L'arte bianca
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CROTONE Molti proclami e pochi o nulli i riferimenti ad atti concreti per la sanità da garantire all’utenza della provincia di Crotone. La nuova commissaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Monica Calamai, nel recente incontro con la stampa, avvenuto il 13 marzo scorso, ha illustrato il suo progetto per la futura sanità da garantire al popolo crotonese.

È stata brava sul piano dialettico, dimostrando di possedere buone doti politiche. D’altra parte, anche i tecnici, qualche infarinatura politica la posseggono visto che vengono nominati dalla politica e con la politica devono rapportarsi continuamente. Calamai, poi, può vantare di avere avuto contatti ravvicinati in famiglia, essendo stata la moglie di un sindaco. 

Deve possedere, comunque, grandi qualità amministrative visto che in Toscana, da dove proviene è stata nominata da governi di centrosinistra, mentre in Calabria a sceglierla è stata un governatore di centrodestra. In verità, la sua nomina, qualche malumore nel centrodestra (Fratelli d’Italia) l’ha provocato.

Il 17 gennaio del 2019 il Secolo d’Italia ha riportato la polemica aperta da Giovanni Donzelli, uno dei leader nazionali di FdI, nei confronti dell’amministrazione regionale della Toscana per le nomine di Calamai. Anche il Movimento cinque stelle polemizzò per la sua nomina 

Ascoltando la sua relazione alla stampa di Crotone, quindi, è emersa la sua capacità politica di rappresentare le cose. Ha detto, per esempio, che l’Asp ha la necessità di decentrare le attività nel territorio per evitare l’intasamento del “San Giovanni di Dio”, che è l’unico ospedale pubblico del Crotonese. Non ha detto, però, dove prenderà i medici per avviare le attività territoriali

Qualcuno ha detto alla commissaria che i medici non vogliono venire a lavorare a Crotone? E che quelli che ci sono, in parte, preferiscono trasferirsi altrove dove le garanzie sono maggiori? Punta molto sulla costruzione alberghiera della casa della salute di Mesoraca, visto che ci sono i soldi. 

Senza medici, però, la nuova struttura rischia di restare una cattedrale nel deserto. Ai giornalisti non ha nemmeno rappresentato il suo progetto di rilancio dell’ospedale? Attualmente è poco più di un pronto soccorso. Intende potenziarlo e rilanciarlo? Con quali medici? Quanto tempo resterà, poi, Calamai alla guida dell’Asp pitagorica? I tempi sono importanti perché per programmare e realizzare sono necessari anni. Che farà Calamai? Resta o tra qualche mese tornerà nella sua Toscana dopo una piacevole “vacanza”?