Bonifica, non dice la verità chi propone Columbra per accogliere i veleni
I proprietari dell'impianto, infatti, hanno già messo le mani avanti proponendo un aumento di oltre due milioni di tonnellate per il sito
CROTONE La città di Crotone rischia di continuare ad essere la pattumiera dell’Europa. La partita che si sta giocando su dove smaltire i veleni presenti nella discarica a mare (più di un milione di tonnellate) è fondamentale per la salvaguardia della salute dei cittadini di Crotone, in particolare dei più giovani.
Il dibattito messo in campo, da chi è interessato a favorire Eni Rewind e quanti potrebbero avere ruoli nello smaltimento a Crotone dei veleni, nasconde verità che non possono essere sottovalutate o addirittura ignorate.
Chi punta allo smaltimento dei veleni nella discarica di Columbra si limita a raccontare la storiella che se nell’impianto non vengono depositati i veleni di Crotone lo spazio verrebbe destinato a scorie pericolose provenienti da altri Stati o da altre regioni dell’Italia. Questo ragionamento parziale, finalizzato a convincere i cittadini che non conoscono appieno le questioni, nasconde un enorme pericolo e cioè l’aumento della volumetria di Columbra.
I proprietari dell’impianto hanno già messo le mani avanti proponendo un aumento di oltre due milioni di tonnellate dell’impianto. C’è anche un ricorso al Tar contro la decisione della Regione di inserire l’indice di pressione per impedire la realizzazione di nuove discariche nelle vicinanze di quelle esistenti, o il blocco dell'aumento di quelle in attività.
L’imprenditore fa il suo mestiere e ha l’obiettivo legittimo di fare business. Chiedendo l’aumento della capienza, quindi, fa legittimamente l’interesse della propria azienda ed è giustificato. La stessa cosa non si può dire per chi non è imprenditore e cerca di spacciare come la soluzione migliore quella di trasferire i veleni di pochi chilometri, lasciandoli a Crotone.
Un aumento della capienza della discarica di Columbra o la costruzione di un nuovo impianto, come si propone, potrebbe tradursi in una ripresa dell’arrivo di nuovi milioni di tonnellate di veleni provenienti dal resto dell’Europa. Non solo i veleni della discarica a mare, quindi.
La salute dei cittadini di Crotone, soprattutto quella delle nuove generazioni, sarebbe così esposta ad un gravissimo rischio. Negli ultimi mesi si sono rioncorsi articoli e note stampa sull’accelerazione che si vorrebbe dare all’inizio delle attività di bonifica.
Si legge che, ormai, si dà quasi per scontato che le attività inizieranno presto e i veleni saranno trasferiti a Columbra. Sembra di capire che non si intende tenere conto del Provvedimento autorizatorio unico regionale (Paur) approvato il 2 agosto 2019, che impone lo smaltimento fuori dal territorio regionale calabrese dei veleni di Crotone.
È “una tutela” messa in campo dalla Regione che non dovrebbe essere ignorata o cancellata da un decreto di un burocrate del ministero dell’Ambiente. Dovrebbero tenerlo ben presente anche gli addetti ai lavori compresa la stampa che si occupa della problematica: favorendo, e quindi non rilevando quali potrebbero essere i pericoli, non fa un buon servizio.