Dal mosaico alla "rivoluzione Demma" sul Parco di Capo Colonna
Intervista al direttore dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari in occasione dell'apertura al pubblico della grande domus per giornate Fai di primavera

CROTONE in occasione delle Giornate di Primavera del Fai il “Santuario di Hera Lacinia” a Crotone accoglierà i visitatori con un ricco programma di visite guidate che includono, tra l’altro, interessanti laboratori didattici tenuti dal personale dei Parchi che illustrerà i restauri in corso.
La collaborazione con la delegazione Fai di Crotone e Santa Severina e il patrocinio del Comune di Crotone, daranno luogo a due entusiasmanti giorni di riscoperte all’insegna della cultura e dell’archeologia. Il programma prevede: sabato 22, dalle 9.30 alle 12.30, visita guidata al parco e al museo a cura dei giovani ”Apprendisti Ciceroni” del Liceo scientifico Filolao di Crotone; dalle 15.30 visita riservata agli iscritti Fai e alle autorità, tenuta dal personale pei Parchi archeologici di Crotone e Sibari; domenica 23, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30, visita guidata al parco e al museo a cura dei giovani “Apprendisti Ciceroni” del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.
Con l’occasione sarà inoltre aperta al pubblico la grande “Domus Dr”, che conserva tra l’altro uno splendido pavimento decorato a mosaico e gli ambienti, in epoca romana, destinati ai bagni caldi (calidarium e balneum), in anteprima assoluta!
Ne abbiamo parlato con il diretttore dei Parchi archeologici di Sibari e Crotone, Filippo Demma.

Dottor Demma, finalmente presto potremo di nuovo rivedere il Balneum e il Mosaico con delfini, che in questi giorni è stato nuovamente svelato. La settimana che verrà, in occasione della Domenica del Fai, molti visitatori avranno la fortuna di poterlo vedere da vicino. Quale sarà il futuro per questo splendido reperto?
«Stiamo parlando dell'intero complesso del “Balneum”, cioè delle terme verosimilmente pubbliche, che sono particolarmente importanti e interessanti perché sono decisamente antiche. Esse Risalgono all'inizio del I sec. a.C. e tra le varie strutture che ospitano e le caratterizzano hanno anche questo “mosaico” che si distingue per avere l'iscrizione con dedica dei Magistrati. Sono stati quest’ultimi a far costruire sia il Balneum (cioè le terme), sia il mosaico stesso e quindi esso è anche un importante documento storico. Le giornate Fai di primavera, che cominceranno appunto sabato prossimo (saranno sabato e domenica prossima), vedranno la riapertura (se tutto va bene, perché siamo nel pieno delle operazioni di pulizia e di ripristino funzionale) anche della Domus R che è una delle “domus romane” scavate nei dintorni della chiesa della Madonna di Capo Colonna. Stiamo parlando di quelle strutture archeologiche, che si vedono a picco sul mare sulla sinistra guardando la chiesa, questo sito è sempre stato chiuso al pubblico, ma lo apriremo in occasione delle giornate Fai e mostreremo un altro importantissimo mosaico che è un cocciopesto della fine del II secolo a.C., assolutamente inedito, mai visto, che è particolarmente complicato da valorizzare perché noi abbiamo delle zone del parco che sono chiuse per questioni di sicurezza (sono appunto affacciate sul mare, perché c'è la falesia ecc…), ma che con la collaborazione del Fai apriremo per queste due giornate. In realtà però non è tutto, nel senso che non ci limitiamo a fare le giornate Fai di Primavera e portare il pubblico all'interno di complessi normalmente chiusi, ma con l'aiuto anche dei giovani di Crotone formati per l’occasione dal Fai, avremo la possibilità di vedere gli studenti delle scuole superiori in veste di Apprendisti Ciceroni, cioè faranno da guida alle persone in maniera qualificata perché sono stati ampiamente istruiti dai nostri funzionari. Il dottor Salerno, che è il funzionario attualmente responsabile del parco di Capo Colonna, ha tenuto delle lezioni ai giovani Ciceroni, formandoli e insegnando loro la storia e le conoscenze, che poi andranno a ripetere e a raccontare al pubblico. Avrete quindi anche la certezza di avere informazioni assolutamente corrette, scientificamente esatte per questi due giorni. Ma questo è solo l'inizio perché dopo lo stesso cantiere di restauro del mosaico dei delfini, cioè quello del Balneum, resterà aperto per almeno tutto il mese di marzo e sarà frequentabile.

