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CROTONE Diffida, replica e controdiffida. Lo scontro tra Eni rewind e la federazione provinciale Partito democratico, Italia viva e Arci va avanti dopo la diffida legale inviata, nella scorsa settimana, all'indirizzo della multinazionale al fine di procedere con la rimozione dei veleni dal sito industriale dismesso di Crotone e il contestuale trasferimento dei rifiuti pericolosi fuori regione

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Eni rispedisce al mittente le diffide: «Prive di fondamento»

Nella missiva inviata lo scorso 9 maggio, l'ad di Eni rewind Spa, Paolo Grossi, ricorda che nella diffida si afferma che la controllata «sarebbe inadempiente rispetto all’“obbligo e impegno assunto” di smaltire i rifiuti derivanti dagli scavi del Pob di Crotone fuori dal territorio della Regione e che vi sarebbe una condotta omissiva da parte della scrivente società, asseritamente idonea a integrare una serie di reati in materia ambientale».
«Si tratta di affermazioni prive di fondamento – attacca Grossi - sia nei fatti sia dal punto di vista tecnico-amministrativo, che richiedono alcune precisazioni. L’obbligo di smaltire i rifiuti fuori dalla Calabria non è maturato a seguito di un confronto tecnico o di un impegno Eni (come sembrerebbe alludere l’Autore della Diffida, utilizzando l’espressione “obbligo assunto”), ma è stato imposto dalla Regione Calabria, in assenza di un’istruttoria preventiva sulla effettiva disponibilità di discariche alternative e in contrasto alla normativa europea che prevede lo smaltimento dei rifiuti in prossimità della produzione».
«Tale prescrizione - precisa Grossi - è stata introdotta nel provvedimento del 2 agosto 2019 (decreto dirigenziale n. 9539), con il quale è stato rilasciato il Paur necessario per la costruzione in sito dei depositi preliminari funzionali agli scavi del Pob Fase 2. Il vincolo imposto dalla Regione è poi confluito nel verbale della CdS del 24 ottobre 2019 ed è stato recepito nel Decreto ministeriale del 3 marzo 2020 di approvazione del Pob Fase 2».
«Come risulta dai verbali delle Conferenze dei servizi - sostiene Grossi -, Eni Rewind ha documentato la carenza di discariche alternative a quella Sovreco di Crotone sin dal 2017 e successivamente più volte reiterata in incontri e lettere agli Enti locali e Centrali, anche nei mesi precedenti l’emissione del Decreto del Pob Fase 2 a marzo del 2020. Il fatto che la discarica Sovreco di Crotone risulti essere l’unica discarica aperta a terzi per rifiuti pericolosi con capacità residua sufficiente a soddisfare i fabbisogni del Pob Fase 2 è desumibile anche dal Rapporto Ispra sui rifiuti speciali pubblicato a luglio 2023 e dal parere depositato da Ispra il 30 aprile scorso agli atti della CdS del 3 maggio, in relazione ai risultati di un censimento svolto dallo stesso Istituto, anche mediante la somministrazione di un questionario alle discariche per rifiuti pericolosi, e con l’evidenza dei relativi riscontri».
«Si consideri, peraltro - aggiunge Grossi -, che l’utilizzo della discarica di Sovreco per abbancare i rifiuti pericolosi e con Tenorm rimossi dalle ex discariche fronte mare (a suo tempo autorizzate dalla Regione), a parità di capacità residua autorizzata non comporterebbe alcun aggravio di rischio per il territorio, andando a spiazzare rifiuti di analoga tipologia, che diversamente sarebbero comunque conferiti nella discarica di Sovreco da altri siti e da altre Regioni. Anzi l’utilizzo di Sovreco, per quella quota di rifiuti non smaltibile in altre discariche, consentirebbe di avviare gli scavi e, di conseguenza, abiliterebbe la rimozione di circa metà dei rifiuti da bonifica non pericolosi che attualmente sono abbancati nelle discariche ex Pertusola ed ex Fosfotec, quindi nel comune di Crotone, trasferendoli in impianti fuori regione, con ampia capienza in Puglia, Sicilia e Toscana».
«Si precisa che nel corso degli incontri con gli Enti locali - prosegue Grossi -, già a partire dal 2022, Eni Rewind si è resa disponibile anche a finanziare e realizzare una nuova discarica in area da individuare con la Regione Calabria, eventualmente anche con una capacità maggiore, da destinare a interventi ambientali di interesse pubblico. Rispetto a tale proposta, che si precisa comporterebbe tempi più lunghi per l’avvio degli scavi rispetto all’utilizzo della discarica Sovreco (data la necessità di progettare, autorizzare e realizzare la nuova discarica), Eni Rewind non ha ricevuto alcun riscontro dagli Enti».
