Naufragio, legali famigliari vittime: «Negato accesso in Italia per udienza»
La denuncia degli avvocati di nove congiunti: «Non ancora state autorizzati all'ingresso per costituirsi parte civile all'udienza preliminare del 5 marzo»
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TORINO I familiari di nove delle vittime del naufragio di Cutro non sono ancora state autorizzate all'ingresso in Italia per costituirsi parte civile all'udienza preliminare, in programma il 5 marzo. È quanto denunciano i loro legali, gli avvocati Enrico Calabrese, Marco Bona e Stefano Bertone, tutti di Torino.
«A tutt'oggi - dichiarano - la Questura di Crotone non ha ancora riscontrato le nostre richieste». La questione riguarda quattro nuclei familiari che nel naufragio hanno subito la perdita di tre congiunti maggiorenni e sei minorenni.
Gli avvocati ricordano che «un'istanza analoga, già depositata nell'ottobre del 2024 (in un caso specifico dopo infruttuose interlocuzioni sia con l'ambasciata italiana di Ankara sia con il consolato italiano di Istanbul), fu rigettata sulla base di motivazioni giuridiche del tutto infondate».
«Il provvedimento di rigetto - proseguono Calabrese, Bona e Bertone - conteneva peraltro l'indicazione di rivolgere la richiesta all'autorità giudiziaria competente. Avanzammo quindi un'istanza al gip di Crotone, davanti alla quale si celebrerà l'udienza preliminare che, condivisibilmente, declinava la propria competenza».
«Alla luce di questo - continuano i tre legali - l'istanza è stata indirizzata alla procura di Crotone con la certezza che l'autorizzazione verrà concessa sì da consentire agli interessati il pieno esercizio del loro diritto di accesso alla giustizia, conformemente alla Costituzione italiana e al diritto Ue/Cedu».
«Inutile sottolineare - concludono gli avvocati - come i congiunti delle vittime ci abbiano manifestato il loro 'bisogno morale' di partecipare al procedimento nel legittimo desiderio di chiedere giustizia alla memoria dei loro defunti» . (ANSA)