L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca

CROTONE Il 25 aprile 1945 doveva segnare la Liberazione dall’imperialismo nazi-fascista sfociato nella Seconda guerra mondiale. Inizia in Polonia alle ore 4.45 del 1 settembre 1939 con una banale parola d’ordine “La nonna è morta”. Ne morirono molti di più. Le vittime furono circa 68 milioni di cui circa 27 milioni dell’Unione sovietica e 19 milioni cinesi.

Quell’imperialismo in altre forme, è stato sostituito da quello Usa teso a dominare i Paesi per vendere sempre e comunque i suoi prodotti soprattutto le armi. Ecco allora la predisposizione di colpi di Stato, sanzioni, dazi e disprezzo per chi non bacia la pantofola. Ottanta anni fa le popolazioni si sono ribellate alla violenza dell’uomo sull’uomo, per la supremazia di un Paese nei confronti del mondo.

Donald Trump

Siamo sempre più sudditi e più poveri. La ricetta suprematista è nota: crea un presunto bisogno di sicurezza legato a una catena di alleanze apparentemente difensive come la Nato. Si individuano presunti nemici e pericoli inesistenti... Tutto questo provoca una diffusa paura che alimenta il riarmo. Però l’Italia non ha nemici.

Se le forze delle tenebre dovessero generare nuovi Hitler con nuovi piani criminali contro l’umanità, nuovamente capaci di fare leva sui bassi istinti della gente, sull’ignoranza, e sui pregiudizi, che nessuno azzardi a cercare in loro una qualche grandezza. Gli eroi della storia, le autentiche personalità storiche, i leader dell’umanità sono sempre e saranno soltanto coloro che portano la libertà, che nella libertà vedono la forza di un uomo, di un popolo, di uno Stato; sono coloro che combattono per l’uguaglianza sociale, razziale e lavorativa di tutti gli uomini, di tutti i popoli grandi e piccoli di questo mondo 

Vasilij Grossman

Lo scrive nel 1952 e sembra un commento alla situazione attuale, Vasilij Grossman uno dei più grandi scrittori del XX secolo, in Stalingrado. Il libro descrive la vita della città prima, durante e dopo la più sanguinosa e decisiva battaglia della storia, durata circa sette mesi nell’omonima città tra il Don e il Volga. I caduti dell’Armata rossa furono circa 500 mila i feriti oltre 652 mila.

Non fu solo una battaglia militare, ma di popolo. Charlie Chaplin, grande regista e interprete della condizione umana, nel 1940, a guerra iniziata, nel film Il grande dittatore, pronuncia un monologo. Il discorso all’umanità. Alcuni brani sono attuali «...Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca e sufficiente per tutti noi.

Charlie Chaplin "Il grande dittatore"

La vita può essere felice, magnifica ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che le macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza questa qualità la vita è vuota e tutto e perduto...».

E non a caso scrive Grossman: «I veri eroi della storia, le autentiche personalità storiche, i leader dell’umanità sono sempre e saranno soltanto coloro che portano la libertà… sono coloro che agiscono per l’uguaglianza sociale, razziale e lavorativa di tutti gli uomini, di tutti i popoli grandi e piccoli i questo mondo». A futura memoria.
Rolando Belvedere