Bonifica, stop da Eni all'avvio scavi: «Attendiamo la pronuncia del Tar»
L'annuncio della multinazionale dopo il ricorso all'organo di giustizia amministrativa da parte della Regione Calabria e del Comuna di Crotone

ROMA «Eni Rewind prende atto del ricorso presentato al Tar dalle istituzioni locali e non avvierà gli scavi della bonifica fino al pronunciamento dell'organo giudiziario amministrativo». È quanto fa sapere l'azienda.
L'ordinanza numero 1 del 2025 del commissario Errigo impone a Eni Rewind l'avvio dei lavori della bonifica con lo smaltimento dei rifiuti pericolosi nella discarica Sovreco di Crotone. Eni aveva annunciato di avviare i lavori il prossimo 14 aprile, adesso congela tutto quindi in attesa del pronuncimento del Tar.
Regione Calabria e Comune di Crotone, stamani, hanno infatti depositato al Tar dei motivi aggiuntivi alla causa pendente contro il decreto del ministero dell'Ambiente del 1° agosto 2024. Decreto con il quale si intimava alla Regione Calabria di modificare il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) in vigore che impediva ad Eni Rewind di smaltire i rifiuti in Calabria. Per questo Regione e Comune di Crotone si sono affrettati a chiedere l'intervento del Tar per fermare la procedura.
In particolare, sia comune che Regione contestano l'incompetenza del commissario nella gestione della bonifica: "La normativa speciale - è scritto nei motivi aggiuntivi del Comune - prevede la possibilità di nomina del commissario di governo al solo ed unico fine di impiegare proficuamente le risorse di cui alla sentenza del Tribunale di Milano del 28.02.2012 (ammontanti ad oltre 70 milioni di euro) per le attività di riparazione del danno ambientale". Per la Regione, inoltre, "al commissario sono attribuiti generici poteri di impulso volti all'accelerazione, coordinamento e promozione degli interventi di bonifica e della riparazione del danno ambientale, ma non poteri di ordinanza in relazione alla materiale effettuazione delle attività di bonifica, né poteri sostitutivi di funzioni ministeriali in relazione alle funzioni di bonifica". Tra i motivi di ricorso anche quelli della violazione del principio di collaborazione tra enti e quello di eccesso di potere per sviamento: "La gravità dell'inquinamento ambientale riscontrato a supporto delle sue tesi per smaltire urgentemente i rifiuti a Crotone - puntualizza il ricorso della regione - si presenta come un'ulteriore passaggio motivazionale irrilevante e solo paradossale. I rifiuti pericolosi vanno infatti smaltiti altrove, lontano da Crotone, proprio per le ragioni di tutela della salute e di diminuzione degli agenti inquinanti".