Piano rifiuti: una modifica che non ingabbia Eni e che condanna Crotone
CROTONE Cambiare per lasciare le cose come stanno. È stato Tomasi di Lampedusa, nel Gattopardo, a spiegare bene il concetto di come si può parlare del cambiamento, lasciando le cose esattamente come erano e sono.
Il consiglio regionale della Calabria, nell’ultima seduta, ha applicato egregiamente questo principio approvando la modifica al Piano regionale dei rifiuti. È stato reintrodotto il fattore di pressione discariche per garantire, in teoria, le aree più soggette alla presenza di impianti di smaltimento dei rifiuti come è Crotone.
Rispetto al Piano approvato nel 2016 è stato introdotto il fattore areale comunale, che dovrebbe impedire, in un raggio di dieci chilometri, la realizzazione di discariche e l’ampliamento di quelle esistenti. Il Piano del 2016, in ogni caso, aveva impedito la realizzazione di nuove discariche. È stato una diga per impedire la realizzazione del progetto proposto dall’imprenditore Guglielmo Maio, che avrebbe voluto realizzare a Giammiglione, alle porte di Crotone, una mega discarica con due impianti di produzione: uno per rifiuti tossici e pericolosi e l’altro per rifiuti solidi urbani.
L’indice di pressione del 2016 non era perfetto ma è servito. L’amministrazione che governava la Calabria nel 2016 ha anche indirizzato la decisione assunta il 24 ottobre del 2019 alla Conferenza dei servizi decisoria di trasportare i veleni di Crotone fuori dalla Calabria. Sempre nel periodo del governo di questa amministrazione, il 2 agosto 2016, è stato approvato il Paur.
Paur e Conferenza dei servizi hanno, impedito per diversi anni, all’Eni di smaltire a Crotone quel milione di tonnellate di veleni stipati nella discarica a mare. Le prime modifiche al Piano regionale del 2016, approvate dal consiglio regionale del 12 marzo scorso, hanno eliminato il reticolato messo in atto per impedire all’Eni di fare quello che voleva. Queste novità introdotte il 12 marzo scorso, però, hanno provocato a Crotone la rivolta e sono nati comitati e movimenti vari per impedire all’Eni di procedere sic et simpliciter nel suo proposito.
Il 26 luglio scorso il consiglio regionale della Calabria, sotto la spinta della protesta, ha rivisto la stesura del Piano del 12 marzo scorso ed ha, appunto, introdotto l’indice di pressione areale comunale. Questo indice dovrebbe bloccare definitivamente il progetto di Maio, ma non il proposito di smaltire a Crotone e nella sua provincia i veleni delle discariche a mare.
Il 26 giugno scorso, inoltre, in una nuova conferenza dei servizi decisoria, è stato definito il percorso per lo smaltimento di circa 700.000 tonnellate di veleni. Quelli più pericolosi saranno trasportati nella discarica di Columbra. Per quanto riguarda il Tenorm con matrice di amianto si sta pensando ad una discarica di scopo da realizzare nella provincia di Crotone, a dieci o più chilometri dalla città.
Ne parla spesso il commissario Emilio Errigo,anche oggi lo ha fatto, e nessuno lo contesta o smentisce. Cosa cambia se alla fine i veleni resteranno nel territorio? Nulla, come ha ben detto Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo.
Non c’è, quindi, da festeggiare perché il progetto che passa è quello dell’Eni che ci ha dato però le risorse per organizzare le iniziative estive e a Natale. Uno spicchio d’aglio da succhiare.