Sfiducia al presidente della IV commisione, Meo: «Mie dichiarazioni fanno paura»
«L’atto di sfiducia, indirizzatomi quale presidente della IV commissione che ha tra le sue competenze la cultura e la pubblica istruzione che un gruppo di consiglieri comunali di maggioranza ha inteso sottoscrivere, appare essere il coronamento di un sogno a lungo coltivato dal sindaco Enzo Voce che così consegue, finalmente un punto programmatico per lui vitale».
È quanto scrive il consigliere comunale, Fabrizio Meo, che qualche giorno fa è stato sfiduciato da tredici consiglieri comunali dalla carica di presidente della IV commissione.
«Sindaco Voce - prosegue Meo - che ha tentato, in tutti i possibili modi, già di impedire che io fossi eletto alla presidenza di una commissione di cui, nel periodo della sindacatura Vallone, sono stato, senza mai demeritare, vicepresidente, spesso, svolgendone le funzioni di presidente e nel contempo ricoprendo la carica di presidente della commissione Regolamento. L’aspetto strabiliante dei risibili addebiti che mi vengono mossi è che mai in precedenza, di queste stesse accuse si rinviene traccia in un qualunque verbale di commissione, posso affermare, dal 2012 a tutt’oggi e meno che mai in nessuna delle trasmissioni via streaming che io, unico presidente di commissione, ho preteso si eseguissero delle sedute della IV. Vi è da aggiungere che la stragrande maggioranza delle deliberazioni della commissione, sono state adottate all’unanimità e che tutte le commissioni consiliari sono terminate, anche anzitempo rispetto all’ora canonica che a mio avviso dovrebbe connotare la durata minima di una seduta di commissione, per la motivazione che nessuno dei consiglieri presenti alla seduta ha chiesto la parola, eppure, spudoratamente, mi si accusa, ugualmente, di negare la parola ai componenti della commissione».
«Vi è anche da dire - commenta Meo - che i consiglieri che oggi sottoscrivono la sfiducia, sono, quasi tutti, fra quelli che hanno votato contro in Consiglio comunale a proposte che loro stessi avevano discusso ed approvato in commissione. Alcuni fra costoro, con l’esclusione di Antonio Megna che all’epoca non era ancora “Ufficiale di governo”, a fronte di una proposta di accesso agli atti, della stessa IV commissione, sulla rimodulazione della progettualità dell’antica Kroton che a norma di regolamento, stante il diniego all’accesso espresso dal dirigente, era stata portata in Consiglio comunale, hanno votato contro il proprio stesso voto espresso in commissione, ottenendo il ritiro del punto posto all’ordine del giorno, peccando così di grave scorrettezza e supportando l’Amministrazione nel suo desiderio di tenere secretati, gli atti amministrativi che hanno preceduto la sciagurata rimodulazione del progetto. Ciò è avvenuto per ragioni ancora oggi incomprensibili e quindi, forse inconfessabili che sono state e non soltanto da me, sottoposte al vaglio della magistratura. Sempre gli stessi hanno poi votato contro il proprio stesso voto espresso in commissione in favore di una celebrazione in memoria della figura di Aldo Davanzali che aveva come finalità la richiesta di verità sul disastro di Ustica. Costoro, hanno anche bocciato in Consiglio comunale la proposta di celebrare il Maestro Treccani, proposta lungamente meditata ed istruita in commissione, salvo poi nuovamente smentirsi appena pochi giorni orsono, quando, la delibera della IV commissione che era stata ritirata dall’ordine del giorno del Consiglio comunale su proposta della consigliera Mungari è stata nuovamente confermata, sempre in IV commissione, con il voto favorevole della stessa consigliera Mungari. Consigliera Mungari che candidatasi nel corso della prima seduta di commissione alla carica di vicepresidente fu, all’epoca, rifiutata, e gli fu condivisibilmente preferito, il consigliere Giuseppe Fiorino, ma che oggi, proprio lei che ha frequentato in maniera insignificante la commissione, a quanto pare si appresta a candidarsi alla carica di presidente e quindi a raccogliere il voto favorevole di quella stessa sua maggioranza che così sonoramente l’ha bocciata e mortificata».
