L'arte bianca
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CROTONE Meglio tardi che mai. Arriva con abbondante ritardo la presa di posizione del Partito democratico sull’ordinanza emessa dal commissario per la bonifica, Emilio Errigo. In ritardo, perché dal Pd ci si aspettava una risposta immediata ed una presa di distanza senza se e senza ma che, a leggere la nota diffusa oggi dal segretario provinciale, Leo Barberio, e da quello cittadino, Annagiulia Caiazza.

Quello che scrivono i massimi dirigenti della provincia di Crotone non è chiaro e rischia di ingenerare dubbi che andrebbero chiariti, anche se Barberio contattato telefonicamente ha detto che la posizione del suo partito non è cambiata rispetto al ricorso presentato per chiedere l’annullamento del decreto 1° agosto 2024 con il quale il direttore generale economia circolare e bonifiche, Luca Proietti, ha ordinato alla Regione Calabria di annullare il contenuto del Paur e ad Eni Rewind di avviare le attività di bonifica utilizzando la discarica di Columbra.

Quello che scrivono Barberio e Caiazza potrebbe prestarsi a interpretazioni contraddittorie: «La notizia dello sblocco dell’inizio dei lavori di bonifica emessa dal commissario Errigo ci lascia preoccupati perché è l’ennesimo atto che non chiarisce dove va a finire il 100% dei rifiuti (di cui una parte sono rifiuti speciali pericolosi)». È come se l’unico problema da chiarire sia la mancanza di chiarezza da parte di Errigo su dove conferire tutti i rifiuti.

Senza dubbio questo è un problema perché Errigo parla solo del conferimento dei veleni più pericolosi (circa 350.000 tonnellate), ma di quelli meno pericolosi (cioè privi di radioattività) non dice dove saranno destinati. Il Pd pone questo problema, ma non contesta a Errigo il fatto che abbia deciso di annullare il Paur e il contenuto della Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre del 2029 che ha sancito che tutte le scorie presenti nella discarica a mare di Crotone debbano essere tumulati fuori dal territorio calabrese.

Barberio ha anche detto che ci sarà un nuovo ricorso al Tar contro l’ordinanza di Errigo perché il suo «provvedimento è una fotocopia di quello del 1 agosto 2024 che è stato impugnato di fronte al Tar e che il ministero ha comunicato di voler modificare con la riapertura della Conferenza dei servizi. Un provvedimento che abbiamo impugnato a tutela dei cittadini per far rispettare gli accordi del 2019 ed evitare nuove discariche a Crotone».

Nella nota Barberio e Caiazza, aggiungono: «E ci sconvolge anche l’atteggiamento del “nuovo duo” di Forza Italia composto da Sergio Ferrari e da Vincenzo Voce che, dopo l’immobilismo e la fumosità che ha favorito i piani di Eni, minacciano azioni legali su azioni legali invece affiancare alle battaglie legali anche quelle politiche. Entrambi preoccupati di perdere consenso sulla vicenda (consenso già ampiamente compromesso dal loro atteggiamento sempre succube di Eni), oggi si ergono a paladini dimenticando il fallimento della loro azione. Di loro si ricorderà solo l’opposizione alle scelte del Pd e il sostegno indiretto alle politiche di Eni che ora rischia anche di non rispettare gli accordi presi dal centrosinistra nel 2019. Accordi non certo perfetti, ma almeno obbligavano Eni a non lasciare qui i rifiuti pericolosi».

Tutta questa vicenda ha un alone da tragedia di cui in tanti conoscono il finale: il governo nazionale, Errigo, alcuni attori locali, Eni Rewind e altri commedianti. Questo giornale, per esempio, il 29 ottobre 2024 aveva colto, fuori dai microfoni, la volontà di Errigo di emanare l’ordinanza che interrompeva il sogno dei Crotonesi di smaltire i veleni della discarica a mare in impianti fuori della Calabria. 

L'articolo della Provincia Crotonese del 24/09/2024 che preannunciava l'ordinanza Errigo