotone».

Convenevoli a parte, l'interesse di Pino Greco risiede maggiormente nelle risposte fornite dal ministro Pichetto perché introducono, non solo delle novità, ma opportunità di riflessione.
«Prima cosa – puntualizza Greco –, il ministro, al di là della difesa d'ufficio che ci sta per quanto riguarda la Direzione generale del ministero e quindi del decreto direttoriale numero 27 del 1° agosto 2024, utilizza alcuni termini che per la prima volta vengono dette da titolare del dicastero all'Ambiente e che cristallizzano un ruolo e una posizione: mi riferisco all'Eni. L'Eni viene infatti definita dal ministro “soggetto inquinatore”, d'altronde questa non è un'illazione, ma è mutuata dalla sentenza del Tribunale civile di Milano che ha condannato l'Eni per quanto riguardava la condotta illecita sullo smaltimento delle ferriti di zinco. Sentenza a cui non si è neanche appellata la multinazionale è per cui ha versato fino all'ultimo centesimo il risarcimento di circa 72 milioni di euro per il danno provocato su questo territorio».

«La seconda cosa che mi sento di segnalare nel merito – appunta Greco –, è che il ministro Pichetto ha detto a parole chiare come a Crotone si stia concretizzando quella che era solo un'enunciazione, ovvero “chi inquina paga”».
«La terza e forse più importante cosa – prosegue Greco – che ha tenuto a precisare il ministro e che va messa al centro del nostro ragionamento è che in pratica esistono le discariche in Europa pronte ad accogliere le risultanze della bonifica del sito di Crotone. E questo come lo dice il ministro? Il ministro dice che è stata fatta la prescrizione all'Eni a effettuare lo scouting, ovvero la ricerca, per verificare l'esistenza di discariche adatte ad accogliere questi rifiuti della bonifica. Ebbene, è emerso che ci sono due discariche, dette dal ministro rispondendo all'interrogazione, in Germania e in Svezia. Quindi queste cose non le dice il comitato, non le dice Pino Greco, ma le dice il ministro».
Quindi le favolette che ci hanno raccontato fino all'altro ieri – incalza Greco –, che non esistevano discariche, che l'unica discarica era qui in Calabria, che non si poteva portare nulla fuori eccetera eccetera, crollano e, ancora una volta, io ci vedo il tentativo di ingannare la buona fede delle persone

«Altra cosa importante che io vorrei sottolineare – annota Greco – è che finalmente con questa interrogazione, con questo momento importante, la nostra posizione non è più una posizione isolata. Non siamo quattro folli che gridano nel deserto. Cioè si è aperta una battaglia a favore del territorio, è una battaglia per quanto riguarda la messa in campo di una bonifica vera che possa consentire un progetto post-industriale di rinascita, di sviluppo su questo territorio. Se non c'è una bonifica vera io sfido chiunque imprenditore pubblico o privato che sia a fare un centesimo d'euro di interventi in un'area inquinata. E quindi diventa importante».
«Un'ulteriore questione che pone il ministro – evidenzia Greco – è che su input del ministero dell'Ambiente è stato istituito a Crotone un comitato di cui fanno parte anche le istituzioni, Comune, Regione, Provincia eccetera, che dovrà vigilare e monitorare le operazioni di bonifica e che soprattutto acceleri le questioni che riguardano l'attuazione del Pob fase 2. E quindi il Paur del 2019. Anche qui è il ministro a dirlo e quindi i suoi tecnici, il suo Ministero, perché i dati sono certi, scientifici, validati e di conseguenza...».

«La domanda che io mi pongo – incalza Greco –, questo compito doveva essere svolto dal commissario straordinario alla bonifica (generale Emilio Errigo, ndr) nominato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri che riguardava proprio l'accelerazione e il monitoraggio delle operazioni. Il commissario – sostiene Greco – avrebbe dovuto attuare nel più breve tempo possibile e quindi accelerare le operazioni di bonifica. Allora la domanda che io mi pongo, il ruolo del commissario è stato svolto correttamente dopo tutte queste convenzioni di milioni di euro che sono fatti con Sogesid e altri? Cosa hanno prodotto? Questo alla luce del fatto che il ministro sente addirittura la necessità di creare un coordinamento e quindi, come dire, dalle invocazioni dei carri armati e delle Forze armate agitate dal commissario, siamo passati alle segretazioni e alle commissioni. Non capisco come fatto concreto – rincara Greco –, non burocratico, per quale motivo il commissario “eletto”, in quanto è stato nominato perché c'è una sentenza del Tribunale di Milano che condannava Eni, non sia dalla parte del territorio».
«Poi infine – stigmatizza Greco –, qua si tratta di porre questioni anche sulla replica rivolta al senatore De Cristoforo: è venuta fuori una questione di urgenza e di preoccupazione. Lo stesso ministro parla di questioni, di ostacoli di carattere burocratico, mentre l'amministratore delegato di Eni Rewind (Paolo Gorssi, ndr) si lascia andare pubblicamente ad alcune affermazioni che io ritengo gravi e pericolose. Perché è grave che un amministratore delegato di una società partecipata dallo Stato, qual è Eni, nella fattispecie Eni Rewind, dice che in pratica la bonifica non si fa perché c'è una battaglia politica. Dice addirittura che qui non si fa la bonifica perché qualcuno non vuole essere “scavallato” a sinistra».

«Questa è la situazione – sottolinea ancora Greco – e davanti al Senato della Repubblica che è la Camera alta: il presidente del Senato è la seconda carica dello Stato dopo il Presidente della Repubblica. A meno che Grossi non abbia dichiarato guerra anche al Senato, mi sembrano gravi le affermazioni quando dice che c'è un populismo politico a livello istituzionale che impedisce di fatto di fare la bonifica. Questo lo dice lui, lo ha detto ai giornali, alla stampa crotonese, ai cittadini crotonesi. E quindi io invito ad abbassare un po' i toni e a fare quello per cui loro hanno il ruolo. La loro mission è quella di bonificare e di ripristinare i luoghi e di consegnarli ai territori», conclude Greco.