«Quale coerenza - domanda Meo alla maggioranza -, quale capacità decisionale si può attribuire a simili figure, provo sinceramente per loro un naturale moto di compassione. Ebbene, che si decida di denigrarmi sul piano personale, operando riferimenti a circostanze che sono del tutto false, puro frutto dell’immaginazione di chi non ha la possibilità di provare da parte del sottoscritto, mancanze legate alle funzioni svolte, può apparire persino comprensibile quando ciò accada ad opera di una consigliere come Dalila Venneri che nientedimeno mi addebita responsabilità in ordine alle scurrilità pronunziate da lei stessa nel corso ed al termine della seduta della IV commissione, interrotta proprio a causa del suo stesso comportamento. In tale circostanza l’attuale “presidentessa” del Consiglio comunale dei ragazzi (sic!) mi apostrofava con l’educato epiteto, “su m… i… m…a”, e con ulteriori aggettivazioni che non mi pare decente neppure menzionare, circostanza questa documentata anche dalla trasmissione in streaming della seduta che peraltro ha avuto un record di visualizzazioni tale da non richiedere ulteriori descrizioni, al pari di altri suoi comportamenti, peggiori ed irriferibili, immortalati, in quella stessa occasione, persino dalle telecamere di sorveglianza. La consigliera Venneri è stata denunziata alla magistratura per i comportamenti tenuti e mi preme rammentarlo, si attende sia fatta chiarezza, sul tentativo riuscito di impedire lo svolgimento di una commissione tanto delicata».
«Appare invece francamente sconcertante - incalza Meo -, la sottoscrizione di un siffatto, incommentabile documento, da parte di altri consiglieri comunali, quali, a titolo esemplificativo e per nulla esaustivo, la consigliera Ginetta Tallarico, recentemente e “coerentemente” confluita nel gruppo misto e che sino alla mattina delle elezioni che l’hanno vista soccombere nella recente competizione per il rinnovo del Consiglio provinciale, letteralmente mi idolatrava, implorando il mio voto. Nessun dubbio in realtà sulle vere ragioni di questo malaccorto ennesimo tentativo di denigrazione, legato all’esigenza di quest’Amministrazione di mettere a tacere chiunque non dico dissenta ma anche soltanto cogiti. Inaccettabile è stato l’aver messo, proprio in commissione consiliare, il becco in “faccende” come la vergognosa quanto illegittima e perniciosa rimodulazione della progettualità antica Kroton, l’affidamento di immobili per il tramite di norme regolamentari definite dagli stessi soggetti che ne hanno fatto applicazione e dallo stesso Segretario generale “contra legem”, la mancata, assoluta mancanza di vigilanza sulle strutture sportive e su alcuni beni immobili di rilevantissimo valore e sull’uso fattone da privati, l’aver sollevato il velo sulle spese pazze che sono state conseguenza dello sciagurato accordo con l’Eni, l’aver raccolto in commissione le dichiarazioni dell’assessore Sandro Cretella che ci ha ammaestrato sull’esistenza nella pubblica amministrazione della possibilità da parte del sindaco di conferire ai suoi assessori deleghe verbali di non poco conto e che in quanto tali sfuggono ad ogni possibile controllo. Su questi ultimi punti, rammento che è stato recentemente convocato l’Organismo di revisione al fine di evidenziare quanto sin qui esposto e che una simile procedura aggiungo, si è resa necessaria e mai era stato necessario adottare e non credo di sbagliare, dal dopoguerra ad oggi».
«Si è anche però voluto minare ed interrompere - stigmatizza Meo - l’esperienza della IV commissione che nei momenti in cui i suoi componenti sono stati lasciati liberi di operare e di pensare, ha inciso profondamente e positivamente nell’azione amministrativa, non soltanto esercitando una sacrosanta attività di vigilanza, ma anche, sapendo recepire le istanze che ci provenivano dalla raccolta di firme ad opera dell’incorreggibile Linda Monte, ha obbligato, con una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale, il sindaco a revocare l’ordinanza di chiusura del Castello, quello stesso sindaco che proprio in commissione, aveva giurato che mai il Castello sarebbe riaperto prima di una bonifica che ancora oggi non è avvenuta. Commissione che tanto ha combattuto e con successo e lo rivendico con orgoglio, anche insieme alle associazioni, per la tutela dei diritti dei portatori di disabilità nelle scuole e per rivendicare i diritti degli stessi a fruire di quegli stessi spettacoli di cui l’Amministrazione va tanto fiera ma che per nulla contemplavano neppure la presenza di questi nostri concittadini speciali».
«L’elencazione potrebbe durare a lungo - sostiene Meo -, mi preme qui soltanto ricordare la collaborazione con l’Anioc che ha prodotto un salutare recupero della nostra memoria storica dei tragici fatti della Seconda guerra mondiale ed ha fruttato l’acquisizione al patrimonio dell’Ente di due monumenti ed una targa, che oggi impreziosiscono luoghi altrimenti desolati. Ritengo che oggi nella nostra città vi sia un grave problema di democrazia ed aggiungo, a giudicare dall’imprudente riferimento fatto nell’atto di sfiducia, alle mie dichiarazioni rese durante la trasmissione “Articolo 21”, alberghi un sacro terrore che si indaghi su fatti ed atti che pure esigono l’intervento urgente della magistratura tanto gli stessi gridano vendetta».