L'arte bianca
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CROTONE Il Tricolore è l'unica bandiera che ha rappresentato e rappresenta il nostro Paese. In difesa del Tricolore gli operai del Nord e i contadini del Sud sono andati a combattere, nelle trincee scavate al fronte, in seguito allo scoppio della Prima guerra mondiale.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

La stessa cosa è avvenuta nella Seconda guerra mondiale e con la bandiera tricolore si sono ammantati gli uomini della Resistenza che hanno consentito all'Italia e ai suoi abitanti di costruire una grande democrazia e mettersi alle spalle la dittatura voluta dal nazi-fascismo, che in quegli anni condizionava la vita in Europa.
Il simbolo del Tricolore ha unito, poi, gli italiani nelle difficile attività della ricostruzione del Paese uscito dalla guerra voluta dal fascismo. Tricolore e Costituzione usati metaforicamente come il pane e il lavoro hanno ridato, quindi, al nostro Paese la dignità e gli anni della ricostruzione hanno visto il popolo italiano impegnato nel non facile compito di rilancio economico e sociale del Paese. Il lavoro e gli sforzi unitari degli italiani hanno consentito di rinascere e diventare una delle nazioni più ricche e prosperose del mondo.
Che cosa c'entrano con l'Italia quelle altre bandiere che ieri sono state sventolate indegnamente alla Camera dei deputati, dopo l'approvazione dell'autonomia differenziata?
Quelle bandiere di Stati esistenti solo nella fantasia di qualche politico da strapazzo hanno offeso la memoria di coloro che hanno sacrificato la loro vita per costruire il nostro Paese unitario. Quelle bandiere ieri hanno purtroppo celebrato lo sfascio dell'Unità e la nascita di piccoli Stati, rappresentativi di un egoismo che non trova nessuna giustificazione storica.
Siamo ritornati al Lombrado-Veneto e al Regno delle due Sicilie e non si è voluto tenere conto che il Lombrado-Veneto non era più ricco del Regno delle Due Sicilie quando non facevano parte dell'Italia unita. Sia chiaro, poi, che il Regno delle Due Sicilie si è sacrificato all'altare dell'unità per favorire l'industrializzazione del Nord. Anche i contadini del Sud che, nel secondo Dopoguerra, hanno lasciato le proprie case per andare a lavorare nelle fabbriche del Nord Italia, hanno dato un grosso contributo alla crescita economica, sociale e culturale delle terre di arrivo.
Senza la manodopera del Sud le fabbriche del Nord sarebbero rimasti piccoli insediamenti. Purtroppo non tutti hanno cultura per capire i processi. Purtroppo c'è anche chi mette al primo posto l'egoismo pensando di avere maggiori benefici e ignora il resto.
L'autonomia differenziata, approvata ieri, divide l'Italiaperché consente ai territori più ricchi di incassare più soldi e di pagare di più i medici e i professori. Solo per fare un esempio. I migliori medici e i più bravi professori andranno a lavorare negli ospedali e nelle scuole del Nord, perché verranno pagati meglio. Poco importa se sono diventati medici e professori con i sacrifici economici fatti da famiglie del Sud.
È una operazione che darà un colpo definitivo al Sud. Alla lunga, però, neanche il Nord avrà i vantaggi che pensa. Il Paese ne uscirà a brandelli e ci vorrà una nuova Resistenza per ricostruirlo. Speriamo solo che le popolazioni del Sud capiscono appieno quello che si sta consumando alle loro spalle. Speriamo che lo capiscano anche i popoli sani del Nord e la smettano di pensare che il Sud sia una palla al piede, così come dicono coloro che hanno voluto a tutti i costi l'autonomia differenziata.
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ieri ha sparato a pallettoni contro questa riforma. Avrebbe dovuto farlo, con maggiore convinzione, prima che si approvasse nella sua qualità di vicesegretario nazionale di Forza Italia. Se l'avesse fatto prima probabilmente avrebbe spaccato la maggioranza che governa l'Italia, ma avrebbe avuto il merito di salvare il Paese dalla catastrofe.