Le nostre restauratrici, infatti concluderanno le operazioni di pulizia del ripristino funzionale, consentendo così al pubblico di affacciarsi, vedere e poter fare domande per tutto il mese di marzo. Dopodiché, se il tempo lo consentirà e se la situazione del mosaico, dopo l'intervento di ripristino e di restauro, andrà per il meglio, la nostra intenzione sarebbe quella di lasciare il complesso del Balneum aperto per tutta la primavera e quindi visitabile. Questo è solo l'inizio, nel senso che, come saprete, (perché ne abbiamo parlato più volte), siamo oramai realmente alle battute conclusive delle progettazioni, delle grandi progettazioni che investiranno Crotone in generale e Capo Colonna in particolare. Si sta concludendo la gara che è stata affidata per invitare (ed è stata pubblicata da una quindicina di giorni) gli interventi nel museo e nel parcheggio. Prima di Pasqua inizieranno i lavori di risistemazione dell'area antistante al museo di Capo Colonna, dove ridisegneremo i parcheggi ampliando la sezione di parcheggio di proprietà dello Stato,(non quella gestita dal Comune nella parte laterale del museo), ma quella antistante e quindi quella statale, e opereremo all'interno del museo sia per questioni inerenti ad infiltrazioni dell'umidità, (che è sempre un problema per una struttura affacciata sul mare), sia per la risistemazione di una serie di locali attualmente totalmente inutilizzati, che diventeranno laboratori didattici, di restauro ecc... Sposteremo i magazzini ampliandoli e rendendoli frequentabili, visitabili, e anche ristruttureremo una parte di uffici, che verranno allocati in alcune zone attualmente dedicate a magazzini totalmente sottoutilizzati, per cui riconfigureremo completamente il museo di Capo Colonna rendendolo più aperto e più accessibile. Adesso, nel senso che, il progetto esecutivo è già stato messo a gara, la gara è già in corso e si prevede l'aggiudicazione efficace al vincitore della gara medesima entro Pasqua».

A Sibari sono state utilizzate nuove tecnologie per proteggere gli scavi del sito archeologico. Si può pensare anche di preservare i reperti di Crotone visto?
«Per nuove tecnologie a Sibari noi parliamo di sorveglianza, che non c'entra niente con la conservazione, perché il parco di Sibari è purtroppo un colabrodo, nel senso che è tagliato in due dalla Statale 106, confinante con campi coltivati, con recinzioni che vengono continuamente violate, ha necessità di essere controllato da una sensoristica, cosa che per fortuna a Capo Colonna non abbiamo, perché è molto più circoscritto, è circa un terzo dell'area rispetto al parco di Sibari ed è in realtà già recintato, con una recensione decisamente importante, che certo ogni tanto ci dà dei problemi, ma abbiamo appena rifatto l'impianto di telecamera, quindi diciamo non è la stessa cosa. Le nuove tecnologie le utilizzeremo per Capo Colonna, perché la Direzione generale musei ha scelto il museo del Parco archeologico di Capo Colonna per un progetto pilota di accessibilità cognitiva, per un allestimento pilota di accessibilità cognitiva estesa, tramite le nuove tecnologie. Sto conducendo delle riunioni con l'operatore economico, che ha vinto la gara per questa assegnazione, martedì abbiamo una riunione di progettazione, entro settembre avremo un nuovo allestimento del Museo di Capo Colonna, infatti all’interno ospiterà una nuova sala mostre temporanea completamente attrezzata e accessibile dal punto di vista cognitivo. Questo significa che tutti i supporti didattici saranno multimediali, con l'utilizzo di nuove tecnologie, con parti immersive, l’uso dell'intelligenza artificiale, traduzione automatica dei testi e quindi in questo senso utilizzeremo le nuove tecnologie per Capo Colonna.

