L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca

SANREMO Un preziosissimo etrzo posto e il premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Il Festival d'esordio per il cantautore calabrese di San Fili, Dario Brunoi, si è concluso così con buona pace di pubblico e critica dunque.

È Olly invece il vincitore del Festival di Sanremo 2025: il giovane cantautore genovese, 23 anni, si impone con il brano Balorda nostalgia, che ha scritto e composto insieme a Pierfrancesco Pasini e JVLI, con cui collabora da tempo e che ne ha curato anche la produzione.

«È una di quelle cose che sembra non sia vero quando capita: sono molto contento, grandi! Grazie al maestro Pallotti alla direzione, all'orchestra, a voi", commenta a caldo l'artista, premiato con il 31% del televoto. Ciao ma', ciao pa', è assurdo ma è successo».

Al secondo posto Lucio Corsi, con Volevo essere un duro, l'alieno e insieme la rivelazione di questo festival.

Sul terzo gradino del podio un altro cantautore, Brunori Sas, al suo esordio a Sanremo con L'albero delle noci. 

Quarto Fedez con Battito, quinto Simone Cristicchi con Quando sarai piccola. Fuori dalla top five - tutta al maschile - Giorgia, sesta, e Achille Lauro, settimo: risultati che stravolgono i pronostici e vengono accolti da fischi all'Ariston e proteste sui social. 

A Cristicchi vanno anche il premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, assegnato dai maestri dell'orchestra, e quello della sala stampa radio tv Lucio Dalla; a Brunori Sas anche il premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Il premio della critica Mia Martini va a Corsi.

Giorgia riceve il premio Tim - La forza delle connessioni e si commuove: «Hai vinto» le urla il pubblico in sala. «È la vera vittoria» le dice Carlo Conti. «Dopo tutti questi anni ha valore inestimabile. Non so se lo merito ma vi ringrazio con tutto il mio cuore», conclude piangendo.

Il festival della normalità e della "pacificazione del Paese" celebra l'atto finale dopo aver messo a segno il 70.8% di share, record di sempre, nella serata delle cover, in una serata che intreccia dediche, lacrime, abbracci, messaggi di fiducia per i giovani e omaggi alle mamme. 

Apre Gabry Ponte: accompagnato sul palco dal corpo di ballo, trascina l'Ariston con Tutta l'Italia, nuovo jingle-tormentone del festival. Il superospite è Antonello Venditti, che riceve il premio alla carriera e fa pace con il festival, un palco con cui non si è mai confrontato in gara: «Il miracolo lo ha fatto Carlo: la notte di Natale è andato in una chiesa, ha trovato dei ragazzi che cantavano Stella e mi ha mandato il filmato. Io ho pensato che era un segno del destino. Mi trovo veramente bene qui, devo dire, non sono ostile, sono inclusivo. È un altro step della mia storia che non finisce: il passato deve portarci a un futuro di speranza, più bello di quello che stiamo vivendo. Vivere vuol dire soffrire, lottare per un'idea, morire, cadere, alzarsi, chiedere scusa, questa è la vita». Regala al pubblico Amici Mai e Ricordati di Me, ed è subito karaoke e ovazione con i braccialetti luminosi in platea. 

Chiuso il glass del Dopofestival, Alessandro Cattelan, in total white, ha portato all'Ariston ciò che resta della statua di Conti, «solo il braccio e la cartelline con la scritta Sanremo 2025: ti serve per dire "dai dai"». Ma non c'è bisogno perché il direttore artistico, nominato da Roberto Benigni ministro dei Trasporti in pectore, orologio alla mano, spacca come al solito il minuto in scaletta. 

Alessia Marcuzzi, fasciata in un lungo e accollato abito nero che le lascia però scoperta tutta la schiena, poi in rosso, ha bisogno di contatto fisico per sentirsi a casa: abbraccia Conti, poi Mara Venier seduta in platea e una persona del pubblico scelto a caso, salutando il figlio Tommaso. In un'edizione “casa e famiglia” Francesca Michielin canta Fango in Paradiso e poi, emozionata, ringrazia la mamma, per la prima volta all'Ariston, Bresh rischia di scivolare prima di cantare La tana del granchio, poi manda un bacio alla sorella Chiara; Rocco Hunt si scatena con Mille Vote Ancora, poi scende tra il pubblico e bacia la mamma Alfonsina. 

Anche Cattelan si lascia contagiare: «Ciao baby, io mamma la chiamo così». Marcella Bella dedica invece il messaggio di empowerment di Pelle Diamante «a tutte le donne». Kekko Silvestre dei Modà omaggia Cash, l'amico scomparso due anni fa, puntando l'indice sul cuore alla fine del brano Non ti dimentico. Fedez manda un pensiero a Fausto Cogliati. 