«Del tutto priva di fondamento - incalza l'ad di Eni - è anche l’affermazione secondo la quale vi sarebbe una condotta omissiva da parte della scrivente società sia per le ragioni appena esposte (oggettiva impossibilità di avviare gli scavi del Pob in costanza del vincolo Paur) sia perché la diffida non considera i numerosi interventi ambientali avviati e in parte già completati da Eni Rewind, nel rispetto dei provvedimenti autorizzativi adottati, e che hanno comportato una spesa complessiva ad oggi pari a ca.200 milioni di euro. A questi si aggiungono circa 70 milioni di euro versati a seguito della sentenza del Tribunale di Milano del 2012 sull’azione di responsabilità del danno ambientale, promosso dal Ministero dell’Ambiente verso Enichem quale successore della società Pertusola. Al riguardo è necessario ricordare che Eni Rewind (già Enichem) è subentrata nel sito nei primi anni Novanta, a seguito dei trasferimenti ex lege (area ex Pertusola) e dell’operazione Enimont (aree ex Agricoltura ed ex Fosfotec), dopo circa 60 anni di attività industriali gestite da società non appartenenti al Gruppo Eni».
«Si richiama in particolare - rileva Grossi - l’erronea affermazione della vostra missiva nella parte in cui si afferma che “…nonostante siano decorsi circa 5 anni dalla detta conferenza di servizi, i pericolosi rifiuti …giacciono ancora all’interno della città di Crotone”. La Conferenza di Servizi a cui si fa riferimento è quella del 24 ottobre del 2019, ma il decreto del Pob Fase 2 è di marzo 2020. Non solo, tale Decreto in linea con il Pob presentato nel 2017, prevede che prima dell’avvio degli scavi siano necessariamente realizzati una serie di interventi propedeutici, tra cui in particolare: a) le caratterizzazioni aggiuntive e i monitoraggi propedeutici all’avvio degli scavi (2020-2021); b) la costruzione della scogliera a mare completata a settembre 2021; c) il deposito preliminare D15 non Tenorm completato a luglio 2023».
«In parallelo, inoltre, Eni Rewind tra il 2019 e il 2024 - rende noto Grossi - ha eseguito altri interventi ambientali che, pur non propedeutici all’avvio degli scavi, sono previsti dal Pob, e in particolare relativi alle sperimentazioni con impianti pilota per le tecnologie Ena e Soil Mixing (agosto 2020-settembre 2023) per ridurre la contaminazione della falda. Il 16 aprile 2024 Eni Rewind ha inviato al Mase la proposta di fattibilità relativa alla variante del Pob Fase 2, a fronte della quale il Mase ha convocato una Cds preliminare per il prossimo 17 giugno in modalità asincrona, e che viene erroneamente indicata nella Diffida come prosecuzione dei lavori della CdS del 3 maggio (che ha altro oggetto)».
«In relazione, infine, ai rischi per l’ambiente e la salute - assicura Grossi -, si ribadisce che la barriera idraulica garantisce il contenimento della contaminazione all’interno del sito e la sua progressiva asportazione. I rifiuti sono abbancati nelle discariche storiche, Pertusola e Montedison, a suo tempo autorizzate dagli Enti. Certamente l’esecuzione del Pob Fase 2 ridurrà ulteriormente i rischi ambientali, in linea con gli obiettivi di bonifica. In particolare, l’avvio degli scavi per la rimozione delle discariche storiche (e lo smaltimento in discariche autorizzate ed esercite secondo i migliori standard vigenti) potrebbe essere avviato già a fine 2024 se sarà superato il vincolo Paur all’utilizzo della discarica di Crotone».
«Per completezza di informazione - conclude Grossi -, si allega anche la nota sulle attività di bonifica del sito di Crotone inviata al Commissario Straordinario il 16 aprile scorso, ai competenti Enti e uffici di controllo anche inquirenti, nello spirito di massima trasparenza e collaborazione con il quale Eni Rewind ha operato e si impegna ad operare per adempiere al meglio agli obblighi di bonifica».

La controtesi dei dem: «Replica infondata in fatto e in diritto»

Pronta la replica della controparte (Pd, Italia viva e Arci) che è arrivata nella serata di venerdì 10 maggio. «La Federazione provinciale di Crotone del Partito democratico - si legge nella replica -, nella persona del segretario in carica pro tempore, Leopoldo Barberio, Italia viva nella persona del segretario cittadino Mario Galea e l'Arci, nella persona dal suo presidente provinciale Filippo Sestito, rappresentati e difesi per procura dall’avvocato Francesco Pitaro, con il presente atto replica alla nota del 9 maggio scorso trasmessa da Eni Rewind che è completamente infondata in fatto e in diritto».