Le nuove tecnologie verranno utilizzate inoltre per il progetto di risistemazione di Capo Colonna del Parco, di cui è stato consegnato l'esecutivo la settimana scorsa e adesso è terminata la verifica, consegnato già ad Invitalia, con il quale c'è un accordo quadro per la selezione dell'impresa. Impresa, che già è stata riselezionata con l'accordo quadro che dovrà effettuare i lavori per 7 milioni e mezzo di lavori, questi sono progetto Antica Kroton e sono in corso di aggiudicazione anche questi su questo progetto includendo nel Parco le nuove strutture che ci sono state assegnate dal Demanio l'anno scorso, cioè la Casa del Farista che diventerà laboratorio scientifico e foresteria per per l'equipe universitaria che dall'anno scorso hanno ricominciato a frequentare Capo Colonna e con cui abbiamo già stabilito un accordo duraturo, quindi gli scavi, che abbiamo iniziato l'estate scorsa a Capo Colonna riprenderanno, saranno conclusi anche grazie alle strutture della foresteria. L'ex ristorante Ancora diventerà (grazie a questo progetto), che ripeto è in esecutivo ed è già stato consegnato, diventerà il nuovo punto di accesso con i servizi aggiuntivi del Parco, quindi il punto ristoro, la sala Mostre Temporanea, il punto di accoglienza con il bookshop e tutto quel che servirà. Questo ci consente (se voi avete presente dove sono collocati i posti di cui sopra) di implementare anche un nuovo ingresso al Parco che noi immaginiamo appunto dall'attuale ristorante Ancora e pensiamo di poter arrivare al Parco non solo da dove ci si arriva adesso, ma anche dal “ristorante Ancora” tramite una suggestivissima passeggiata lungo la falesia che consentirà di passare dietro il faro con una passeggiata a picco sul mare e di raggiungere direttamente il Tempio (dall'apertura diciamo laterale del Parco). Ora non sto parlando di idee, sto parlando di progetti esecutivi già finanziati e consegnati e che sono a gara in questo momento, quindi stiamo parlando di un notevole sforzo che è stato prima di reperimento dei fondi, poi di sistemazione dei fondi, poi di progettazione e infine di gara. Ora voi dovete sapere che in questo progetto è inclusa anche la risistemazione delle terme e del mosaico di cui stavamo parlando e quindi vengo a concludere rispondendo anche all'ultima parte della sua domanda. Quel mosaico è un mosaico particolarmente delicato, perché sta in un complesso che è sostanzialmente a poche decine di metri dal mare, su un capo proteso sul mare, che è la sua bellezza ma è anche il suo rischio, non solo per il rischio idrogeologico al quale è sottoposto, ma anche perché naturalmente è completamente costantemente battuto dal vento. Ora un mosaico del genere così delicato va protetto ed è questo il motivo per cui non è stato visibile fino ad oggi perché era chiuso sotto una coltre di brecciolino, tutto questo naturalmente necessita di tutta una serie di manutenzioni che è quello che stiamo facendo. Quando lo tieni chiuso naturalmente senza aria poi ogni tanto lo devi scoprire, lo devi sistemare altrimenti rischi attacchi batteriologici e cose del genere. Noi vogliamo lasciarlo costantemente in vista, il tema è che questo mosaico va protetto quindi avrebbe bisogno di una copertura.