Sul palco la testimonianza di Edoardo Bove, il 22enne centrocampista della Fiorentina operato per l'applicazione di un defibrillatore dopo un malore in campo: «In questo momento mi sento incompleto, vuoto, come se mi mancasse qualcosa», sottolinea. «Voglio ringraziare tutti voi, è un affetto che mi è arrivato in modo particolare, al di là dei colori, delle bandiere, delle squadre». Bove si ritiene «fortunato, per come sono andate le cose: tutto nel posto giusto al momento giusto, in 13 minuti ero in ospedale», per questo testimonia «l'importanza del primo soccorso».

LE PAGELLE Queste le pagelle della serata finale del festival di Sanremo. CARLO CONTI - VOTO 8.5 Hai voglia a dire 'non mi interessa fare confronti'. Hai voglia a dire 'io penso solo a pedalare'. Facile se già dalla prima sera hai sbancato, ottenendo un risultato in cui forse neppure tu credevi alla vigilia. Facile se scopri che la bici è a pedalata assistita e si va solo in discesa. Senza per forza finire alle 3 di notte. Otto anni dopo l'ultima volta, Conti è tornato a casa, dimostrando che "less is more". ALESSANDRO CATTELAN - VOTO 7.5 Prove generali per il futuro? Lui assicura di no. Di certo è uno dei volti Rai che potrebbe entrare in un prossimo ballottaggio. Parlantina a mille, con lui si potrebbe andare a letto presto! Un'ottima ragione per augurargli il ritorno all'Ariston quanto prima. ALESSIA MARCUZZI - VOTO 6- Boh?! Aveva annunciato che avrebbe improvvisato... chi poteva immaginare che improvvisamente si sarebbe messa ad abbracciare chiunque le capitasse a tiro. Un po' sagra di paese, un po' pesce fuor d'acqua, ha scambiato il palco dell'Ariston con quello del Festivalbar. E il risultato non è dei migliori. EDOARDO BOVE - VOTO 10 Il punto di vista è chiaro: questo non è il festival del pietismo, ma del coraggio. Dopo Bianca Balti, a parlare di malattia e sofferenza in chiave positiva è il giocatore della Fiorentina che a 22 anni si è trovato faccia a faccia con la morte. Porta tutta la freschezza della sua giovinezza, con una consapevolezza che tanti suoi coetanei non hanno. Parole semplici ma efficaci per raccontare la fragilità, fisica ma anche psicologica. Cuor di leone. ANTONELLO VENDITTI - VOTO 7.5 Prende il premio alla Carriera del festival, in una carriera che però ha sfiorato solo di striscio Sanremo. Come dare la laurea in lettere a chi ha studiato medicina... Se lo merita comunque e ringrazia trasformando la platea dell'Ariston in un karaoke sulle note di Ricordami di te e Amici Mai. Lui incassa e porta a casa, ma la scaramanzia non è mai troppa: "la mia carriera va avanti", chiarisce. Apotropaico. OLLY - VOTO 9 Era tra i favoriti della vigilia. Per una volta i bookmaker ci hanno visto lungo. È entrato papa e così ne è uscito. Il delirio che ha scatenato a Sanremo è stato il termometro della sua forza. La febbre è schizzata a 40. A 23 anni vincere il festival è un bell'impegno. Anche per il futuro. LUCIO CORSI - VOTO 8.5 L'underdog che nessuno ha visto arrivare. È stato il festival della sua vita. Un secondo posto che vale la vittoria. Un successo comunque, fosse anche solo per il riconoscimento che ha avuto la sua arte anche con il Premio della Critica. E per Topo Gigio che rimarrà nella memoria. Alieno, poetico, anticonformista. È altro da tutti, ed è quella la chiave vincente. BRUNORI SAS - VOTO 8 Più l'ascolti, più ti accarezza il cuore. È sul podio e se lo merita tutto. Cantautore gentile e garbato. Emozione unita a una ricerca del testo mai banale, che infatti è stato premiato con il Bardotti. FEDEZ - VOTO 8- La canzone c'è, lui pure. Il chiacchiericcio ha fatto il resto, facendolo schizzare nella cinquina finale. Ci ha messo il cuore, l'anima, il tormento interiore. Operazione di marketing o no, chapeau al rapper. SIMONE CRISTICCHI - VOTO 8- Un quinto posto che forse non corrisponde appieno alle aspettative del cantautore, che porta a casa Premio Bigazzi e Premio Sala Stampa Lucio Dalla. In molti hanno pianto con il suo brano, ma non è bastato a portarlo più in alto, forse anche penalizzato da una shitstorm che si è alzata sui social per sua vecchie dichiarazioni. Penalizzato. GIORGIA - VOTO 9 Menzione speciale per Giorgia, rimasta inspiegabilmente fuori dalla top five. Gioca in un altro campionato, e per fortuna lei lo sa. (ANSA).

Notizie correlate