«Vi è, infatti, che con atto del 6 maggio scorso - motiva il legale - la Federazione provinciale di Crotone del Partito democratico ha diffidato Eni Rewind a dare esecuzione agli obblighi sulla stessa gravanti e che consistono nello smaltimento fuori dalla regione Calabria dei rifiuti pericoli e industriali/veleni derivanti dall’area industriale dismessa. Al detto atto di diffida ha fatto riscontro la nota di Eni Rewind che è completamente priva di pregio e con cui, di fatto, è stato confermato l’obbligo a carico di Eni Rewind di smaltire fuori dalla Calabria i rifiuti pericolosi de quibus, e con cui sostanzialmente Eni Rewind prova a svicolare e ad eludere l’obbligo che sulla stessa incombe e che è efficace ed esecutivo. Ed invero, nella detta nota Eni Rewind si è limitata a dire che l’impegno di Eni Rewind a smaltire fuori regione i rifiuti non è stato assunto autonomamente ma “è stato imposto dalla Regione Calabria … Tale prescrizione è stata introdotta nel provvedimento del 2 agosto 2019 (decreto dirigenziale n. 9539) con il quale è stato rilasciato il Paur … Il vincolo imposto dalla Regione è poi confluito nel verbale della CdS del 24 ottobre 2019 ed è stato recepito nel Decreto Ministeriale del 3 marzo 2020 di approvazione del POB Fase 2”».
«Insomma, Eni Rewind ha confermato - spiega il legale - che sulla stessa grava l’obbligo di smaltimento furori dalla Calabria dei detti rifiuti industriali. Nulla sposta il fatto che tale obbligo sia stato alla stessa Eni Rewind imposto dalla Regione Calabria e che sia confluito in atti amministrativi pubblici tra cui il verbale della Conferenza dei servizi del 24/10/2019 e il decreto ministeriale del 3 marzo 2020.Trattasi di atti amministrativi che sono giuridicamente validi ed esistenti ed efficaci ed esecutivi e, peraltro, allo stato, inoppugnabili e definitivi, ed a cui Eni Rewind deve dare esecuzione non avendo, ad oggi, assolto l’obbligo di smaltimento rifuti dalla Calabria negli stessi atti disposto».
«A nulla vale, inoltre - contesta l'avvocato Pitaro -, quanto dedotto illogicamente nella detta nota da Eni Rewind, secondo cui “(…) l’utilizzo della discarica di Sovreco (...) non comporterebbe alcun aggravio di rischio per il territorio”. Da ciò si evince che Eni Rewind, pur avendo contezza dell’obbligo sulla stessa gravante, per effetto di atti amministrativi esecutivi ed inoppugnabili, vuole continuare a mantenere una condotta omissiva e inadempiente e utilizzare la discarica Sovreco al fine di trattenere in Calabria e a Crotone i detti pericolosi rifiuti.Né vale addurre, come fa pretestuosamente Eni Rewind, che quest’ultima avrebbe svolto “numerosi interventi ambientali” e ciò perché gli eventuali interventi ambientali svolti da Eni Rewind non hanno tuttavia contemplato l’esecuzione dell’obbligo, disposto con atti amministrativi definitivi ed inoppugnabili, di smaltire i rifiuti fuori dalla Calabria».
«Del tutto inconferente - incalza l'avvocato Pitaro - è, poi, l’assunto secondo cui la condotta omissiva e inadempiente di Eni Rewindi non risale all’anno 2019 ma all’anno 2020 perché il decreto del Pob fase 2 “è di marzo 2020”. Anche ove ciò fosse vero vi sarebbe comunque che Eni Rewind continua a mantenere la condotta omissiva da ben quattro anni.Inoltre, e da tanto si evince l’intenzione di Eni Rewind di trattenere i pericolosi rifiuti in Calabria, nella detta nota che si riscontra Eni Rewindi ha rilevato di essersi resa “disponibile anche a finanziare e realizzare una nuova discarica in aree da individuare con la Regione Calabria ...” e che “In relazione ai rischi per l’ambiente e la salute si ribadisce che la barriera idraulica garantisce il contenimento della contaminazione all’interno del sito…”».