Il problema è che il vento a Capo Colonna arriva anche a 150 chilometri orari per cui questa copertura (abbiamo avuto esperienze di copertura di spazi moderni che sono quelli orrendi montanti in legno che voi vedete tutti intorno al museo e che un tempo quando sono stati ideati per poter reggere delle vele quindi per fare ombra leggendo delle vele) in un posto in cui il vento arriva a 150 km all'ora almeno, dove la salsedine la fa da padrone, immaginare dei montanti di legno, che poi bisogna trattare in continuazione per evitare che la salsedine li avverdisca e li corrompa, come dire già è poco intelligente. Pensare poi che dei panni (perché quello sono le vele )collegati a questi montanti di legno, che sono massicci quindi impattanti dal punto di vista visivo ( perché se non lo fosse il vento se li porterebbe), che queste vele fissate con dei cavi tengano con un vento a 150 km all'ora è un'idiozia, infatti non hanno tenuto e adesso con una parte del progetto sarà proprio quello di smontare e buttare tutto questo materiale che non esiste più. Tornando al nostro mosaico, significherebbe coprire questo mosaico con una copertura efficace, quindi significarebbe costruirci una specie di palazzo, cioè dovremmo avere una copertura d'acciaio ben ancorata al suolo con delle fondazioni e dovremmo scavare e distruggere le cose antiche per appoggiare questa copertura. Questa copertura stessa dovrebbe per forza per poter resistere al vento, avere un impatto paesaggistico enorme cioè tu della bella piana del santuario in cui spicca la colonna del tempio e si vedono poi le altre cose, l'unica cosa che vedresti sarebbe una copertura moderna che sale come un fungo da là e quindi diventa particolarmente difficile questa situazione qua, quindi probabilmente ci stiamo lavorando, ma l'unica soluzione per rendere fruibile le terme del mosaico è… strappare il mosaico portarlo al Museo ed esporlo e sostituirlo con una copia, che ovviamente è meno moderna identica nello stile, ma potendo vedere il mosaico in originale nel museo, solo così si potrebbe riaprire il complesso delle Terme, è l'unica soluzione vi dico. Noi abbiamo già una progetto una una copertura progettata e realizzata, che non fu montata sul mosaico perché nel momento nel quale fu realizzata ci si rese conto, che era un pugno nell'occhio e quindi per non buttarla è stata rimontata alle spalle del museo vicino al teatro moderno quello da dove dall'estate scorsa abbiamo ricominciato a fare i concerti, dov'è il teatro il cosiddetto anfiteatro dove hanno suonato gli Almamegretta l'anno scorso e tutti, c'è quella grande struttura di pali con quella copertura ondulata, che copre sostanzialmente nulla perché sotto c'è un pavimento di cemento, quella pensate doveva essere montata sulle terme di Capo Colonna,A abbiamo fatto già un tentativo e si sono giustamente arrabbiati tutti.

Però in Italia la soluzione di mettere una copia non è una novità se pensiamo per esempio al David di Firenze, cioè all'esterno abbiamo la possibilità di ammirare una copia, preservando l’originale all’interno di un Museo, si potrebbe pensare anche per il Mosaico di Crotone...
«Che si ammirano le copie è un fatto frequentissimo, perché naturalmente non in una situazione del genere è difficile fare altrimenti. Tenga presente poi, che a noi naturalmente il mosaico piace perché è bello perché è una testimonianza di 2080 2100 anni fa e quindi anche storicamente molto importante perché quell'iscrizione è storicamente molto importante è un mosaico raro perché mosaici cosi antichi poligoni con quegli effetti,.. ma è un mosaico sostanzialmente, un pavimento cioè non è uno, non è stato mai pensato come un'opera d'arte, certo come un'opera di artigianato artistico, ma è un mosaico così come le pitture di Pompei, che oggi ovviamente ci ricordano opere d'arte perché sono copie di più dipinti famosi perché ricordano dipinti famosi, perché sono belle sostanzialmente erano l'equivalente poco più che la nostra carta da parati cioè era una decorazione parietale che di tanto in tanto andava ritoccata, ma erano sostanzialmente decorazioni di ambienti familiari non erano pensate come i grandi quadri le grandi opere d'arte a volte li riproducevano e questa è un'altra cosa, la loro importanza storica. Stiamo parlando quindi di un prodotto tutto sommato seriale standardizzato, che ripetiamo sicuramente in originale al Museo e che naturalmente può essere assolutamente efficacemente sostituito da una copia, che può essere assolutamente identica senza fare nessun falso storico perché noi l’originale lo diciamo, che una copia dell'originale lo esponiamo a poche centinaia di metri anche perché ammirando anche il falso comunque».
Sicuramente lasciare un “falso” sul sito valorizzerebbe la zona archeologica, sarebbe bello da vedere e ammirare, perché si vedrebbe qualcosa di concreto...
«Concreto rispetto e soprattutto riusciresti a riaprire un settore più che ha una sua importanza. Ora però falso è un concetto che non va bene, falso è qualcosa che pretende di essere vero, cioè qualcosa che è lì per ingannarti. Una copia che si dice dichiarata è invece un'operazione scientifica di spiegazione del contesto, esattamente quello che dice lei per cui non dobbiamo chiamarlo falso sarebbe falso un falso, se noi lo sostituissimo senza dire niente a nessuno certo in quel caso sì, certo ecco quindi una copia».
Flavia Lombardo