L'arte bianca
L'arte bianca

CROTONE «Se ve ne fosse alcuna necessità, se non bastassero le continue violazioni regolamentari che stanno consentendo al sindaco Voce con la complicità del presidente del Consiglio di trasformare il consesso civico in una specie di teatro dell’assurdo, nel corso dell’ultima seduta abbiamo avuto la dimostrazione che persino una verità così grande come il Castello di Carlo V possa essere nascosta». È quanto scrive in una nota il consigliere comunale d'opposizione di “Crotone libera”, Fabrizio Meo.

L'arte bianca
L'arte bianca

«Intanto, già la circostanza che a fronte di un interpello che ha a oggetto il Castello – premette Meo -, il sindaco risponda citando la piscina, fa dubitare sulla serietà della risposta se non peggio. Quindi l’apprendere che l’Amministrazione non sa assolutamente nulla di 1.235.000,00 di euro elargiti al Ministero per realizzare la bonifica del sito è semplicemente scandaloso. L’amministrazione comunale è uno dei soggetti attuatori del Progetto Antica Kroton e l’importo che sino ad oggi non è stato utilizzato per la bonifica è stato sottratto alle somme che il Comune avrebbe potuto utilizzare per attuare il progetto Antica Kroton, fatto già in sé, grave, considerato che non si è mai visto un Comune che finanzia il Ministero. Sta di fatto che il Comune di Crotone è l’attuatore del programma ed ha il diritto, ma soprattutto il dovere, di pretendere dal Ministero l’utilizzo e la rendicontazione di questo non trascurabile importo».
«Non bastasse questo – attacca Meo -, l’assessore (Nicola Corigliano, ndr), in risposta all’interpello, ha negato l'evidenza ed ovvero che il Castello è definitivamente "caduto" espugnato dalle omissioni poste in essere da questa Amministrazione. Si dà il caso infatti che oramai il Castello nella sua interezza è nella competenza esclusiva della Direzione musei della Calabria, ma ciononostante l'assessore Corigliano parla "d'interlocuzioni" da cui sarebbe "emersa la volontà della Direzione generale dei musei...". Ci sarebbe da ridere, considerato che il mio interpello conteneva in sé una domanda retorica e ovvero, perché il Comune nei trascorsi anni, nonostante le sollecitazioni ricevute, ha perso l’opportunità di acquisire il Castello in proprietà tanto più considerando che il Comune, negli anni, ha investito sul Castello milioni e milioni di euro!? Per tutta risposta, l'assessore Corigliano fa il vago, precisa che non vi sono atti amministrativi formali, ripete perciò all'infinito di non sapere nulla di nulla di certo (ed il problema è che probabilmente veramente nulla di nulla l’assessore sa a riguardo, né si domanda) ma la ciliegina sulla torta ce la metta Voce che ci spiega che lui nulla può conoscere di quale sarà la sorte del Castello, perché sarebbe come chiedere al sindaco cosa fa Poste italiane!».
«Proprio così – sottolinea Meo -, il sindaco di Crotone non può sapere cosa ne sarà del Castello di Carlo V, neppure il Castello fosse un francobollo di prossima emissione. Il Castello, se ne desume perciò che possa rimanere chiuso per sempre, tanto è competenza del Ministero! E quindi chisseneimporta... Al contrario, per come evidente, delle due l'una: o il sindaco è stato un criminale a riaprire il Castello, seppure forzatamente e con anni di ritardo, e solo sotto pressante sollecitazione del Consiglio comunale, da me interpellato a riguardo, (vedi deliberazione del 7 aprile di due anni fa), oppure il Castello, anche nella parte di competenza del Ministero, andava riaperto, quando è stata riaperta la parte oggi fruibile e personalmente, nel caso di specie, non ritengo che il sindaco abbia compiuto alcun crimine a riaprire il Castello, semmai malissimo ha fatto a non riaprirlo prima e malissimo fa a non sollecitare gli Enti competenti a volerlo renderlo immediatamente fruibile, sino almeno ad inizio delle operazioni di messa in sicurezza che ugualmente è vergognoso che ad oggi, dopo anni ed anni, non siano neppure iniziate, non dico terminate».
«Un ultimo appunto sull’immancabile, strombazzato annunzio del sindaco, della prossima messa in sicurezza del sito contaminato – commenta ancora Meo -, ebbene è la stessa cosa che disse due anni fa in Commissione cultura, da me convocato a riguardo, insieme all’onorevole Corrado, all’epoca, entrambi concordavano che il Castello dovesse essere riaperto solo dopo avere realizzato la messa in sicurezza ed una parziale bonifica, il sindaco ne specificava persino il tempo necessario, di circa, massimo, due anni». 
«A distanza di due anni da tanto profetica rivelazione però – conclude Meo -, i lavori non sono neppure iniziati. Sarà il caso quando la nostra Fortezza riaprirà le porte chiedere a Poste italiane di emettere un francobollo con sopra scritto: vergognatevi!».