Congesi, l'appello Uil: «Le istituzioni hanno il dovere di rimuovere il gruppo dirigente»
CROTONE «Congesi, un fallimento già annunciato». È quanto scrive in una nota stampa, Fabio Tomaino, segretario generale della Uil di Crotone.
«Era l’aprile del 2016 quando, come Uil - ricorda il dirigente sindacale -, contestammo il progetto Congesi perché, oltre ad essere privo di sostanza, non raccoglieva il consenso neanche del 50 % dei sindaci della provincia. Un’idea che, se pur illusoriamente ritenuta lungimirante dal presidente del Cda (Claudio Liotti, ndr), esordiva con la proposta di un accordo sindacale, per l’assorbimento di una parte dei lavoratori ex Soakro, aggirando i principi di tutela e negando i diritti acquisiti. Un processo discriminatorio, rafforzato poi dalle decisioni assunte, nel tempo, da presidente. Ma, nonostante le nostre coraggiose e immediate denunce, nessuno ci ascoltò anzi alcuni processi vennero agevolati dall’approccio diplomatico di altre organizzazioni sindacali».
«A distanza di un anno, nel 2017 - prosegue Tomaino -, da una parte si consolidarono le denunce solitarie della Uil e dall’altra le posizioni di Cgil e Cisl che offrivano il pieno sostegno e la fiducia alle idee di Liotti, a partire dall’accordo sindacale nonché al processo, apparentemente nobile, presentato dal presidente nel maggio dello stesso anno, per il recupero di 3 milioni di euro di morosità. Ma, come dimostreranno gli eventi saranno gli stessi sostenitori e colleghi confederali a mettere in discussione i criteri di assunzione del personale e i primi cenni di recupero della morosità si avranno solo nel 2023, in pieno processo di regionalizzazione del servizio idrico».
«Nel 2018, dopo oltre due anni dalla nascita di Congesi - appunta Tomaino -, bocciammo definitivamente il progetto del Consorzio e le azioni ingannevoli di un presidente che, non solo non si occupavano del recupero della morosità annunciato l’anno precedente, ma lasciavano inalterate le condizioni di demansionamento provocate dall’accordo sindacale che soltanto la Uil non firmò. A quel punto interessammo responsabilmente la Regione Calabria per l’avvio della legge regionale e l’individuazione del soggetto che avrebbe gestito il servizio idrico integrato per le acque calabresi e la depurazione, indentificato poi in Sorical. Mentre la Femca Cisl, nonostante gli insuccessi del Cda, continuava ad esprimere giudizio positivo sull’operato di Liotti».
«Nel 2019 arrivò il Covid e con lui la Corte dei conti - ricostruisce Tomaino - che, come noi, manifestò forti dubbi sulla stabilità dei conti economici di Congesi. A quel punto interpellammo sia l’allora commissario del Comune di Crotone, nonché il prefetto, per convincere il Cda del Consorzio all’attuazione del protocollo per il contrasto e il contenimento del virus, necessario per la sicurezza dei lavoratori. Durante la pandemia emersero chiari ed evidenti segnali di cattiva gestione e incapacità organizzativa: il calo del fatturato che si spostava dal 60% al 39% in base agli errori del presidente, l’avvio di nuove assunzioni in piena emergenza e subito dopo la richiesta di cassa integrazione priva del piano economico e organizzativo, con la conseguente riduzione dell’operatività del personale durante la stagione estiva, una fase in cui gli impianti richiederebbero storicamente maggiore manutenzione. Tutte tematiche che, meritevoli di un approfondimento da parte degli enti preposti, hanno fatto emergere l’aspetto più serio ed inquietante, la volontà del presidente di negare sistematicamente la necessaria e dovuta trasparenza, cercando di banalizzare qualsiasi tipo di confronto».
«A quel punto, fortemente preoccupati - riferisce Tomaino - di un possibile e pericoloso indebitamento del Consorzio, chiedemmo un confronto di merito in Prefettura per cercare di tracciare il reale andamento economico e scongiurare l’epilogo Soakro. L’unica nota positiva è che successivamente i colleghi di Cgil e Cisl ruppero i rapporti idilliaci con il Cda di Congesi e misero in discussione anche i criteri di assunzione del personale, convergendo, in quell’occasione, sulle nostre legittime e oggettive posizioni».
«Nel frattempo arrivò la nuova amministrazione comunale (Amminsitrazione Voce, ndr) - si legge nella nota - che, insieme agli altri soci e secondo meriti sconosciuti, riconfermò alla guida di Congesi, anche in scadenza di mandato, l’intoccabile presidente. Da allora, nonostante la predisposizione al dialogo della Regione Calabria e gli sforzi delle Organizzazioni sindacali a inquadrare il ragionamento in una discussione unica e collaborativa, si scelse la strategia del contenzioso che rallentò il processo di passaggio, impedendo a Congesi di entrare per primo in Sorical, così come prevedeva il cronoprogramma di Arrical. Intanto lanciammo l’allarme e sollecitammo tutti i sindaci perché il tempo passava, si rischiavano di perdere finanziamenti utili ad ammodernare le reti, Congesi continuava ad indebitarsi e il presidente del cda approfittava per distribuire privilegi ad una nicchia di dipendenti, ignorando ancora una volta le norme contrattuali e caricando di ulteriori costi il Consorzio in piena attività di regionalizzazione».
«Abbiamo raccontato questa intollerabile storia del servizio idrico crotonese - spiega Tomaino -, non per fare dietrologia o autoreferenzialità, ma per invitare le istituzioni e la classe politica locale ad ascoltare quelle parti sociali che, come la nostra, hanno il coraggio di denunciare e raccontare la verità, quella verità che può essere utile ad intervenire tempestivamente per migliorare la qualità della vita delle persone».
«In queste ore si tiene l’assemblea dei soci di Congesi ed è questa - auspica la Uil -, probabilmente, l’ultima occasione per dimostrare quell'autorevolezza istituzionale, che guardi alla salvaguardia occupazionale ed ai bisogni reali dei cittadini e che assicuri a tutta la comunità un vero cambio di passo. Dal Cda anche questa volta non ci aspettiamo nessun atto di responsabilità, ma le istituzioni hanno il dovere di rimuovere e non di sostenere un gruppo dirigente quanto meno inadeguato, altrimenti si rischia di partecipare da complici ad un fallimento già annunciato», conclude Tomaino.