«In buona sostanza - interpreta il ligale -, Eni Rewind con la nota de qua ha ammesso che grava sulla stessa l’obbligo di smaltire i rifiuti fuori dalla regione Calabria, per come disposto in atti amministrativi definitivi ed inopponibili, ed ha, inoltre, ammesso di non voler procedere allo smaltimento fuori dalla Calabria dei detti rifiuti rilevando che non vi sono rischi per l’ambiente e la salute. Tutto quanto dedotto da Eni Rewind è inammissibile ed intollerabile e ciò in quanto l’obbligo di smaltimento dei pericolosi rifiuti fuori dalla Calabria deve essere eseguito ed inoltre perché la città di Crotone e la Calabria non vogliono trattenere nel proprio territorio i rifiuti pericolosi industriali che costituiscono veleni per il territorio e per la salute della comunità. Si coglie, pertanto, come la risposta di Eni Rewind, che ha ammesso e confessato l’obbligo sulla stessa gravante e l’intenzione di non adempierlo, è manifestamente priva di fondamento in fatto e in diritto nonché di alcun pregio giuridico».
Il Partito democratico «in quanto ente portatore di interessi collettivi e superindividuali, radicato nel territorio, nonché soggetto particolarmente attento alla tutela dell’ambiente e della salute, con il presente atto, pertanto, ancora una volta, contesta la condotta manifestamente omissiva e inadempiente tenuta da Eni Rewind e pretende che Eni Rewind osserva gli obblighi sulla stessa gravanti a tutela del territorio di Crotone e della salute della comunità. Inoltre, non può che rilevarsi, anche con il presente atto, che se da un canto si coglie la condotta omissiva e inadempiente di Eni Rewind, che ha violato gli atti amministrativi, esecutivi ed inoppugnabili, in cui è disposto l’obbligo a carico di Eni Rewind di smaltire fuori regione i detti rifiuti pericolosi, dall’altro canto, non può non cogliersi, la condotta omissiva di tutti gli enti pubblici che, pur avendo contezza dell’obbligo gravante su Eni Rewind, non hanno svolto la dovuta vigilanza né adottato i necessari e dovuti atti, anche in sede giudiziaria, per pretendere l’esecuzione dell’obbligo da parte di Eni Rewind e la tutela del territorio di Crotone e della salute della sua comunità».
«Tutto ciò premesso, con il presente atto - entra nel merito lo studio legale -, la Federazione provinciale di Crotone del Partito democratico in persona del segretario Leopoldo Barberio, ancora una volta invita e diffida Eni, in persona del legale rappresentante in carica pro tempore, a dare avvio, entro e non oltre sette giorni dal ricevimento del presente atto, alle operazioni di smaltimento dei rifiuti industriali di Crotone trasferendoli al di fuori della regione Calabria in esecuzione della conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019 e degli impegni assunti. Invita e diffida il ministero dell’Ambiente, in persona del ministro in carica pro tempore, la Regione Calabria, in persona del presidente in carica pro tempore, la Provincia di Crotone in persona del presidente in carica pro tempore e il Comune di Crotone in persona del Sindaco in carica pro tempore a respingere, in sede di conferenza dei servizi ed in ogni altra sede, il tentativo e la richesta di Eni di eludere il proprio obbligo di smaltire i rifiuti pericolosi/industriali di Crotone trasferendoli in altra regione. Invita e diffida il ministero dell’Ambiente, in persona del ministro in carica pro tempore, la Regione Calabria, in persona del presidente in carica pro tempore, la Provincia di Crotone in persona del presidente in carica pro tempore e il Comune di Crotone in persona del sindaco in carica pro tempore a svolgere ogni iniziativa, anche di tipo giudiziario, al fine di ottenere l’esecuzione degli obblighi gravanti su Eni rewind e di ottenere l’adempimento degli atti amministrativi definitivi in cui tale obbligo e’ stato disposto e di ottenere lo smaltimento dei rifiuti fuori dalla regione Calabria a tutela del territorio di Crotone e della salute dei cittadini».
«In caso di omessa adesione al contenuto del presente atto - avvisa la missiva - si riserva di agire in sede giudiziaria a tutela del territorio e della comunità di Crotone e della salute dei cittadini al fine di ottenere l’effettivo smaltimento dei rifiuti al di fuori della regione Calabria ed anche in sede penale con il deposito di un esposto/querela direttamente nei confronti di tutti coloro che hanno omesso di dare esecuzione allo smaltimento dei rifiuti fuori dalla regione Calabria in virtù di atti immediatamente efficaci e vincolanti e di tutti coloro che hanno omesso di vigilare e controllare sulla esecuzione di tale obbligo chiedendo che si indaghi in relazione all’accertamento dei reati di cui agli artt. 452 bis c.p. (Inquinamento ambientale), 452 ter c.p. (morte o lesione come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale), 452 quater c.p. (distrastro ambientale) e 452 terdecies (omessa bonifica) e di ogni altra ipotesi di reato. Il presente atto, in cui sono esposti fatti ed omissioni che riguardano direttamente l’ambiente e la salute dei cittadini, viene trasmesso anche al Prefetto di Crotone affinché ne abbia contezza e assuma le iniziative dovute», conclude l'avvocato Francesco Pitaro