Denaro per evitare guai con la giustizia, la truffa dilaga nel Crotonese (VIDEO)
CROTONE Un appello alle persone fragili e in particolar modo agli anziani. È quello rivolto dal comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, Raffaele Giovinazzo, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa per mettere in guardia da una serie di truffe che, purtroppo, stanno andando a segno a Crotone come in tutta la Calabria.
Si tratta di una telefonata, per lo più diretta ai numeri di rete fissa, da presunti esponenti dell'Arma che chiedono denaro o gioielli per togliere dai guai un proprio congiuntoche sarebbe finito nei guai con la giustizia, dando sfogo alle ipotesi più disparate.
Il meccanismo è semplice quando efficace. Proprio nei pressi dell'abitazione dei malcapitati, mentre la tlefonata del finto "maresciallo" è in corso, staziona intanto un componente della banda che è pronto a entrare in azione nell'appartamento quando la vittima è ormai caduta nel giogo della cunfusione e della paura. Il complice si presenta così dietro la porta di casa, con tutte le fattezze di un rappresentante delle Forze dell'ordine, e chiede (spesso ad anziani) di consegnare denaro o gioielli per risolvere il guaio in cui si è cacciata la persona amata.
Solo nella città di Crotone, nell'ultimo mese, ci sono stati 7 tentativi di raggiro dichiarati ai carabinieri, mentre almeno altri tre colpi sono stati invece messi a segno tra Petilia Policastro, Strongoli e Torre Melissa. Ma molte volte, per lo sconforto dell'aggiramento subìto, le persone non denunciano per vergogna.
«Nessun rappresentante delle Forze dell'Ordine vi chiederà mai soldi o gioielli per risolvere una controversia con la legge», ha detto Giovinazzo rivolgendosi alla cittadinanza. «In molti casi – ha spiegato il comandante – si tratta di truffatori provenienti dalla Campania che battono un intero quartiere, zona o un piccolo centro, aiutandosi con gli elenchi telefonici per raggiungere le proprie vittime perché, ormai, sono per lo più le persone anziane a ricevere telefonate dal numero fisso».
Si tratta di un reato “mordi e fuggi” che costa poco in termini di legge. «Suggerisco al Legislatore – ha aggiunto il comandantye – di vagliare diversamente questa fattispecie di reato che andrebbe rivalutata perché attualmente è un reato a basso rischio, che si prescrive rapidamente ed è a querela di parte».
Intanto, siccome in questi casi la prevenzione è la migliore arma, i carabinieri stanno svolgendo un'opera di sensibilizzazione con l'aiuto della Chiesa, prendendo parte alle funzioni religiose più frequentate e dunque lanciare il messaggio d'avvertimento al termine della celebrazione. «In settimana – ha aggiunto Giovinazzo – h avuto modo di interloquire con il vescovo Panzetta e ha accolto favorevolmente l'idea di chiedere un supporto ai parroci della Diocesi per mettere in guardia i fedeli».
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