Tre libri famosi con il gioco protagonista
Non sorprende che molti scrittori abbiano trovato proprio in questo tema una fonte inesauribile di ispirazione per le loro opere

Il gioco ha spesso esercitato un fascino potente sull'immaginario collettivo, diventando uno specchio delle passioni umane che nel bene o nel male si riversano anche sul tavolo verde, come raccontano anche molti romanzi a tema.
Non sorprende che molti scrittori abbiano trovato proprio nel gioco una fonte inesauribile di ispirazione per le loro opere, utilizzando le sale da gioco come ambientazione ideale per le loro storie. Non si tratta dunque di libri che aiutano a scoprire come bluffare a poker, come calcolare il punteggio del burraco o in generale le regole dei giochi, perché la maggior parte degli autori dà praticamente per scontate queste conoscenze nel lettore. Piuttosto, si tratta di romanzi che spaziano dal dramma psicologico alla pura azione adrenalinica, che non mancano di offrire uno sguardo profondo all'animo umano dei personaggi. Tra tutti i testi scritti negli ultimi decenni, è possibile individuare almeno 3 titoli con il gioco protagonista, che tutti gli appassionati dovrebbero leggere per ampliare le loro conoscenze non solo sul settore, ma anche sulle caratteristiche delle tipologie di giocatori più comuni.
Casino Royale di Ian Fleming
Il primo romanzo della saga di James Bond, Casino Royale unisce il mondo del gioco a quello dello spionaggio, con tanto di intrighi internazionali. Inviato in una lussuosa località balneare francese per affrontare il temibile Le Chiffre, l'agente 007 si trova coinvolto in una partita di baccarat ad alto rischio. Già nel 1953 Fleming riuscì a intrecciare abilmente le tensioni del tavolo verde con il pathos generato dalla segretezza destinata ad avvolgere la figura del protagonista, creando così un'atmosfera di suspense costante. James Bond, un uomo brillante e scaltro, deve fare affidamento anche sulla sua abilità al gioco per ingannare gli altri e sopravvivere in un contesto dove il tradimento è sempre dietro l'angolo. In questo caso, diventa una metafora della vita stessa, in quanto ogni mossa può determinare il successo o la rovina. Il romanzo si distingue per la descrizione di un personaggio assai complesso e tormentato, ancora più approfondito rispetto a quanto visto nelle trasposizioni cinematografiche.
Il Giocatore di Fëdor Dostoevskij
Considerato uno dei capolavori della letteratura sul tema, Il Giocatore del 1866 è probabilmente il romanzo più famoso di Fëdor Dostoevskij, che fornì un quadro a tratti anche inquietante dell'ossessione che può provare l’essere umano per il gioco. La storia è narrata dal giovane precettore Alexey Ivanovich, un uomo consumato dalla febbre del gioco e che risiede nella città immaginaria di Roulettenburg, una località che richiama a sé un nutrito numero di amanti del tavolo verde. Attraverso gli occhi del protagonista, il lettore comprende rapidamente come la passione per il gioco si possa mescolare con le vicende amorose, creando un mix esplosivo. Lo stesso Dostoevskij era d’altronde un assiduo giocatore e nella fretta di consegnare il romanzo al suo editore riversò di fatto nella sua opera le proprie esperienze personali, donando alla storia un'intensità emotiva senza precedenti. Non a caso, qualche anno più tardi Dostoevskij rispecchiò se stesso anche ne L'adolescente, ricordando la tristezza che attorniava la sua vita giovanile. “Il Giocatore” non è però solo un racconto, ma anche una sorta di documento che alla stregua di un’enciclopedia tribale guida il lettore nel riconoscere i personaggi tipici e le situazioni enigmatiche che si vengono a creare nelle sale. A emergere è in sostanza il conflitto interiore tra ragione e passione. L'opera non è mai passata di moda e ancora oggi funge da monito contro i rischi derivanti dal gioco, mostrando come la ricerca spasmodica della fortuna possa portare financo al baratro.
Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson
Paura e disgusto a Las Vegas del 1971 è un romanzo di Hunter S. Thompson ambientato in quella che viene considerata la capitale mondiale del gioco. Il viaggio allucinato e psichedelico attraverso le sale e le strade di Las Vegas vede come protagonista il giornalista Raoul Duke, che in realtà non è altro che una personificazione dell'autore stesso. In compagnia del suo avvocato, il Dr. Gonzo, Duke si ritrova in una città dove sembra che tutto sia possibile. L'opera non si concentra tanto sulla strategia del gioco, quanto sull'esperienza sensoriale e psicologica prodotta dalla ricerca dell'eccesso. Il libro riflette pertanto la cultura americana del tempo, in un contesto di stravaganza e assurdità, in cui la realtà si confonde con la fantasia. Facendo leva su uno stile particolarmente incalzante, Thompson volle cimentarsi in una critica satirica alla società e al sogno americano, rappresentando paradossalmente proprio la scintillante Las Vegas come il simbolo di un Paese alla deriva. Il gioco diventa così una metafora della ricerca di un'identità e del significato della vita, in un mondo dove l'illusione e la realtà sono spesso indistinguibili.